La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – Lo scorso venerdì, 9 agosto, i parlamentari del MAIE Mario Borghese e Franco Tirelli, accompagnati dal coordinatore MAIE Moron Michele Di Biassi, si sono recati in visita ufficiale nella circoscrizione consolare di Morón, nella provincia di Buenos Aires.
Nel cuore di Morón c’è il municipio “La Matanza”, tra i più difficili per quanto riguarda la presenza di microcriminalità e dunque di rapine o assalti.
Una visita, quindi, quella dei parlamentari del MAIE, che è stata anche simbolica: proprio per questo, per far sentire la presenza delle istituzioni in un territorio così difficile, si è scelto di pranzare nel centro commerciale de La Matanza insieme all’intendente di Morón, Lucio Ghi, e imprenditori locali.
Nel primo pomeriggio, i rappresentanti del Movimento Associativo Italiani all’Estero hanno visitato l’Università Nacional de la Matanza, dove sono stati ricevuti dal Rettore Daniel Martinez. In seguito, l’incontro con il Comites di Moròn e il suo presidente Mazza, il vice Di Biassi e gli altri consiglieri.
“Durante l’incontro – hanno dichiarato a margine Borghese e Tirelli – abbiamo informato il Comites circa il lavoro che stiamo portando avanti in Parlamento e allo stesso tempo abbiamo ascoltato le richieste del Comitato e della collettività. Come MAIE continuiamo ad essere al fianco dei nostri connazionali, sempre”.
Dopo le attività di Morón, il senatore e il deputato si sono recati al “Congresso” dell’Argentina, dove sono stati raggiunti dal presidente del MAIE, Ricardo Merlo.
Insieme hanno incontrato Martin Menem, nipote del ex Presidente Menem e attuale Presidente della Camera di Deputati della Repubblica Argentina.
A Menem Merlo, Tirelli e Borghese, facendosi portavoce della collettività italiana e sapendo che l’apertura dei viceconsolati italiani ha bisogno dell’ok del Parlamento argentino, hanno chiesto che l’Argentina approvi quanto prima i nuovi viceconsolati italiani, che darebbero grande aiuto e respiro alla rete consolare, migliorando i servizi per i connazionali.
“Siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo in Venezuela. Non si placano le proteste e gli scontri nel Paese sudamericano dopo il voto. L’Unione Europea non ha riconosciuto il risultato delle elezioni presidenziali dopo le quali Nicolas Maduro si è proclamato presidente. L’opposizione si fa sentire e anche quella parte del popolo venezuelano che crede nella libertà scende in piazza con coraggio a manifestare”. Così Vincenzo Odoguardi, vicepresidente Maie.
““Maduro è un dittatore, un tiranno: prima va a casa meglio è”, ha detto il presidente del MAIE Ricardo Merlo. Condividiamo totalmente le parole dell’ex Sottosegretario agli Esteri”, aggiunge l’esponente del Maie. “Da troppo tempo il Venezuela, una nazione di una bellezza meravigliosa e dalle tante risorse naturali, soffre a causa di un regime che colpisce duramente gli oppositori, punisce liberi giornalisti e toglie ossigeno ai cittadini. C’è chi pretende di governare a vita sfruttando le ricchezze del Paese per sé e per i propri scopi personali e politici: è ora di dire basta”.
“L’Italia faccia la propria parte – prosegue Odoguardi -, anche in difesa della numerosissima comunità italiana che vive e lavora in Venezuela: tanti nostri connazionali sono disperati e impauriti, prendono d’assalto i nostri consolati alla ricerca di protezione. Dobbiamo assicurare a tutti loro assistenza, oltre che un’eventuale via d’uscita in caso di reale emergenza”.
“Vorrei dedicare un pensiero e un abbraccio di solidarietà anche ai tanti italo-venezuelani residenti in Nord e Centro America, soprattutto nei Caraibi e in Florida: sono lontani, ma il loro cuore è idealmente lì, a lottare insieme a tutti gli altri per la libertà”, aggiunge. “Come Movimento Associativo Italiani all’Estero resteremo vigili, pronti a fare la nostra parte nel Parlamento italiano per contribuire a sostenere tutte quelle proposte volte a proteggere ed assistere i nostri connazionali e a risolvere una volta per tutte la crisi venezuelana”, conclude il vicepresidente Maie. (focus\aise)
“L’8 agosto si celebra la Giornata del Sacrificio Italiano nel mondo, una giornata significativa per la storia dell'emigrazione italiana. L'8 Agosto, è infatti la data del disastro minerario di Marcinelle, dove nel 1956 incontrarono la morte 136 lavoratori italiani. Questo tragico evento è diventato il simbolo dei sacrifici della nostra emigrazione, delle difficili condizioni di lavoro affrontate dagli emigrati italiani all’estero, emigrati nella speranza di trovare un mondo migliore, ma che troppo spesso hanno incontrato discriminazioni, sfruttamento e povertà”. Così Christian Di Sanzo, deputato Pd eletto in Nord e Centro America, che ha aggiunto: “questa è stata la storia anche di tante famiglie italiane che sono emigrate in Canada e negli Stati Uniti”.
“E proprio negli Stati Uniti – ha ricordato Di Sanzo – si è verificata una delle più grandi tragedie della nostra emigrazione, la tragedia della miniera di carbone di Monongah in West Virginia dove nel 1907 morirono 362 minatori di cui ben 171 italiani, provenienti da Molise, Calabria e Abruzzo. In Canada e negli Stati Uniti, gli italiani hanno affrontato spesso condizioni di lavoro durissime, e molti hanno perso la vita nel lavoro, ma come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella "con il loro lavoro, gli emigrati italiani hanno contribuito a promuovere i più alti valori sociali e culturali che sono le fondamenta della Costituzione della Repubblica Italiana”".
“Questi uomini e donne – ha concluso Di Sanzo - hanno lasciato l'Italia e sono emigrati per costruire un futuro migliore, il loro contributo alle nostre comunità all'estero, e al nostro paese non deve mai essere dimenticato. Spetta a noi continuare il ricordo di questo sacrificio affinché anche le nuove generazioni non dimentichino la storia dell'emigrazione italiana, costruita con il sacrificio di tanti e tante italiane. (focus\aise)