Italiani nel mondo e dove trovarli

ROMA – focus/ aise – Il 2025 segna il 650º anniversario della morte di Giovanni Boccaccio (1313-1375), autore del Decameron e figura fondamentale della tradizione della prosa narrativa italiana ed europea. Per celebrare questo importante traguardo, nel mese di settembre l’American Boccaccio Association e la Newberry Library di Chicago, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Chicago, celebreranno l’autore certaldese con una serie di eventi accademici.
Il 16 e 17 settembre la Newberry Library ospiterà un Seminario di Paleografia condotto da Maddalena Signorini dell’Università di Roma Tor Vergata.
Questo laboratorio intensivo in lingua italiana introdurrà i partecipanti alla lettura e trascrizione di testi manoscritti in volgare italiano, dal tardo Medioevo all’età moderna. Pur concentrandosi sullo sviluppo delle competenze paleografiche, il corso offrirà anche una panoramica sui materiali e le tecniche utilizzate, considerando la storia delle scritture nel più ampio contesto storico, letterario, intellettuale e sociale dell’Italia. I partecipanti si eserciteranno su un’ampia gamma di documenti, tra cui opere letterarie, testi personali, legali, notarili, ufficiali ed ecclesiastici. Il corso permetterà inoltre di lavorare con manoscritti, lettere, diari e altre fonti primarie provenienti dalla Newberry Library.
Sempre la Newberry Library ospiterà il 18 e 19 settembre la sessione plenaria della conferenza che vedrà intervenire in qualità di relatori Simone Marchesi della Princeton University e Timothy Kircher del Guilford College in dialogo con il pubblico.
La conferenza finale di di Millicent Marcus della Yale University “When old stories are given new life: Boccaccio, Pasolini and the American Boccaccio Association” si terrà il 20 settembre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Chicago.
Si terrà il 28 agosto alle ore 11.00 presso il MiM Belluno (sede dell'Associazione Bellunesi nel Mondo), l’inaugurazione della mostra “Mattmark 30 agosto 1965. Morti sotto il ghiaccio, vivi nella memoria”.
Per il taglio del nastro saranno presenti Oscar De Bona, presidente dell'Associazione Bellunesi nel Mondo, Armando Lovatel, operaio a Mattmark dal 1963 al 1966, Bianca e Maria Acquis, sorelle della vittima Giancarlo Acquis, Anchise Pinazza, fratello della vittima Ilio Pinazza, Osvaldo Montresor, operaio a Mattmark dal 1963 al 1966, e Giancarlo Scussel, ideatore creativo della mostra.
Sono purtroppo numerose le tragedie sul lavoro che nel corso dei decenni hanno coinvolto gli emigranti italiani. La disgrazia che più duramente ha colpito il territorio bellunese è stata quella avvenuta il 30 agosto del 1965 nel Canton Vallese, in Svizzera. Una sciagura così violenta da diventare, in molti paesi della provincia di Belluno, immagine che spacca il tempo tra il “prima di Mattmark” e il “dopo Mattmark”.
Una catastrofe con ottantotto vittime, di cui cinquantasei italiane e diciassette bellunesi, triste primato nella conta dei morti. Quel 30 agosto era un lunedì. A circa 2.200 metri di quota, in una località chiamata Mattmark, era in costruzione la diga in terra più grande d’Europa. C’erano persone provenienti da diverse parti del continente. Ogni cosa sembrava procedere come sempre, almeno fino alle 17:15, quando in pochi istanti tutto cambiò. E qui è necessaria una breve premessa: una parte delle officine e degli alloggi dei lavoratori era posizionata sotto la lingua di un immenso ghiacciaio, l’Allalin, che già aveva lanciato qualche segnale. Avvertimenti a cui, a quanto pare, non era stato dato peso. Fino a che, proprio quel 30 agosto, il ghiacciaio si mise in moto: un blocco di circa due milioni di metri cubi di materiale si staccò e cominciò una letale discesa che travolse tutto ciò che incontrò sulla propria strada, persone comprese. L’ultimo corpo, quello di Costante Renon, di Sagron Mis, comune del Trentino, venne trovato solo due anni più tardi, a testimonianza delle difficoltà con cui si svolsero le operazioni di recupero, insidiate, nelle giornate immediatamente successive al disastro, dal pericolo di nuovi crolli.
Un dramma infinito, che rimase senza colpevoli. I processi istituiti nel 1972 per accertare le responsabilità di quanto accaduto sentenziarono l’assoluzione di tutti gli imputati: la calamità non era prevedibile. Non solo. Ai famigliari delle vittime venne imposto il pagamento di metà delle spese processuali. Oltre al danno, la beffa.
In occasione del sessantesimo anniversario del disastro che ricorre nel 2025, l’Associazione Bellunesi nel Mondo vuole ricordare quanto accaduto mediante una mostra immersiva composta da fotografie, documenti, filmati e video-interviste a superstiti e famigliari delle vittime. Una mostra per comprendere quanto accaduto dalla voce di chi c’era, dalle parole di chi in quella sciagura ha visto la propria vita cambiare. Testimonianza per tenere viva la memoria. (focus\aise)