La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – ““È gravissimo che per motivi politici e ideologici un’università come Harvard sia sotto attacco e non possa più accogliere studenti internazionali. Migliaia di giovani studenti e ricercatori, tra cui molti italiani, rischiano ora di perdere il visto ed essere irregolari, senza che questo abbia a vedere con la loro condotta o il loro merito. L’antisemitismo e ogni forma di odio vanno combattuti con fermezza, ma le università devono restare luoghi di inclusione e confronto. Questi valori non possono essere usati come pretesto per decisioni arbitrarie che danneggiano il diritto allo studio e la libertà accademica". È quanto dichiarano le deputate di Azione, Federica Onori, eletta in Europa, e Giulia Pastorella.
“Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo quali azioni diplomatiche intenda intraprendere per tutelare i nostri studenti, anche tramite il supporto dell’ambasciata italiana a Washington”, spiegano le parlamentari. “Dobbiamo garantire che nessun giovane italiano venga discriminato o danneggiato per scelte arbitrarie e ideologiche altrui”.
Si è svolto nei giorni scorsi a Santo Domingo un importante incontro tra Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE con delega al Nord e Centro America, e alcuni tra i principali coordinatori del MAIE in Canada. Presenti Luigi De Martino, coordinatore Ontario, e Francesco Sanci, coordinatore Toronto, oltre a Giovanni Rocca, Francesco Rigitano e Domenico Criaco.
Durante la riunione – riporta il Maie in una nota - sono stati affrontati temi di fondamentale interesse per la comunità italiana in Canada, come la diffusione della cultura e della lingua italiana, la promozione del made in Italy, il sostegno alla rete delle Camere di Commercio italiane in terra canadese.
Sul tavolo, inoltre, le strategie da mettere in campo come Movimento Associativo Italiani all’Estero per coinvolgere un numero sempre maggiore di connazionali all'interno del network MAIE Canada.
Di grande rilevanza il focus sugli eventi MAIE da organizzare sul territorio, in tutte le circoscrizioni consolari.
Odoguardi si è detto “molto soddisfatto” di come procede il lavoro: presto, ha annunciato, effettuerà una nuova missione in terra canadese per “guardare occhi negli occhi i tanti italiani che si sentono sempre più abbandonati dai partiti tradizionali e vedono nel Movimento Associativo un punto di riferimento importante per tutto quello che riguarda la loro vita da italiani residenti oltre confine”.
“L’affluenza al primo turno delle elezioni presidenziali polacche di domenica 18 maggio ha raggiunto il 67,31%, il valore più alto registrato per un primo turno dal 1989. Un risultato che segna una svolta anche per la partecipazione dei cittadini polacchi residenti all’estero: 509.000 elettori si sono registrati per votare fuori dal Paese, su una diaspora stimata in circa 20 milioni di persone nel mondo. Tra i registrati, ha votato l’89,21%, pari a circa il 2,5% della diaspora complessiva”. A riportare questi dati è Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa, che ha preso parte alla missione di monitoraggio elettorale del Consiglio d’Europa.
“Per garantire la più ampia partecipazione possibile, - evidenzia Billi – il Ministero degli Affari Esteri ha allestito 511 seggi elettorali all’estero, un numero mai raggiunto prima in una tornata presidenziale. I seggi sono stati istituiti dalle autorità consolari e pubblicati ufficialmente almeno tre settimane prima del voto. I cittadini polacchi residenti all’estero potevano esprimere il proprio voto in presenza, recandosi presso le ambasciate, i consolati o altre sedi diplomatiche. Era necessario registrarsi preventivamente entro il 13 maggio attraverso il portale del Ministero degli Esteri, oppure contattando direttamente il proprio consolato di riferimento. In alternativa, chi si trovava temporaneamente all’estero poteva votare utilizzando un certificato elettorale, rilasciato dal proprio comune in Polonia, che consentiva di votare in qualsiasi seggio, inclusi quelli all’estero, senza dover risultare registrato presso il consolato. Questo significa che il numero effettivo di votanti all’estero potrebbe essere stato persino superiore a quello dei registrati ufficialmente. Il voto per corrispondenza non era previsto per queste elezioni”.
“Secondo il Codice Elettorale polacco, - spiega Billi – il voto postale per i cittadini residenti all’estero è consentito, ma solo in casi specifici e regolati. In passato era previsto principalmente per le persone con disabilità o per chi non poteva recarsi fisicamente al seggio. Durante la pandemia da COVID-19, il governo cercò di estendere questa possibilità a tutti, suscitando polemiche e critiche per presunte violazioni delle norme costituzionali, difficoltà amministrative e di costo. Alla fine, le presidenziali del 2020 furono rinviate e si svolsero con modalità tradizionali, tramite voto fisico nei seggi diplomatici. Nel contesto attuale, la presenza della diaspora polacca nel mondo resta estremamente rilevante: si stima che circa 20 milioni di persone di origine polacca vivano stabilmente fuori dai confini nazionali. Le comunità più numerose si trovano in Germania, circa 866.000 residenti, Regno Unito, oltre 840.000, Francia, tra 500.000 e 1.000.000, Italia, circa 100.000, Canada, oltre 1,1 milioni e Australia, circa 209.000. Questi dati – commenta il parlamentare – non solo confermano la diffusione capillare della diaspora, ma sottolineano anche la necessità di continuare a garantire modalità di voto accessibili, trasparenti e sicure per i cittadini polacchi all’estero”.
Per quanto riguarda i risultati del primo turno, riporta Billi, “tra gli elettori fuori dalla Polonia, Rafał Trzaskowski, candidato centrista della Coalizione Civica, ha raccolto il maggior numero di preferenze, ottenendo il 36,8% dei voti (oltre 171.000). È stato seguito da Sławomir Mentzen, esponente dell’estrema destra, con circa il 17% (oltre 77.000 voti), e da Karol Nawrocki, sostenuto dal partito Diritto e Giustizia (PiS), con poco più del 16% (circa 75.000 voti). Trzaskowski ha ottenuto i risultati più rilevanti nelle città con forte presenza della diaspora polacca, come Chicago, New York, Londra e Berlino”.
“I risultati ufficiali hanno visto Trzaskowski al 31,36% e Nawrocki al 29,54%. Dunque, il secondo turno si terrà domenica 1° giugno, con Trzaskowski e Nawrocki a contendersi la presidenza. In una sfida così equilibrata, - conclude Billi – il voto della diaspora potrebbe rivelarsi decisivo”. (focus\aise)