La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – Pasquale Sicignano è stato nominato nuovo Coordinatore e Responsabile delle Imprese e del Made in Italy del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE) nella Repubblica Dominicana.
“Sono onorato di entrare a far parte del movimento associativo italiani all’estero MAIE come responsabile delle imprese e del Made in Italy in Repubblica Dominicana”, le parole di Sicignano. “Voglio innanzitutto ringraziare Massimiliano Atrigna, Coordinatore del MAIE per il Caribe, per avermi scelto e dato fiducia per rappresentare questa carica. Il mio obiettivo sarà quello di incentivare e dare supporto a tutte le aziende italiane presenti sul territorio dominicano e anche alle aziende italiane che vogliono intraprendere relazioni commerciali in questo paese. Non ho esitato a far parte del MAIE perché è l’unico movimento con un programma rivolto ad aiutare le problematiche degli italiani all’estero”.
Sicignano è un imprenditore con 35 anni di esperienza professionale. È proprietario di diverse aziende e specializzato in affari internazionali, con competenze in proiezioni di bilancio, studi di mercato, piani aziendali, gestione del personale, marketing e vendite. Attualmente è fondatore e socio di un’azienda di importazione e distribuzione di food & beverages made in Italy nella Repubblica Dominicana. Inoltre, è impegnato in una società immobiliare e una firma di revisori contabili nel territorio dominicano.
A nominare Sicignano è stato Massimiliano Atrigna, Coordinatore del MAIE Caribe, con l’avallo del vicepresidente Vincenzo Odoguardi.
“Continuo ricorso alla fiducia è anticipo di premierato che svilisce il parlamento e contemporaneamente cerca di mascherare una realtà amara: la mancanza di strategia nelle politiche del governo che si limitano, maldestramente, a mettere toppe alle emergenze”. È il pensiero del Senatore del Pd Francesco Giacobbe che è intervenuto in aula durante la discussione generale sul decreto “Agricoltura e imprese di interesse strategico” che dovrebbe essere approvato domani a Palazzo Madama con il ricorso del già annunciato voto di fiducia.
In questo decreto, mancano, secondo Giacobbe, delle misure capaci di combattere in maniera risolutiva il caporalato “una piaga che si contrasta e si previene seguendo due strade, entrambe indispensabili e necessarie. La prima, quella dei controlli severi, rigidi e costanti, non mossi solo dall’emozione del momento o dall’attenzione che i media riservano al problema per un evento tragico come quello del barbaro abbandono e della morte del giovane bracciante emigrato Satnam Singh. E la seconda quella di garantire che seguire le regole sia conveniente, perché così si creano i presupposti essenziali per aprire le strade per i finanziamenti, per i benefici fiscali, per la pianificazione del futuro attraverso prospettive di crescita che lo Stato e l’Europa garantiscono. Perché come diceva il giudice Paolo Borsellino “è chiaro che tanto più le leggi vengono osservate, quanto più si ritiene che siano giuste””.
Mentre sulla politica industriale e sulle imprese di interesse strategico come l’Ilva, il Senatore eletto all’estero spiega che il governo è in balia del mercato e delle emergenze, e privo di una visione per il futuro: “qual è la politica industriale di questo governo? Non lo sappiamo noi, non lo sanno gli imprenditori, non lo sanno i sindacati e le associazioni di categoria, non lo sanno i possibili investitori italiani e stranieri, non lo sanno i dipendenti delle aziende. Ma il vero problema è che è il governo stesso a non sapere quale sia la sua politica industriale. E non lo sa perché questa politica non esiste”.
Giacobbe ha quindi chiuso il suo intervento sostenendo che “il provvedimento si risolve in un grande spreco di risorse e di tempo. Certo, il governo sopravviverà al test della fiducia come avvenuto fino ad oggi. Vincerà grazie alla forza dei numeri e all’utilizzo distorto degli strumenti parlamentari. Ma sarà una vittoria di parte, non dell’Italia e non certo degli italiani”. (focus\aise)