La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – “Con la Legge di bilancio 2025 e con altri provvedimenti si è resa ancora una volta con chiarezza la volontà del Governo Meloni e della sua maggioranza di punire i sette milioni di italiani che vivono, lavorano e studiano all’estero. È patetico il tentativo di qualche esponente del centrodestra – che non ha aperto bocca di fronte alle ingiustizie perpetrate dal Governo contro i connazionali nel Mondo – di attribuirsi abusivamente meriti che non sono propri”. Questo è quanto ha dichiarato Luciano Vecchi, Responsabile per gli Italiani nel Mondo del Partito Democratico.
“Tagli ai servizi consolari, tagli agli organismi di rappresentanza, abolizione o riduzione degli incentivi al rientro degli emigrati sono state le uniche “iniziative” del Governo e della sua supina maggioranza parlamentare verso gli italiani all’estero”, ha aggiunto ancora Vecchi. “Fino alla vergognosa discriminazione nei confronti dei pensionati italiani residenti all’estero che si sono visti negare i pur ridicoli adeguamenti al tasso di inflazione e agli adeguamenti dovuti per legge”.
“Il Partito Democratico, grazie in primo luogo ai propri eletti alla Camera e al Senato nella Circoscrizione Estero, anche con il pieno e convinto sostegno dei propri Gruppi parlamentari, ha proposto una serie di emendamenti, utilizzando a pieno il proprio, ristretto, margine di manovra sul bilancio – ha spiegato ancora Vecchi -. È solo grazie a ciò che si sono – ancorché solo parzialmente – ripristinati i fondi a favore dei Comites e, grazie alla Legge proposta dal PD sui servizi consolari, si sono garantiti quattro milioni di Euro agli uffici consolari, peraltro vittime di tagli governativi molto superiori”.
“Il nostro Gruppo non ha trovato, in Parlamento, alcun sostegno da parte dei gruppi della maggioranza meloniana per ripristinare il minimo di equità sulle pensioni, sulle Camera di Commercio, sul CGIE e su quanto è stato tolto ai nostri connazionali nei cinque Continenti – ha concluso il responsabile del Pd -. Nonostante il cinismo di chi ha deciso di punire gli italiani nel Mondo, continuerà il nostro impegno a favore dei diritti e della dignità dei nostri connazionali all’estero”.
La Senatrice del Pd eletta in Centro e Nord America, Francesca La Marca, ha accolto la comunicazione ricevuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale relativa all’applicazione della Circolare n. 43347 del 3 ottobre 2024: “un primo segnale di attenzione su una questione che ha suscitato numerose preoccupazioni tra gli italo-discendenti che hanno presentato una domanda di acquisto della cittadinanza iure sanguinis prima dell’emissione della Circolare”.
La Senatrice ha presentato un’interrogazione riguardo la circolare sulla quale è ancora in attesa di una risposta ufficiale, ma da un primo scambio di corrispondenza tra il suo ufficio e il Ministero, si ha avuto la conferma che “sono in corso approfondimenti volti a salvaguardare tutti i diritti acquisiti dai cittadini interessati, con l’obiettivo di tutelare le domande già presentate prima dell’emissione della circolare”.
“Questo è un primo passo,” ha dichiarato la Senatrice La Marca, che continua a seguire da vicino il tema. “La salvaguardia dei diritti acquisiti è essenziale per garantire equità e continuità nelle procedure di riconoscimento della cittadinanza italiana. Tuttavia, restiamo in attesa della risposta ufficiale del Ministero all’interrogazione parlamentare che ho presentato lo scorso dicembre, nella quale chiedo chiarimenti più ampi e una linea di applicazione uniforme.”
La Circolare, che introduce nuove linee interpretative in materia di cittadinanza iure sanguinis, ha generato confusione e incertezze tra gli italo-discendenti, molti dei quali hanno già avviato procedure complesse per il riconoscimento della cittadinanza. La Sen. La Marca ha ribadito il suo impegno a vigilare affinché queste nuove indicazioni non pregiudichino i diritti dei cittadini e non introducano disparità di trattamento.
“La tutela dei diritti degli italiani all’estero e dei loro discendenti rappresenta la priorità numero uno per me - ha concluso la Senatrice La Marca -. Continuerò a sollecitare il Ministero affinché fornisca indicazioni chiare e assicuri un’applicazione uniforme della normativa nel più breve tempo possibile, così da rassicurare chi da tempo ha avviato le pratiche per il riacquisto della cittadinanza”.
“Con un messaggio breve ed asettico (ma non poteva essere altrimenti) l’Istituto previdenziale italiano ci ha ricordato che questo Governo con la Legge di Bilancio per il 2025 ha abrogato la legge che prevedeva e disciplinava la concessione dell’indennità di disoccupazione a favore dei nostri connazionali residenti all’estero, lavoratori e lavoratrici, i quali tornano in Italia dopo aver perso il lavoro all’estero”. Questo il commento di Fabio Porta, deputato del Pd eletto in Centro e Sud America.
“Il Messaggio n. 184 del 17/01/2025 ci informa che la legge n. 402 del 1975 “Trattamento di disoccupazione in favore dei lavoratori rimpatriati” è disapplicata per le cessazioni del rapporto di lavoro che interverranno a partire dal 1° gennaio 2025 con l’inibizione appunto della procedura che dava la possibilità di presentare le domande di disoccupazione da parte del cittadino e degli Istituti di patronato, riguardanti cessazioni di lavoro intervenute dal 1° gennaio 2025”, ha spiegato ancora il deputato eletto all’estero. “La nuova norma ora recepita anche dall’Inps infatti stabilisce che le disposizioni previste dalla legge n. 402 del 1975 - che riconoscevano il trattamento ordinario di disoccupazione (compresi anche gli assegni familiari e l’assistenza sanitaria per sé e per i familiari a carico) per un periodo di 180 giorni ai lavoratori italiani rimpatriati, nonché ai lavoratori frontalieri, in caso di disoccupazione derivante da licenziamento ovvero da mancato rinnovo del contratto di lavoro stagionale da parte del datore di lavoro all'estero - non si applichino alle cessazioni del rapporto di lavoro intervenute a partire dal 1° gennaio 2025”.
Porta ha quindi voluto ribadire che “il Governo ha cancellato l’unica misura di sostegno economico prevista dalla legislazione italiana a favore degli emigrati che rimpatriano e si trovano in una situazione di disagio economico e di difficoltà occupazionale (va infatti rilevato che né l’assegno di inclusione né il supporto per la formazione e il lavoro – i nuovi strumenti post Reddito di cittadinanza - sono accessibili agli italiani che rientrano in quanto i connazionali che rientrano sono ovviamente sprovvisti del requisito di residenza richiesto dalla legge e cioè dei due anni di residenza continuativa in Italia nel periodo immediatamente precedente la presentazione della domanda)”.
“La misura abrogata – ha concluso amaramente Porta - era stata introdotta con l’obiettivo di sostenere i lavoratori e le lavoratrici che tornano in Italia dopo aver perso il lavoro all’estero, mentre il nuovo intervento mira evidentemente ed esclusivamente a fare cassa penalizzando il mondo dell’emigrazione senza prevedere strumenti di sostegno alternativi”. (focus\ aise)