Vento d’Europa

ROMA – focus/aise - Il Parlamento europeo con 309 voti a favore, 201 contrari e 12 astenuti, ha riconosciuto Edmundo González Urrutia come "presidente legittimo" e "democraticamente eletto del Venezuela", condannando i “brogli elettorali” orchestrati dal “regime” di Maduro.
In una risoluzione non vincolante adottata ieri, l’europarlamento ha dunque condannato “senza mezzi termini” quelli che definisce “i brogli elettorali orchestrati dal Consiglio nazionale elettorale, che è controllato dal regime e che si è rifiutato di rendere pubblico il risultato”. I deputati Ue hanno dunque riconosciuto González Urrutia come “presidente legittimo e democraticamente eletto” del Paese e María Corina Machado come “leader delle forze democratiche”.
I deputati Ue hanno dunque sottolineato che, nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale, il “regime venezuelano” non ha rispettato l'Accordo di Barbados del 2023 tra il governo Maduro e l'opposizione in relazione alle elezioni presidenziali, “rendendo impossibile un'elezione libera ed equa”. Gli eurodeputati hanno quindi osservato “che i rapporti delle missioni internazionali di osservazione elettorale affermano chiaramente che le elezioni presidenziali venezuelane del 28 luglio 2024 non hanno rispettato gli standard internazionali di integrità elettorale”. Condannano inoltre con la massima fermezza “gli omicidi, le molestie, le violazioni e gli arresti perpetrati contro l'opposizione democratica, il popolo venezuelano e la società civile, chiedendo la fine delle violazioni sistematiche dei diritti umani”.
I deputati continentali hanno infine esortato gli attori regionali e la comunità internazionale a esercitare “la massima pressione sul regime di Maduro e sulla sua cerchia ristretta” affinché accettino la volontà democratica del popolo venezuelano, riconoscendo Edmundo González Urrutia come presidente legittimo e democraticamente eletto. In caso contrario, il Parlamento avverte che si potrebbe verificare un nuovo esodo migratorio verso altri Paesi della regione, simile a quello che ha portato quasi otto milioni di venezuelani a fuggire dal Paese negli ultimi anni.
L'Ucraina deve avere la possibilità di difendersi pienamente, colpendo laddove necessario obiettivi militari legittimi in Russia. Così in una risoluzione odierna il Parlamento europeo che ha criticato anche il calo del volume degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina dei Paesi UE e ha chiesto che le sanzioni europee contro la Russia e i suoi alleati siano più severe, ribadendo che la responsabilità per i crimini di guerra e le riparazioni russe sono elementi essenziali di qualsiasi soluzione pacifica.
Nella risoluzione, non vincolante, adottata con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astensioni, si afferma che senza l'abolizione delle attuali restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali, l'Ucraina non può esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa e rimane esposta ad attacchi contro la popolazione e le infrastrutture.
Il Parlamento sottolinea che le forniture insufficienti di munizioni e le restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l'impatto degli sforzi compiuti finora e deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina da parte dei Paesi dell'UE. I deputati ribadiscono l'invito agli Stati membri a rispettare l'impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all'Ucraina e ad accelerare la consegna di armi, sistemi di difesa aerea e munizioni, compresi i missili TAURUS. Ribadiscono inoltre la loro posizione secondo cui tutti i Paesi UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire all'Ucraina un sostegno militare annuale non inferiore allo 0,25% del loro PIL.
Le sanzioni dell'UE devono essere mantenute ed estese
Nella risoluzione si chiede agli Stati membri di mantenere ed estendere la politica di sanzioni UE contro la Russia, la Bielorussia e i Paesi e le entità non appartenenti all'UE che forniscono alla Russia tecnologie militari e a doppio uso. I deputati condannano il recente trasferimento di missili balistici dall'Iran alla Russia e chiedono un rafforzamento delle sanzioni contro Teheran e la Corea del Nord per il loro coinvolgimento nel sostegno alla guerra della Russia contro l'Ucraina. Inoltre, auspicano l'aggiunta di un maggior numero di individui ed entità cinesi all'elenco delle sanzioni dell'UE, nonché misure più severe per affrontare sistematicamente la questione dell'elusione delle sanzioni da parte di società con sede nell'UE, di terzi e di Paesi non UE.
Confiscare i beni statali russi per risarcire l'Ucraina
Pur invitando l'UE e i suoi Stati membri a lavorare attivamente per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile per l'Ucraina e individuare una soluzione pacifica alla guerra, i deputati affermano che qualsiasi risoluzione del conflitto deve basarsi sul pieno rispetto dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Ritengono inoltre che la responsabilità per i crimini di guerra russi e i risarcimenti e altri pagamenti da parte di Mosca siano aspetti essenziali di qualsiasi soluzione. A tal fine, i deputati chiedono all'UE e ai partner che condividono la stessa posizione di stabilire un regime giuridico per la confisca dei beni statali russi congelati dall'UE come parte degli sforzi per compensare l'Ucraina per gli ingenti danni subiti. (focus\aise)