La voce degli eletti all’estero (3)

ROMA – focus/ aise – "La morte della giornalista ucraina Viktoriia Roshchyna, rapita dai servizi segreti russi e poi restituita senza nome e con il corpo mutilato da inaccettabili torture, è l’ennesima dimostrazione della violenza sistematica esercitata dalla Russia contro civili e reporter". Così in una nota Federica Onori, deputata di Azione eletta in Europa.
“Il Governo assuma una posizione chiara e coraggiosa contro questo crimine”, continua la parlamentare, secondo cui “non si può più restare equidistanti di fronte a crimini di questa portata: la libertà di stampa è sacra e va protetta, così come andrebbero protetti coloro che raccontano la verità. Non possiamo permettere – conclude Onori – che il silenzio prevalga di fronte alla brutalità del regime russo".
"Chi ha sangue italiano è italiano, su questo non ci sono dubbi. L’Italia non è un Paese da ius soli". Con queste parole Vincenzo Odoguardi, vicepresidente mondiale del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero), torna a commentare da New York il nuovo decreto sulla cittadinanza, oggetto di forti polemiche tra le comunità italiane nel mondo.
“Oggi siamo a New York, uno dei principali porti di arrivo dell’emigrazione italiana dopo l’Unificazione del Regno d’Italia, dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale”, spiega l’esponente del Maie. “Molti mi hanno chiesto cosa penso del nuovo decreto sulla cittadinanza. Comprendo le ragioni che hanno portato a questa proposta, ma la forma in cui il decreto è stato scritto e presentato è tra le peggiori possibili”.
“Se nel mondo si conoscono la carbonara, la pizza, il tiramisù o luoghi iconici italiani, è grazie alla grande emigrazione italiana”, sottolinea Odoguardi. “Ognuno dei nostri emigrati ha portato con sé cultura, lingua, valori, tradizioni gastronomiche. Sono loro che promuovono i prodotti che rendono l’Italia celebre nel mondo”.
Secondo Odoguardi, il decreto rappresenta una deriva verso lo ius soli e rischia di compromettere l’identità culturale italiana: “sentirsi italiani non deriva dalla territorialità, bensì da una cultura viva e ricchissima: oltre 180 dialetti, 5.800 tipi di cibo, 535 varietà di vini, 60 siti UNESCO, il design, la moda, l’industria italiana. L’identità italiana è un patrimonio che vive nel cuore di chi la porta avanti, ovunque nel mondo”. Preoccupano, inoltre, i contenuti della nota tecnica allegata al decreto: “gli italiani all’estero vengono considerati "un problema di sicurezza nazionale". È un’offesa inaccettabile. Il rischio è che, in futuro, i nostri discendenti perdano lingua, cultura e valori italiani. I nostri spaghetti verranno chiamati noodles o macaronis, la nostra industria sarà penalizzata, il nostro design oscurato da quello di altri Paesi”.
Il Maie, ricorda, ha presentato diversi emendamenti al decreto all’esame del Senato: in particolare chiediamo di eliminare la dicitura “nato in Italia”, che obbligherebbe i figli di italiani nati all’estero a risiedere almeno due anni in Italia per poter trasmettere la cittadinanza. Senza questa dicitura, il decreto può ancora tutelare e proteggere la comunità italiana all’estero, anche per le future generazioni”.
“Il 25 Aprile è il giorno in cui l’Italia ha ritrovato libertà e dignità, grazie al coraggio di donne e uomini, partigiani, militari e civili che scelsero la democrazia contro l’oppressione”. Così Nicola Carè, deputato del Pd eletto all’estero, ha celebrato il 25 Aprile a Sydney con la comunità italo-australiana, rivolgendo un pensiero speciale proprio agli italiani all’estero, definiti: “custodi della nostra memoria, ambasciatori della nostra identità”.
“Anche durante la Resistenza, molti di loro hanno contribuito alla causa della libertà, sostenendo da lontano la lotta contro la dittatura – ha spiegato ancora Carè -. Oggi più che mai, mentre nel mondo soffiano venti di guerra e autoritarismo, il 25 Aprile ci ricorda che la libertà è un bene fragile, da difendere ogni giorno. Come ricordava Papa Francesco: “La memoria libera non è nostalgia: è forza per il domani”. E come ammoniva Sandro Pertini: “Oggi, che la libertà è ritrovata, dobbiamo difenderla e farla vivere”. Facciamolo insieme, ovunque siamo nel mondo”, ha concluso il deputato dem. (focus\aise)