Le forme del Made in Italy (2)

ROMA – focus/ aise – Il riconoscimento Unesco alla Regina Viarum, entrata a far parte della prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale Unesco (60° riconoscimento per l’Italia che conta 61 siti in tutto), apre grandi opportunità di valorizzazione e maggiore attrattività turistica per le aree interne degli 89 Comuni coinvolti e le 4 regioni attraversate: Lazio, Campania, Basilicata e Puglia. La conferma è arrivata in occasione della Borsa del Turismo Archeologico di Paestum, attraverso i dati elaborati da Isnart e Istituto Tagliacarne, esposti nel corso del panel su “Rilancio delle aree interne attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e archeologici: Appia Regina Viarum” cui hanno partecipato Andrea Prete, Presidente Unioncamere, Loretta Credaro, Presidente ISNART – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Culturali, e rappresentanti istituzionali e associativi delle Camere di commercio di: Caserta, Irpinia-Sannio, Bari, Salerno, Basilicata, Brindisi-Taranto.
Il progetto Appia Regina Viarum, ha spiegato Isnart, rappresenta un’occasione concreta per connettere le politiche di valorizzazione del patrimonio culturale con le strategie di sviluppo delle aree interne. La Via Appia attraversa territori che custodiscono una parte fondamentale della storia d’Italia e che oggi possono diventare un laboratorio per nuove forme di turismo sostenibile, basate sulla cultura, sulla prossimità e sulla qualità dell’esperienza.
Lungo il tracciato dell’Appia si incontrano aree ad altissimo valore paesaggistico e archeologico ma, spesso, caratterizzate da fragilità economiche e infrastrutturali. L’obiettivo del lavoro condotto da Isnart e dal Centro Studi Tagliacarne è stato proprio quello di misurare e mettere a sistema queste potenzialità, integrando dati economici, turistici e culturali con strumenti di location intelligence.
“In Italia – ha spiegato Paolo Bulleri (Dirigente Area per la valorizzazione degli ecosistemi turistici e culturali, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Culturali) – sono 979 i Comuni che ospitano siti Unesco, di cui 545 fanno parte anche della rete Mirabilia, che unisce territori con un forte patrimonio culturale diffuso. Nei Comuni con siti Unesco si concentra quasi la metà delle presenze turistiche nazionali (48%) e un valore aggiunto complessivo di 650 miliardi di euro. Anche i comuni Mirabilia, pur rappresentando solo il 7% dei comuni italiani, attraggono il 19% delle presenze turistiche nazionali: un dato che evidenzia come la cultura sia un potente moltiplicatore economico anche in territori meno centrali”.
Le aree interne, secondo la Strategia Nazionale (SNAI), sono quelle più lontane dai servizi essenziali ma ricche di risorse ambientali e culturali. Le analisi Isnart hanno riguardato 124 aree progetto, coinvolgendo oltre 1.900 comuni, per misurare il livello di turisticità e di potenzialità culturale di ciascun territorio. È emerso un forte gap tra turisticità e potenzialità soprattutto nel Mezzogiorno – in regioni come Lazio, Campania, Basilicata e Puglia – dove il patrimonio esiste ma non è ancora adeguatamente valorizzato. Aree “modello” sono invece riferibili a Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Liguria, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Concentrandosi sulla Via Appia, lo studio mostra che i comuni attraversati da questo asse storico presentano indici di turisticità e potenzialità superiori rispetto alla media: nei comuni delle Aree interne è 38,3% contro 25,6% mentre, nel resto dei comuni, la turisticità è 52,2% contro 39,6%.
Ciò dimostra che l’Appia può diventare un vero corridoio di sviluppo territoriale, capace di collegare centri urbani, borghi e aree rurali in un’unica narrazione di identità e accoglienza.
Ha aggiunto ancora Bulleri: “Attraverso la location intelligence – che raccoglie dati anonimamente tramite gli smartphone – Isnart ha inoltre tracciato l’andamento del turismo culturale e cicloturistico lungo la Via Appia, evidenziando una crescita significativa nell’estate 2025 rispetto al 2024, soprattutto nei poli di Latina, Benevento, Matera, Taranto e Brindisi. È il segnale di un potenziale in espansione, che unisce cultura, mobilità dolce e nuove forme di fruizione territoriale”.
In conclusione, la valorizzazione dell’Appia non è solo un progetto culturale, ma una strategia di coesione: un modello per il rilancio delle aree interne fondato su conoscenza, rete istituzionale e valorizzazione del capitale territoriale. Restituire valore a questi luoghi significa rafforzare la competitività sostenibile del Paese, con la cultura come motore di sviluppo e di identità condivisa.
“Unioncamere, insieme al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, è impegnata in una collaborazione istituzionale per la definizione di una Strategia agricola nazionale per le aree interne – ha spiegato Andrea Prete, presidente Unioncamere -. L’obiettivo è duplice: valorizzare il capitale umano, naturale e culturale di questi territori e supportare oltre 1,2 milioni di imprese agricole e agroalimentari, che rappresentano una risorsa strategica per contrastare lo spopolamento e rilanciare l’economia locale. Le analisi condotte mostrano un’evoluzione significativa: nelle 124 aree di progetto cresce la diversificazione verso il turismo, con la quota di aziende agricole con agriturismi salita dal 28,9% del 2010 al 43,7% nel 2020, mentre nel resto del Paese è ferma al 32,5%”.
“Nonostante le difficoltà demografiche – ha aggiunto Prete - le aree interne esprimono una forte vitalità imprenditoriale e un potenziale turistico in crescita, con un +7% di arrivi tra il 2019 e il 2024 e una domanda sempre più attenta alla sostenibilità e disposta a spendere di più per esperienze autentiche. Investire in questi territori significa scommettere su un’Italia che cresce in modo equilibrato e inclusivo. Attraverso i diversi progetti del Sistema camerale – come Mirabilia, che connette produzioni locali, patrimonio culturale e turismo – stiamo costruendo una filiera integrata tra agricoltura, cultura, ambiente e innovazione. Il potenziale è enorme: il target di utenza di queste aree ha una spesa turistica complessiva stimata in 24,5 miliardi di euro, e solo un giorno di permanenza in più può generare 6 miliardi di valore aggiunto per l’economia nazionale”.
“Quando parliamo di aree interne e beni Unesco - ha dichiarato Loretta Credaro, presidente Isnart - ci riferiamo a un patrimonio di straordinario valore identitario e culturale, che può diventare leva concreta di sviluppo sostenibile se inserito all’interno di un sistema integrato di valorizzazione. Il Sistema camerale, attraverso Isnart e Unioncamere, sta lavorando proprio in questa direzione: costruire un modello di sviluppo che unisca la ricchezza paesaggistica e culturale dei territori con le loro produzioni tipiche, per disegnare un turismo accessibile, innovativo, inclusivo e sostenibile. Uno degli strumenti più significativi in questo senso è il progetto speciale Mirabilia, che coinvolge Unioncamere e 21 Camere di commercio con sede in territori che ospitano siti Unesco “meno noti”. Mirabilia rappresenta una piattaforma concreta di cooperazione territoriale e di promozione turistica che può valorizzare proprio le aree interne, aiutando le imprese locali a crescere e ad aprirsi a nuovi mercati. Come Isnart, stiamo supportando i territori con analisi e strumenti di conoscenza, indispensabili per orientare le strategie di sviluppo turistico e rafforzare la competitività delle destinazioni. Le nostre ricerche mostrano che il peso del patrimonio culturale e naturalistico nelle aree interne è particolarmente elevato, e questo conferma il loro ruolo strategico per un turismo “di sistema” fondato sulla qualità, sull’autenticità e sulla lentezza. Attraverso progetti come Mirabilia, il Sistema camerale intende creare una rete di opportunità condivise, perché la bellezza e la qualità dei nostri territori diventino un elemento competitivo per tutto il Paese”.
In un contesto di generale incertezza, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago lancia un ambizioso piano triennale di internazionalizzazione rivolto a tre mercati chiave del sud-est asiatico: Corea del Sud, Vietnam e Taiwan. L’obiettivo è consolidare la presenza dell’Asiago DOP in aree di forte crescita, intercettando una domanda sempre più attenta alla qualità e allo stile alimentare europeo.
La partecipazione alla COEX Food Week 2025, la principale fiera coreana dedicata al food & beverage, in programma a Seoul da oggi al 1° novembre, segna l’avvio del programma triennale “Europe be my guest” del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, del valore di 1,5 milioni di euro, cofinanziato dall’Unione Europea e sviluppato in collaborazione con FICT (Fédération des Entreprises Françaises de Charcuterie Traiteur), che raggruppa produttori di salumi e gastronomia di alta qualità. Col progetto “Europe be my guest”, l’Europa invita consumatori e professionisti del mondo della ristorazione asiatici a scoprire le sue eccellenze gastronomiche attraverso un racconto condiviso fatto di ospitalità e convivialità, rappresentato dalle migliori produzioni italo-francesi.
“Questa iniziativa, tra le più strutturate mai messe in campo dal Consorzio Tutela Formaggio Asiago in area asiatica, intende esplorare nuovi mercati e promuovere la conoscenza e il consumo dell’Asiago, facendone conoscere la naturalità e la capacità di offrire risposte alle nuove esigenze dei consumatori internazionali. In particolare in Corea del Sud, dove la cucina italiana è apprezzata come sinonimo di alta qualità ed eleganza”, sottolinea il Consorzio che intende così “consolidare un percorso avviato fin dal 2023 con attività promozionali rivolte a stampa, opinion leader e mondo della ristorazione”.
La Corea del Sud rappresenta oggi la dodicesima economia mondiale e, grazie all’accordo di libero scambio UE-Corea (FTA) del 2011, riconosce e tutela la denominazione Asiago. In questo contesto, l’interscambio commerciale tra l’Unione Europea e la Corea del Sud è cresciuto nell’ultimo decennio del 7,3% medio annuo e l’export agroalimentare italiano vale circa 400 milioni di euro.
“Vogliamo essere protagonisti e non spettatori nel cambiamento in atto nei mercati internazionali”, afferma Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio Tutela Formaggio Asiago. “Portare l’Asiago in Asia significa ascoltare i consumatori più esigenti, anticipare le tendenze e costruire nuove relazioni. Il nostro formaggio nasce in un territorio unico e da una filiera che investe in qualità. Raccontarlo al mondo è una straordinaria opportunità per dare valore alle nostre produzioni e all’intero Made in Italy”.
Dopo Seoul, il progetto “Europe be my guest” proseguirà dal 3 novembre in Vietnam, Paese da 100 milioni di abitanti dove l’export agroalimentare italiano ha toccato i 90 milioni di euro nel 2024 e, nei primi quattro mesi del 2025, l’interscambio ha registrato il +11,5%. Anche qui, grazie all’accordo di libero scambio UE-Vietnam (EVFTA), il formaggio Asiago beneficia di protezione e può contare su un contesto favorevole allo sviluppo. Ad Hanoi e Ho Chi Minh, il Consorzio di Tutela punterà a creare cultura e domanda attraverso un programma di attività formative dedicate a chef e operatori, focalizzate sulla conoscenza del prodotto e sul suo utilizzo in cucina e negli abbinamenti. (focus\aise)