La voce degli eletti all’estero (3)

ROMA – focus/ aise – "Mi sento quasi in imbarazzo a intervenire su questa materia dopo aver ascoltato le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e, solo pochi giorni fa, quelle del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, durante la sua visita istituzionale in Cina. Nonché quelle di Re Carlo pronunciate ieri davanti al parlamento. Parole che esaltano il ruolo degli italiani all’estero come ambasciatori del nostro Paese. Eppure, oggi ci troviamo a discutere un decreto che va esattamente nella direzione opposta, allontanando i nostri connazionali nel mondo dall’Italia". Questo è quanto dichiarato dal Senatore del Pd eletta in Australia, Francesco Giacobbe, intervenendo in Commissione Affari Costituzionali al Senato sul decreto-legge in materia di cittadinanza.
"Il decreto-legge non è lo strumento adeguato ad affrontare un tema così complesso e identitario", ha aggiunto Giacobbe. "Serve una riforma organica, non un provvedimento emergenziale che appare come una reazione di panico: spezza la catena di trasmissione della cittadinanza iure sanguinis e introduce elementi discriminatori, tra cui effetti retroattivi che penalizzano anche chi, per inefficienze amministrative, aveva ottenuto un appuntamento nei consolati dopo il 27 marzo".
Il Senatore ha inoltre sottolineato le profonde incoerenze dell’attuale sistema: "Oggi riconosciamo la cittadinanza a discendenti di italiani nati nell’Ottocento, ma non permettiamo il riacquisto a chi è nato in Italia e ha perso la cittadinanza per necessità lavorative. Questo è un sistema profondamente iniquo".
"La pressione amministrativa su consolati, comuni e tribunali aumenterà – ha continuato – e si colpiranno i nostri giovani all’estero. Questo decreto introduce un sistema misto che paradossalmente, pur criticando lo ius soli, finisce per introdurlo nel nostro ordinamento".
"La soluzione migliore sarebbe non approvare il decreto – ha concluso Giacobbe – ma se così non sarà, dovremo almeno mitigarne gli effetti con l’azione emendativa: eliminare il requisito della nascita in Italia, introdurre la terza generazione, garantire la trascrizione gratuita dei certificati di nascita e riaprire i termini della legge 91 del 1992 per il riacquisto della cittadinanza. Altrimenti, una parte importante della nostra storia e della nostra comunità sarà cancellata".
"In questi giorni sta continuando in Commissione Affari Sociali la discussione della mia proposta per l'assistenza sanitaria agli iscritti AIRE: stiamo cercando di muoverci in modo collaborativo per approvare un principio fondamentale di assistenza agli italiani all'estero”. Così Christian Di Sanzo, deputato Pd eletto in Centro e Nord America, che spiega: "si tratta di una proposta che, in cambio di un contributo, permette agli iscritti agli italiani iscritti all'AIRE, e quindi non soggetti alla tassazione sui redditi in Italia, di iscriversi al servizio sanitario nazionale e ottenere le stessi prestazioni sanitarie dei residenti in Italia”.
Alla Camera sono state presentate due proposte: quella del Partito Democratico di Di Sanzo e quella di Fratelli d'Italia di Andrea Di Giuseppe, anch'egli parlamentare eletto all’estero.
L’iter è partito un ordine del giorno presentato proprio da Di Sanzo, approvato all'unanimità alla Camera durante la discussione in legge di bilancio a dicembre 2023: "il mio ordine del giorno chiedeva di riconoscere il principio fondamentale del diritto all'accesso al servizio sanitario nazionale da parte degli iscritti AIRE; l'approvazione di questo principio all'unanimità, per la prima volta nella storia del Parlamento, ha permesso l'avvio di un percorso collaborativo per trovare una soluzione a questo problema".
La proposta di legge a prima firma Di Sanzo affronta il tema in maniera complessiva, ponendo una progressività del contributo in base al reddito e chiedendo esenzioni per determinate categorie, in particolare quella dei pensionati che pagano le tasse in Italia, e quella degli studenti privi di reddito.
"Sul tema dell'assistenza sanitaria ci stiamo ponendo con la massima collaborazione per ottenere un risultato importante per tutti gli iscritti all'AIRE. La proposta di Fratelli d'Italia prevede il pagamento di un contributo secco di 2000 euro all'anno”, annota Di Sanzo. “In questi giorni ci stiamo muovendo per proporre aggiustamenti con emendamenti attraverso i quali vorremmo realizzare una progressività del contributo in base al reddito, in modo da poter rendere la soluzione più accessibile, e, allo stesso tempo, una serie di esenzioni per determinate categorie come quella dei pensionati che pagano le tasse in Italia e gli studenti privi di reddito - su questo non faremo mancare il nostro impegno".
Alle proposte, di Di Sanzo e Di Giuseppe, si è aggiunta quella di Federica Onori, deputata di Azione, che ricalca nel testo la proposta del Pd. "La proposta sulla assistenza sanitaria agli iscritti AIRE di Azione è di fatto identica a quella già presentata dal Partito Democratico”, commenta Di Sanzo. “Quando qualcuno prende a modello il tuo lavoro per una proposta di legge è segno che stai lavorando bene".
Alle prime luci dell’alba dell’8 aprile, è crollato il tetto della discoteca Jet Set a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. Più di cento le vittime accertate e più del doppio i feriti. A esprimere il proprio cordogli anche Vincenzo Odoguardi, vicepresidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero, che in una nota ha dichiarato: “desidero esprimere pubblicamente, a nome del MAIE e di tutta la comunità italiana residente in Repubblica Dominicana, le più sentite condoglianze alle famiglie delle persone che sono rimaste vittime del crollo del tetto della discoteca Jet Set di Santo Domingo”.
“Secondo le prime informazioni – ha spiegato Odoguardi -, tra coloro che hanno perso la vita, al momento non si registrano cittadini italiani. Ci uniamo al cordoglio e al pensiero che l’Ambasciata d’Italia ha dedicato a tutto il popolo dominicano, alle famiglie, agli amici e alle persone più care delle vittime di questa che è stata una vera e propria tragedia, che la Repubblica Dominicana non dimenticherà”.
“Una volta trascorso il tempo del lutto e del dolore, bisognerà fare una seria riflessione su quanto accaduto: non è possibile che nel 2025 si possa perdere la vita in un modo così ingiusto – ha concluso il vicepresidente MAIE -. La morte è arrivata proprio nel momento in cui centinaia di persone si stavano divertendo, ballando e ascoltando la musica della star del merengue, Ruby Perez, che pure è rimasto vittima dell’incidente. Le autorità preposte, quando arriverà il momento, dovranno indagare a fondo per individuare le responsabilità di questo tristissimo avvenimento”. (focus\aise)