La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – “Il pronunciamento della Corte Costituzionale sulle questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Bologna e altri in merito alla legittimità della cosiddetta legge “ius sanguinis” (91/1992), modificata dal decreto Tajani convertito in legge dal Parlamento in data 26 maggio 2025, conferma la piena costituzionalità della legge in vigore fino alla presentazione del “decreto Tajani” del marzo del 2025 e quindi la totale inopportunità oltre che improprietà di ricorrere alla decretazione d’urgenza per modificare la normativa italiana su una materia così delicata”. A dirlo è stato il deputato del Pd eletto in Sud America, Fabio Porta.
“Si tratta di un risultato importante, perché la Corte, pur non riferendosi specificamente alla nuova normativa ha dichiarato l’infondatezza delle questioni di legittimità e incostituzionalità sollevate dai Tribunali”, ha aggiunto ancora l’esponente del Pd. “Allo tempo stesso la Corte Costituzionale ha voluto ribadire in maniera solenne come spetti al Parlamento l’eventuale decisione di intervenire sul tema della cittadinanza, mentre alla Corte spetta l’accertamento della costituzionalità delle suddette norme; anche in questo caso, considerando il ricorso alla decretazione d’urgenza e la conseguente forte e grave limitazione delle prerogative parlamentari, la Corte segnala in maniera autorevole sia pure indiretta la irrituale maniera con il quale il governo italiano abbia deciso di intervenire sul tema, peraltro alla vigilia di una così importante sentenza”.
Porta ha infine assicurato che continuerà, in Parlamento e tra gli italiani all’estero, “a mantenere alta l’attenzione su questo tema e sulla necessità di modificare una norma che ha causato sconcerto e “spaesamento” tra gli italiani all’estero, così come ribadito dal discorso al CGIE del Presidente della Repubblica che auspicava un approfondimento e quindi un ripensamento sui contenuti dell’attuale legge 75/2025”.
“Il nome del Presidente Mattarella, insieme a quelli dei ministri Tajani e Crosetto, inseriti nella lista dei cosiddetti “nemici della Russia”, rappresenta un atto intimidatorio gravissimo e inaccettabile”. Ad affermarlo è stata la deputata di Azione eletta in Europa, Federica Onori, segretaria della commissione Affari esteri alla Camera.
“Mattarella era già stato attaccato in passato dalla propaganda del Cremlino per aver osato denunciare, con parole lucide e ferme, le analogie storiche tra l’aggressione russa all’Ucraina e i totalitarismi del Novecento – ha aggiunto la deputata -. Questa ennesima rappresaglia diplomatica conferma l’ormai noto atteggiamento russo di disprezzo verso la libertà d’espressione, l’indipendenza delle istituzioni e la coerenza morale degli Stati democratici”.
“Colpire le più alte cariche dello Stato italiano significa colpire tutti noi – ha concluso l’eletta all’estero -. La mia piena solidarietà va a chi è finito in questo elenco ignobile per aver difeso con dignità i valori europei. E non posso tacere sull’ambiguità di chi, anche in Italia, continua a giustificare o minimizzare simili derive: ora più che mai serve chiarezza su da che parte stare”.
zI cambiamenti previsti dal nuovo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente modifiche al regolamento di organizzazione del Ministero di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 2010, n. 95, rischiano di ridurre la portata strategica delle politiche per gli italiani all’estero a un insieme di servizi amministrativi. Una visione miope e inadeguata rispetto alla realtà di una comunità globale sempre più ampia, articolata e dinamica”. È quanto dichiarato da Francesca La Marca, senatrice Pd eletta in Centro e Nord America, nel corso dell’audizione dell’Ambasciatore Riccardo Guariglia, Segretario Generale del MAECI, svolta il 29 luglio, presso le commissioni riunite Affari Esteri di Senato e Affari Costituzionali della Camera.
Prendendo la parola in seguito all’audizione dell’Ambasciatore, la Senatrice ha sollevato alcune criticità relative allo schema di decreto del Presidente della Repubblica che modifica l’organizzazione del Ministero e che riguardano la gestione delle comunità italiane nel mondo.
“In primo luogo – ha spiegato La Marca – il cambio di denominazione della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie in Direzione Generale per i Servizi ai Cittadini all’Estero appare tutt’altro che neutro. È il segnale di un approccio burocratico e riduttivo che svuota di contenuto la funzione strategica delle politiche per gli italiani nel mondo. Passaporti, cittadinanza, anagrafi consolari sono fondamentali, ma non sono tutto. Chi si occuperà delle politiche culturali, della promozione degli oriundi, delle relazioni con le nuove generazioni? Dove finisce la dimensione politica e propositiva della presenza italiana all’estero?”.
Altro nodo critico segnalato dalla senatrice riguarda la centralizzazione delle pratiche di cittadinanza iure sanguinis presso un unico ufficio che verrebbe creato all’interno del MAECI. “Una scelta a mio avviso sbagliata – ha dichiarato – che rischia di accentrare inefficienze, creare colli di bottiglia e allontanare i cittadini dalle istituzioni. Con oltre sei milioni di italiani all’estero, molti dei quali interessati a procedure complesse come quelle per il riconoscimento della cittadinanza, è difficile comprendere come un solo ufficio possa gestire efficacemente un carico così ingente”.
Infine, La Marca ha espresso perplessità sull’indicazione, contenuta nel testo, di trasmettere le domande di riacquisto della cittadinanza per posta: “è una previsione anacronistica, che contrasta con gli obiettivi dichiarati di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e del MAECI stesso. Serve una semplificazione reale, non un ritorno a modalità superate.”
“In un contesto geopolitico complesso, in cui la presenza italiana nel mondo può rappresentare una risorsa strategica per il Paese – ha concluso La Marca – è essenziale che l’organizzazione del Ministero non si limiti a rispondere a pratiche, ma sappia proporre politiche lungimiranti. Serve una visione all’altezza delle sfide globali e delle aspettative delle nostre comunità all’estero”. (focus\aise)