Vita da ambasciatore/ambasciatrice

ROMA – focus/ aise – “Ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. Questo momento è giunto per Gaza”. Così, 40 ex Ambasciatori d’Italia hanno iniziato la loro lettera/appello rivolta alla Premier italiana, Giorgia Meloni, in cui hanno chiesto al Governo di assumere “con urgenza e nell’immediato” il riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina. Un gesto che non sarebbe solo un gesto simbolico ma un gesto di “altissimo significato politico”. Al contempo, gli ambasciatori hanno chiesto, data l’ingiustificabilità delle devastanti azioni dell’esercito israeliano a Gaza, di “sospendere ogni rapporto e cooperazione” nel settore militare e nella difesa con Israele; di “sostenere in sede Ue ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali nei confronti dei Ministri israeliani (come Smotrich e Ben G’vir)”; e di “unirsi al consenso europeo” per la sospensione temporanea dell'accordo Israele-Ue.
Parole molto nette quelle espresse dagli Ambasciatori, professionisti della diplomazia, che nelle scorse ore, e con estrema chiarezza, hanno spiegato le motivazioni della richiesta di una presa di posizione contro le scelte del governo israeliano. E lo hanno fatto con una lettera poiché non gli era più possibile “rimanere in silenzio ed inerti dinanzi alla sistematica negazione in atto da parte del governo israeliano di tutto quello in cui abbiamo creduto”, ossia “pace e dialogo”. Ora sono necessari "gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci".
Di seguito la lettera completa:
“Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l’orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all’autodifesa e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio”.
Le flagranti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone, che non risparmiano bambini, donne, anziani, ammalati, i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra, la costante inosservanza della legalità internazionale e del diritto umanitario - di cui il governo israeliano, come avviene per tutti i governi, dovrà rispondere - minano le stesse fondamenta della comunità internazionale e cancellano conquiste etiche maturate in decenni di consuetudini internazionali.
Le inaccettabili restrizioni per l’accesso umanitario a Gaza, la riduzione a livelli minimi inaccettabili, senza reali alternative, delle attività delle organizzazioni internazionali a favore di una sedicente fondazione umanitaria, stanno provocando migliaia di nuove vittime innocenti, che si aggiungono alle decine di migliaia già provocate dai massicci e indiscriminati bombardamenti israeliani in tutta la Striscia.
In questi mesi abbiamo assistito a incessanti spostamenti forzati di popolazione da una parte all’altra della Striscia senza che ci fossero delle reali zone di protezione internazionale. Tutto ciò è avvenuto mentre tutte le infrastrutture di Gaza, necessarie anche solo alla sopravvivenza della popolazione, sono state sistematicamente distrutte, a cominciare dagli ospedali, per continuare con le scuole, le università, gli stessi campi profughi.
Dinanzi a tutto ciò, non servono più le dichiarazioni, pur necessarie, come quella firmata da 30 Ministri degli Esteri (ed una Commissaria UE) lo scorso 21 luglio, a cui l’Italia meritoriamente si è unita. Servono gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci.
Dinanzi al ripetersi di eccidi e massacri di civili, chiediamo al Governo di adottare comportamenti conseguenti, in particolare i seguenti:
1. sospendere ogni rapporto e cooperazione, di qualunque natura, nel settore militare e della difesa con Israele;
2. sostenere in sede UE ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali (restrizioni agli spostamenti internazionali e congelamento delle attività economico-finanziare e dei patrimoni) nei confronti dei Ministri israeliani - come Smotrich e Ben G’vir - che incoraggiano e appoggiano il moltiplicarsi degli insediamenti illegali e le violenze dei coloni in Cisgiordania;
3. unirsi al consenso europeo per la sospensione temporanea dell’Accordo di associazione tra Israele e l’Unione Europea.
L’iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt’altro che meramente simbolica, è l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati. Chiediamo al governo di ripensarci. Questa decisione confermerebbe che da parte italiana la prospettiva di “due popoli, due Stati” non è solo uno slogan privo di senso compiuto e di qualunque credibilità, ma che si tratta di un percorso negoziale da riprendere immediatamente.
Le relazioni con Israele devono essere strettamente condizionate a questa prospettiva. L’eventuale annessione in tutto o in parte dei Territori palestinesi, ad esempio, dovrebbe comportare la radicale revisione delle relazioni diplomatiche con Israele.
Signora Presidente del Consiglio, i lunghi anni spesi nel servizio diplomatico, tenendo fede alla causa della pace e del dialogo, nello spirito dell’articolo 11 della Costituzione repubblicana, ci hanno spinto a rivolgerle questo appello, non potendo rimanere in silenzio ed inerti dinanzi alla sistematica negazione in atto da parte del governo israeliano di tutto quello in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo svolto la professione diplomatica”.
I firmatari in ordine alfabetico
Aldo Amati, Lorenzo Angeloni, Antonio Armellini, Marco Baccin, Piero Benassi, Mario Boffo, Alberto Bradanini, Giovanni Brauzzi, Rocco Cangelosi, Ino Cassini, Rosanna Coniglio, Antonio D’Andria, Anna Della Croce, Vincenzo De Luca, Roberto Di Leo, Pasquale Ferrara, Giovanni Ferrero, Giovanni Germano, Michele Giacomelli, Luca Giansanti, Aldo Mantovani, Maurizio Melani, Andrea Meloni, Elio Menzione, Laura Mirachian, Giuseppe Mistretta, Enrico Nardi, Ferdinando Nelli Feroci, Claudio Pacifico, Angelo Persiani, Michelangelo Pipan, Cristina Ravaglia, Lucio Alberto Savoia, Stefano Starace Janfolla, Stefano Stefanini, Vittorio Surdo, Franco Tempesta, Pasquale Quito Terracciano, Carlo Trezza e Gianfranco Varvesi.
“Un’occasione speciale per incontrare studentesse e studenti che hanno completato i corsi di italiano presso l’Istituto Italiano di Cultura di Rabat, insieme ai docenti e collaboratori dell’Istituto”. A scrivere è l’Ambasciatore italiano in Marocco, Pasquale Salzano, invitato dalla direttrice dell’IIC, Carmela Callea, a “condividere questo momento di chiusura dell’anno accademico”.
“È stato bello ascoltare le storie di chi ha scelto di avvicinarsi alla lingua e alla cultura italiane con passione, entusiasmo e impegno”, commenta l’Ambasciatore. “Il valore delle nuove generazioni sta anche nella loro capacità di costruire ponti tra mondi diversi. L’Italia – conclude l’Ambasciatore – crede in questi legami e continuerà a sostenerli, con la cultura, l’educazione e il dialogo”.
Nei giorni scorsi l’ambasciatore d’Italia in Armenia, Alessandro Ferranti, si è recato in visita presso il Museo dei manoscritti Matenadaran di Jerevan su invito del direttore Ara Khzmalyan.
Nel corso della visita è stato possibile ammirare una tra le più ricche e vaste collezioni di manoscritti e documenti armeni esistente al mondo, la quale comprende anche numerosissimi preziosi codici in altre lingue, tra cui il latino e l’italiano.
L’ambasciatore ha inoltre assistito alle varie fasi in cui si esplicano le operazioni di ricerca e restauro dei testi e dei manoscritti antichi, esprimendo profondo apprezzamento per le attività del Matenadaran.
Durante il colloquio con il direttore Khzmalyan, entrambe le parti hanno sottolineato l’importanza di continuare a coltivare ed approfondire la proficua collaborazione già esistente con l’Italia in materia di conservazione, valorizzazione e restauro dei manoscritti antichi, quale straordinario e inestimabile patrimonio dell’umanità. (focus\aise)