Italiani nel mondo e dove trovarli (3)

ROMA – focus/ aise – Trasformazioni profonde, che attraversano generazioni, territori e gruppi sociali caratterizzano la dinamica demografica e sociale dell’Italia. Continua il calo della popolazione residente e le famiglie diventano sempre più piccole: cresce il numero di persone che vivono da sole, aumentano le libere unioni, le famiglie monogenitore e quelle ricostituite, mentre si riduce la presenza dei nuclei familiari con figli. Questa la fotografia scattata dal 33° Rapporto dell’Istat - Rapporto Annuale 2025. La situazione del Paese – che esamina i cambiamenti economici, demografici e sociali che hanno interessato il Paese nell’anno appena trascorso.
Il Rapporto è articolato in quattro capitoli: Economia e ambiente; Popolazione e società; Una società per tutte le età; Il sistema economico tra vincoli e opportunità: un confronto tra le generazioni.
IL QUADRO DEMOGRAFICO
Al 1° gennaio 2025, la popolazione residente in Italia è pari a 58 milioni 934mila unità, in lieve diminuzione (-0,6 per mille) rispetto al 1° gennaio 2024. Prosegue il processo di decremento della
popolazione, in atto dal 2014 e ormai strutturale. Il numero di decessi (651mila nel 2024) è superiore a quello delle nascite (370mila), generando un saldo naturale pari a -281mila unità. Diminuiscono le donne in età feconda (15-49enni) e cala la fecondità.
Aumenta la speranza di vita: per gli uomini raggiunge gli 81,4 anni e per le donne 85,5, quasi cinque mesi di vita in più rispetto al 2023, superando i livelli pre-pandemici.
La dinamica migratoria compensa in parte il deficit dovuto al saldo naturale negativo. Nel 2024 le immigrazioni dall’estero (435mila) sono state più del doppio delle emigrazioni (191mila) e il saldo migratorio è pari a +244mila unità.
Le immigrazioni dall’estero crescono rispetto al periodo pre-pandemico a causa dei flussi di cittadini stranieri (382mila, +1,0 per cento sul 2023). Tra le emigrazioni verso l’estero spiccano gli espatri dei cittadini italiani (156mila unità, +36,5 per cento sul 2023).
Nel 2023 si è registrato un nuovo slancio degli espatri di giovani laureati, 21mila ragazzi tra 25 e 34 anni (+21,2 per cento sul 2022). I rientri in patria di giovani laureati sono contenuti, pari a 6mila unità, e in calo (-4,1 per cento sul 2022). Ne deriva una perdita netta di 16mila giovani risorse qualificate (97mila in 10 anni).
Continua l’invecchiamento della popolazione: circa un quarto della popolazione (24,7 per cento al 1° gennaio 2025) ha almeno 65 anni. Tra questi, cresce in particolare il numero di persone di 80 anni e più (4 milioni e 591mila).
I cittadini stranieri e i nuovi cittadini italiani sono l’unico segmento in crescita della popolazione. Al 1° gennaio 2025, i cittadini stranieri residenti sono 5,4 milioni (+3,2 per cento sul 2024), pari al 9,2 per cento della popolazione. Gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel corso del 2024 sono 217mila, in crescita rispetto all’anno precedente (214mila).
Le previsioni demografiche indicano che l’Italia continuerà ad affrontare un calo delle nascite e un aumento della mortalità, con un saldo naturale sempre più negativo. L’incertezza sulle dinamiche migratorie, che potrebbero contribuire a contrastare la crisi demografica, rimane alta, legata a fattori economici e geopolitici. La popolazione residente in Italia, secondo lo scenario mediano, è destinata a diminuire, passando da circa 59 milioni al 1° gennaio 2023 a 58,6 milioni nel 2030 e a 54,8 milioni nel 2050.
“Prendiamo atto dell’approvazione alla Camera del decreto che introduce un limite di due generazioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai discendenti di italiani all’estero. Si tratta di una decisione che solleva legittime riflessioni all’interno delle comunità italiane nel mondo e tra coloro che, pur nati lontano, mantengono un legame profondo con l’identità e la cultura del nostro Paese”. Così il Presidente dell’Unaie, Oscar De Bona, all’indomani dell’approvazione definitiva del decreto-cittadinanza.
“Come UNAIE, - sottolinea De Bona – siamo consapevoli della necessità di aggiornare norme e criteri, ma auspichiamo che questo processo avvenga nel solco di un confronto ampio e condiviso, che tenga conto della storia migratoria italiana e del valore che le nuove generazioni di italo-discendenti rappresentano per l’Italia nel mondo”.
“Dispiace constatare che, nonostante le numerose proposte avanzate negli anni, UNAIE non sia mai stata realmente ascoltata dalla politica italiana su questo tema”, aggiunge De Bona. “Da tempo sollecitavamo un aggiornamento della legge sulla cittadinanza, con modifiche ragionate e sostenibili, capaci di rispondere alle esigenze attuali senza compromettere il legame storico con milioni di italiani nel mondo”.
La cittadinanza “non è soltanto un diritto giuridico: è anche uno strumento di coesione culturale e diplomatica, capace di rafforzare l'immagine del nostro Paese oltreconfine. Invitiamo dunque a considerare con equilibrio le ricadute di questo provvedimento e – conclude il presidente dell’Unaie – ci rendiamo disponibili, come sempre, al dialogo con le istituzioni per contribuire a soluzioni inclusive e lungimiranti”. (focus\aise)