La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – “ “L’alleanza politica tra il MAIE e Noi Moderati è un fatto di fondamentale importanza: è la prima volta nella storia che il movimento fondato e presieduto da Ricardo Merlo stringe un patto politico del genere con un partito italiano; un’alleanza annunciata in maniera ufficiale in conferenza stampa alla Camera e che rappresenta senza alcun dubbio un enorme passo avanti per il nostro Movimento”. Così in una nota il vicepresidente del MAIE Vincenzo Odoguardi a commento dell’ufficializzazione dell’alleanza politica mercoledì scorso alla Camera.
Assente alla conferenza per irrevocabili impegni presi in precedenza, Odoguardi sostiene che così “il MAIE conquista, in Italia, uno spazio politico sempre più grande e continua ad essere protagonista della politica nazionale, anche e soprattutto per quanto riguarda gli italiani all’estero. Sullo sfondo dell’alleanza – sottolinea Odoguardi - un ampio orizzonte verso le politiche 2027, con potenzialità enormi. Ci attendono anni di grande lavoro e di grande impegno, per continuare a crescere sul territorio – ed essere così ancora più vicini ai nostri connazionali – e per fare del nostro meglio a livello parlamentare, portando soluzioni adeguate alle richieste degli italiani all’estero, dovunque siano nel mondo”.
“Per quanto riguarda il Nord e Centro America, in particolare, siamo già al lavoro per programmare un 2025 ricco di eventi ed iniziative: ad essere protagonista saranno la cultura, il made in Italy, le eccellenze italiane, gli italiani che vivono in questa parte di mondo e che hanno saputo farsi amare e apprezzare dalla propria comunità. E chiunque sarà il benvenuto”, conclude il vicepresidente MAIE.
“Come tutti gli anni l’Inps emana un messaggio (quest’anno il n. 3821 del 15 novembre) dove, senza spiegarne i motivi, ci informa che l’importo aggiuntivo di 154 euro (art. 70, comma 7, della legge 23 dicembre 2000, n. 388) corrisposto con la tredicesima del mese di dicembre a tutte le pensioni pari o inferiori al minimo (e a patto che i beneficiari soddisfino specifici limiti reddituali) non sarà pagato alle pensioni detassate in virtù di una convenzione sulla doppia imposizione”. A rilanciare la notizia è Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, che spiega come, alla luce di questa decisione, “vengono escluse dall’attribuzione del beneficio tutte le pensioni dei residenti all’estero i quali hanno richiesto all’Inps la detassazione della loro pensione, sia in convenzione che autonoma, secondo quanto stabilito dalla convenzione contro le doppie imposizioni fiscali stipulata dall’Italia con il Paese di emigrazione”.
“Quasi tutte le pensioni erogate all’estero – ricorda Porta – sono detassate alla fonte dall’Inps e tassate dal Paese di residenza perché così è stabilito dalla stragrande maggioranza delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall’Italia. Ciò significa che a quasi tutti i potenziali aventi diritto (si presume migliaia di pensionati italiani residenti all’estero) viene negato il diritto ai 154 euro della somma aggiuntiva”.
“Ma cosa è e quali sono i requisiti pensionistici e reddituali necessari per aver diritto all’importo aggiuntivo? L’importo aggiuntivo – spiega il deputato – è un’erogazione supplementare alla pensione, pari a 154,94 euro, introdotta dalla legge finanziaria 2001 (art. 70, legge 23 dicembre 2000, n. 388) e riconosciuta a chi percepisce una o più pensioni con un importo complessivo non superiore al trattamento minimo e che si trovi in determinate condizioni reddituali. Per il 2024 il limite di importo annuo della pensione (comprensivo delle maggiorazioni sociali e delle pensioni o pro-rata esteri) non deve superare i 7.781,93 euro (se l’importo delle pensioni è compreso fra 7.936,87 e 7.781,93 euro spetta la differenza fra 7.936,87 e l’importo della pensione). Sempre per il 2024 i limiti reddituali da non superare sono 11.672,90 euro quello individuale e 23.345,79 quello coniugale. Nei casi in cui il pensionato sia titolare anche di prestazioni liquidate in regime di convenzione internazionale, per la verifica del limite reddituale viene considerato anche l’importo della pensione estera (o pro-rata), in aggiunta all’importo delle pensioni italiane. Per il tetto di reddito, non si calcolano i trattamenti di famiglia, la casa d’abitazione e pertinenze, i trattamenti di fine rapporto, i redditi derivanti da competenze arretrate sottoposte a tassazione separata”.
“La decisione dell’Inps di escludere (nonostante ne abbiano il diritto) dal pagamento dell’importo aggiuntivo di 154 euro i pensionati italiani residenti all’estero solo perché hanno richiesto la detassazione della loro pensione, così come d’altronde previsto dalla normativa fiscale internazionale, - annota il parlamentare dem – appare giuridicamente infondata (non lo prevede nessuna disposizione legislativa nazionale e convenzionale) e inoltre non è giustificata da alcuna inferenza logico-deduttiva delle norme in vigore ed in particolare della stessa legge istitutiva della prestazione (e cioè della legge n. 388/2000, articolo 70, commi da 7 a 10) che non menziona restrizioni di natura fiscale ma solo reddituali”.
“Vengono colpiti da questa penalizzante decisione – evidenzia Porta – soprattutto i pensionati più poveri, ossia quelli residenti in America latina, le cui pensioni sono detassate in Italia e tassate nel Paese di residenza e i cui importi pensionistici complessivi sono spesso pari o inferiori al trattamento minimo italiano. Continueremo ad adoperarci – conclude – affinché il Governo, il Ministero del Lavoro e l’Inps chiariscano questa iniquità”.
Senatore Pd eletto in Africa-Asia-Oceania-Antartide, Francesco Giacobbe ha espresso il suo pieno sostegno alla recente iniziativa del Parlamento australiano che vieta l’accesso ai social media ai minori di 16 anni, definendola “una misura necessaria per tutelare le giovani generazioni dai rischi associati all’uso eccessivo e non regolamentato delle piattaforme digitali”.
Il disegno di legge, approvato ieri con il sostegno bipartisan delle forze politiche australiane, obbliga le società di social media ad adottare misure concrete per impedire ai minori di 16 anni di creare account sui loro siti, come Facebook, Instagram e X, pena multa da circa 30 milioni di euro che sarà applicabile fra un anno, dopo un periodo di transizione per consentire alle piattaforme di adeguarsi alle nuove regole.
Si tratta di una delle normative più rigorose a livello globale in materia di regolamentazione dei social media.
“Questa legge rappresenta un esempio di coraggio legislativo che mira a garantire un ambiente digitale più sicuro per i giovani,” ha commentato Giacobbe. “I rischi legati all’uso precoce dei social media, tra cui il cyberbullismo, l’esposizione a contenuti inappropriati e l’impatto negativo sulla salute mentale, sono ormai ampiamente documentati. È responsabilità della politica intervenire per proteggere i nostri ragazzi”.
Una iniziativa, ha aggiunto il senatore, che può rappresentare un modello anche per altri paesi, Italia compresa: “non possiamo ignorare l’allarme lanciato da genitori, insegnanti ed esperti di salute mentale. Regolamentare l’accesso ai social media significa dare un segnale chiaro: la tecnologia deve essere uno strumento al servizio del benessere umano, non una minaccia per il suo sviluppo”.
Secondo Giacobbe, poi, è “fondamentale che le piattaforme digitali collaborino con i governi per implementare sistemi di controllo e verifica efficaci. Solo così potremo costruire un ecosistema digitale più etico e sostenibile”. (focus\aise)