La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa, ha voluto diramare una nota di complimenti per il lavoro svolto dal Consolato Generale d’Italia a Zurigo in aiuto ai concittadini presenti. Lavoro definito “esempio di efficienza e attenzione”.
Per farlo, ha riportato alcuni commenti degli italiani lì residenti, che si sono sopresi per la gentilezza e la competenza trovata al Consolato durante il rinnovo del passaporto: “Sono veramente cambiate tante cose in positivo”, ha spiegato il concittadino a Billi.
“Nonostante le ben note criticità che affliggono la rete consolare nel mondo, è importante riconoscere e valorizzare le buone pratiche e gli esempi di efficienza e attenzione ai connazionali”, ha commentato quindi il deputato leghista prima di ringraziare il Console Generale, Mario Baldi, e tutta la sua squadra.
“Il vostro impegno rappresenta un segnale positivo e concreto di servizio pubblico all’altezza delle aspettative della nostra comunità all’estero”, ha concluso Billi.
“Procedere in maniera celere ad apportare” le “modifiche amministrative che consentirebbero” ai connazionali residenti all'estero “di ottenere il rilascio della carta d'identità elettronica presso il comune di iscrizione Aire, durante il loro soggiorno in Italia”. A chiederlo è Toni Ricciardi, deputato Pd eletto all’estero, che, insieme ai colleghi Di Sanzo, Porta e Carè, ha presentato una interrogazione a risposta in Commissione ai Ministri dell'interno e degli affari esteri, Piantedosi e Tajani, alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione sulla dicitura “genitori” sulle carte d'identità dei minori.
Nella premessa, infatti, Ricciardi ricorda che “nel 2019, allora Ministro dell'interno, Matteo Salvini, reintrodusse la dicitura “padre” e “madre” sulla carta d'identità dei minori, sostituendo il termine più neutro “genitori” introdotto nel 2015” e che “la Corte di cassazione, con la sentenza n. 9216 del 2025, ha confermato la decisione della Corte d'appello di Roma, dichiarando che l'uso di “padre” e “madre” è discriminatorio, poiché non riflette la varietà delle famiglie moderne, come quelle con due madri o due padri. La sentenza sottolinea la necessità di un linguaggio più inclusivo e rispettoso delle diverse configurazioni familiari. Questo pronunciamento potrebbe influenzare anche la registrazione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali, un tema già sollevato da alcuni comuni come Milano, ma ostacolato dal Ministero”.
La Cie, continua il deputato, “secondo il codice dell'amministrazione digitale è “il documento d'identità munito di elementi per l'identificazione fisica del titolare rilasciato su supporto informatico dalle amministrazioni comunali con la prevalente finalità di dimostrare l'identità anagrafica del suo titolare”. Il processo di emissione della carta d'identità elettronica è di competenza del Ministero dell'interno e, di conseguenza dei comuni, mentre i compiti di produzione e fornitura sono affidati all'Istituto poligrafico Zecca dello Stato; come già segnalato e chiesto al Governo, dal Partito Democratico nell'interrogazione n. 5-00579, molti cittadini italiani residenti all'estero ed iscritti all'Aire hanno ancora difficoltà nell'ottenere lo Spid e pertanto la carta d'identità elettronica sarebbe una valida soluzione per accedere ai servizi online. Attualmente, a questi connazionali non è possibile richiedere tale documento di identità elettronica presso gli uffici anagrafe dei comuni di iscrizione Aire, in Italia, dove possono richiedere soltanto il documento di identità cartaceo: una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani residenti sul territorio nazionale che lede i diritti dei residenti all'estero creando, di fatto, due categorie di cittadini”.
“Attualmente, - ricorda Ricciardi – la carta d'identità elettronica viene rilasciata esclusivamente dagli uffici consolari italiani siti nei Paesi dell'Unione europea e in Gran Bretagna, Svizzera, Norvegia, Principato di Monaco, San Marino e Santa Sede – Città del Vaticano, mentre i cittadini italiani iscritti all'Aire che vivono in altri Paesi extra-UE non possono accedere a tale servizio, in quanto i relativi consolati non sono abilitati ad operare tale rilascio e, di conseguenza, per questi connazionali non vi è oggi alcuna possibilità di ottenere la carta d'identità elettronica risultando discriminati rispetto sia ai residenti in Italia, sia ai residenti in Paesi dove è possibile il rilascio della carta d'identità elettronica tramite le rappresentanze consolari”.
“All'articolo 3 del Cad – annota il deputato dem – si afferma che “chiunque ha il diritto di usare, in modo accessibile ed efficace, le soluzioni e gli strumenti di cui al presente codice ...”, di conseguenza l'accesso alla carta d'identità elettronica deve essere garantito a tutti i cittadini italiani, compresi quelli residenti all'estero”.
Sottolineato che “una delle difficoltà addotte dal Governo per il rilascio della carta d'identità elettronica presso il comune di iscrizione Aire per i cittadini italiani residenti all'estero era stata proprio la questione dell'utilizzo della terminologia di padre e madre per il rilascio del documento”, Ricciardi chiede ai Ministri se “non ritengano di procedere in maniera celere ad apportare quelle modifiche amministrative che consentirebbero, in accordo con l'articolo 3 del Cad, ai nostri connazionali residenti all'estero, di ottenere il rilascio della carta d'identità elettronica presso il comune di iscrizione Aire, durante il loro soggiorno in Italia, con ritiro del documento in questione presso la sede dell'anagrafe comunale o la spedizione ad un indirizzo, in Italia, indicato dal cittadino al momento della richiesta unitamente all'indicazione di un suo delegato al ritiro della carta d'identità elettronica, anche alla luce della recente sentenza n. 9216 del 2025 della Corte di cassazione”.
Assicurare “il sostegno del nostro Paese al progetto di creazione del Museo dell'italianità a Buenos Aires, anche offrendo tramite i presidi diplomatici e consolari in situ tutta l'assistenza necessaria ai promotori”. Questo l’impegno richiesto al Governo da Paolo Formentini, deputato della Lega, che insieme agli eletti all’estero Billi (Lega) e Tirelli (Maie) e ai deputati Coin e Crippa (Lega), ha presentato una risoluzione in Commissione Esteri.
Nella premessa, Formentini ricorda che “nei pressi dell'aeroporto Jorge Newbery di Buenos Aires dal 2017 si trova ubicato un monumento a Cristoforo Colombo realizzato in marmo di Carrara dallo scultore Arnaldo Zocchi e donato dalla comunità degli italiani in Argentina al governo locale; per effetto di un decreto, quello a Cristoforo Colombo è stato dichiarato il 14 novembre 2019 “monumento storico nazionale””.
“La Federazione delle istituzioni italiane della circoscrizione consolare di Buenos Aires, di seguito Fediba, - si legge ancora nel testo – propone di creare un Museo dell'italianità; il Museo dovrebbe essere allestito in un immobile da erigere in prossimità del monumento a Cristoforo Colombo su una superficie pari a 1.500 metri quadrati, già individuata; scopo del Museo dell'italianità sarebbe quello di interpretare, raccontare e rappresentare il patrimonio immateriale dell'emigrazione italiana in Argentina; nelle intenzioni dei proponenti, il funzionamento del Museo dell'italianità verrebbe assicurato da una fondazione ad hoc, che sarebbe modellata sull'esempio della già attiva fondazione culturale Coliseum”.
“Il 7 dicembre 2023 – annota il deputato – il Comites di Buenos Aires, Fediba e il Governo della Città Autonoma di Buenos Aires hanno firmato presso l'Ambasciata d'Italia un permesso d'uso precario del terreno su cui dovrebbe sorgere il Museo valido cinque anni; per assicurare tuttavia adeguata profondità temporale al progetto, è stato altresì presentato alla Legislatura della Città Autonoma di Buenos Aires un disegno di legge che mirerebbe a riconoscere una concessione trentennale e godrebbe al momento del consenso necessario alla sua approvazione”.
Con la risoluzione, dunque, si intende impegnare il Governo “ad assicurare, per quanto di competenza, il sostegno del nostro Paese al progetto di creazione del Museo dell'italianità a Buenos Aires, anche offrendo tramite i presidi diplomatici e consolari in situ tutta l'assistenza necessaria ai promotori”. (focus\aise)