Vento d’Europa

ROMA – focus/aise - La Commissione europea ha proposto nei giorni scorsi una revisione globale delle norme dell'Ue in materia di sicurezza stradale e immatricolazione dei veicoli. L'aggiornamento riguarda tre direttive dell'Unione applicabili ai controlli tecnici sui veicoli, alla loro immatricolazione e ai controlli su strada dei veicoli commerciali.
Le attuali norme dell'UE in materia di sicurezza stradale e immatricolazione dei veicoli sono obsolete e non più adeguate a tenere il passo con i rapidi progressi nella tecnologia dei veicoli, con la crescente preoccupazione per l'inquinamento e con i persistenti problemi di sicurezza stradale.
Le nuove norme – nell’intenzione della Commissione – daranno priorità alla sicurezza stradale e alla qualità dell'aria, con particolare attenzione all'adattamento alle tecnologie emergenti quali i veicoli elettrici e i sistemi avanzati di assistenza alla guida.
Introdurranno infatti controlli tecnici periodici per i veicoli elettrici, nuovi test per i sistemi di sicurezza elettronica e metodi avanzati di controllo delle emissioni per individuare i veicoli ad alte emissioni. La Commissione propone inoltre di introdurre controlli tecnici annuali per le autovetture e i furgoni di età pari o superiore a dieci anni, responsabili di una quota sproporzionata di emissioni nocive.
I cittadini saranno poi meglio protetti contro la manomissione fraudolenta del contachilometri. Inoltre vi saranno condizioni agevolate riguardo ai controlli tecnici periodici per chi risiede temporaneamente in un altro paese dell'UE.
Infine, la Commissione propone di introdurre la carta di circolazione digitale come nuovo standard e di semplificare la condivisione transfrontaliera dei dati migliorando lo scambio elettronico di dati di immatricolazione dei veicoli tra gli Stati membri. Questo, con l’obiettivo di facilitare il riconoscimento e la verifica dei certificati a livello transfrontaliero.
Secondo la Commissione, questi cambiamenti avranno un impatto significativo sulla sicurezza stradale, prevenendo circa casi di 65.000 feriti gravi e salvando circa 7.000 vite nei prossimi 25 anni.
Le proposte saranno ora esaminate dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
Nel 2024 l'Europa è stata il continente che ha registrato il riscaldamento più rapido. L'Europa ha vissuto l'anno più caldo mai registrato, che ha causato almeno 335 vittime e ha colpito circa 413.000 persone. È quanto emerge dalla relazione europea sullo stato del clima pubblicata nei giorni scorsi dal servizio relativo ai cambiamenti climatici di Copernicus, in collaborazione con l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) delle Nazioni Unite. Sulla base di dati e analisi scientifici, la relazione conferma la costante tendenza all'aumento delle temperature e al cambiamento climatico in tutta Europa.
I dati dello scorso anno mostrano temperature annue record in quasi la metà dell'Europa, nonché eventi meteorologici ripetuti quali tempeste gravi e grandi inondazioni. Nel 2024 l'Europa ha anche registrato un chiaro divario climatico: l'est europeo ha dovuto far fronte a temperature estremamente alte e a siccità, mentre l'Europa occidentale è stata calda e eccezionalmente umida, con le più grandi inondazioni dal 2013. Anche la temperatura della superficie del mare ha raggiunto livelli record con 0,7ºC al di sopra della media.
La relazione sottolinea ancora una volta la necessità dell'Europa di diventare climaticamente neutra e resiliente e di accelerare la transizione verso energie pulite e verso l’adozione di energie rinnovabili e misure di efficienza energetica.
Come sottolineato nella valutazione europea dei rischi climatici dello scorso anno, l'Europa è il continente che registra il riscaldamento più rapido, con temperature che aumentano circa il doppio rispetto alla media mondiale.
L'UE si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ha adottato obiettivi e una legislazione che mirano a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Nell'aprile 2024, la Commissione ha pubblicato una comunicazione sulla gestione efficace dei rischi climatici nell’UE e sul rafforzamento della resilienza climatica. Nel 2026 presenterà un piano europeo di adattamento al clima. (focus\aise)