Vita da ambasciatore/ambasciatrice (2)

ROMA – focus/aise – L’ambasciatore d’Italia in Ucraina, Carlo Formosa, ha incontrato nei giorni scorsi la vice prima ministra Olga Stefanyshina, competente per l’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina.
Nel corso del colloquio, l’ambasciatore ha valorizzato il supporto politico fornito dal nostro Paese all’integrazione europea di Kiev, nel rispetto delle aspirazioni del popolo e del Governo dell’Ucraina: una dinamica che procede più rapida di quanto atteso, spinta dalla protratta aggressione russa e inquadrata nella piena “ownership” ucraina.
“Un’Ucraina stabilizzata e integrata nell’Unione corrisponde agli interessi europei e anche agli interessi nazionali italiani”, ha sottolineato Formosa.
La vice prima ministra ha ringraziato per il sostegno italiano sempre assicurato al percorso europeo dell’Ucraina, tanto in occasione della concessione dello status di Paese candidato quanto nell’apertura formale dei negoziati di adesione.
I due interlocutori si sono trovati d’accordo nell’identificare l’integrazione europea come una delle dimensioni fondamentali della Ukraine Recovery Conference del 2025, che sarà co-organizzata da Roma e Kiev.
Si è tenuta il 5 settembre la cerimonia di consegna dei diplomi del quarto gruppo di imprenditori che hanno partecipato al programma di accelerazione di E4Impact Kenya. Questa edizione del programma, lanciato nel 2018 dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con la Fondazione E4Impact, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), ha visto la partecipazione di più di 30 imprenditori kenyani, che hanno potuto migliorare la propria attività grazie alle iniziative di formazione offerte.
Alla cerimonia, presieduta dall’Ambasciatore d’Italia in Kenya, Roberto Natali, dal Vice Ministro per le Piccole e Medie Imprese, Onorevole Susan Mang’eni, cui hanno altresì presenziato il Titolare di Sede di AICS Nairobi Giovanni Grandi e il CEO della Fondazione E4Impact Mario Molteni, ha fatto seguito una serie di tavole rotonde. Queste sessioni di discussione, che hanno coinvolto rappresentanti del settore privato italiano e kenyano e organizzazioni internazionali, hanno messo in luce l'importanza di creare nuovi mercati e rafforzare le relazioni commerciali tra i due paesi.
Anche grazie al finanziamento di AICS, il lavoro di E4Impact continua a rappresentare un contributo significativo allo sviluppo sostenibile in Kenya, offrendo nuove opportunità per le generazioni future di imprenditori.
“La collaborazione con il Kenya per rafforzare la creazione di imprese e posti di lavoro è uno dei pilastri della partnership tra Italia e Kenya”, ha infatti sottolineato l’Ambasciatore Natali, aggiungendo che “è attraverso l'imprenditorialità e l'innovazione che possiamo contribuire alla riduzione della povertà e alla prosperità a lungo termine, anche in considerazione della giovane età media della popolazione che presto si affaccerà sul mercato del lavoro”.
Il Centro di Incubazione ed Accelerazione di Imprese “E4Impact” è stato istituito grazie ai finanziamenti di AICS nel 2019 attraverso una iniziativa che supporta l'avvio e il potenziamento di piccole e medie imprese (PMI) locali: l’iniziativa punta ad accelerare 30 aziende e incubarne 10 incubate per ogni anno di programma. Le PMI vengono selezionate in base al loro potenziale impatto sociale, economico e ambientale, alla loro rilevanza per la "Kenya Vision 2030" e anche alla coerenza con le priorità della cooperazione allo sviluppo italiana (agricoltura, turismo, energia, servizi igienicosanitari, gestione dei rifiuti, elettrificazione rurale, alloggi) con focus sulle nuove tecnologie digitali. Viene incoraggiata l'imprenditorialità femminile e giovanile. Infine, l'iniziativa prevede l'utilizzo di un fondo rotativo per finanziare le imprese dopo il periodo di accelerazione e incubazione.
Nel corso degli anni, E4Impact Kenya ha formato oltre 4.000 imprenditori e ha svolto un ruolo cruciale nella creazione di più di 24.000 posti di lavoro nel Paese, in settori che spaziano dall’agricoltura alla tecnologia, fino alla gestione dei rifiuti e al riciclaggio.
Si è svolta sul Monte Zec, nei pressi di Fojnica nel Cantone della Bosnia Centrale, a circa 50 km da Sarajevo, l’annuale cerimonia di commemorazione in onore dei membri dell’equipaggio del volo G222 (in codice: LYRA34) che persero la vita il 3 settembre 1992 a seguito dell’abbattimento dell’aeromobile da parte di unità rimaste ignote. La cerimonia è stata presieduta dall’Ambasciatore d’Italia Marco Di Ruzza, affiancato dall’Addetto per la Difesa competente per la Bosnia-Erzegovina, Col. Stefano Giribono.
Il velivolo, appartenente alla 46esima Aerobrigata di Pisa, - ricorda l’Ambasciata – era in volo verso Sarajevo, proveniente da Spalato, con il compito di trasportare aiuti e materiale sanitario alla popolazione locale, stremata dall’assedio durante la guerra in Bosnia Erzegovina. La missione di soccorso umanitario veniva effettuata sotto mandato delle Nazioni Unite in attuazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 761 del 29 giugno 1992. A circa otto minuti dall’atterraggio, l’aereo fu raggiunto da due missili terra-aria, che ne causarono l’esplosione in volo e lo schianto sulla sommità del Monte Zec. Rimasero vittima del tragico accadimento il Maggiore Pilota Marco Betti, il Tenente Pilota Marco Rigliaco, il Maresciallo motorista Giuseppe Buttaglieri e il Maresciallo elettromeccanico di bordo, Giuliano Velardi. Tutti sarebbero stati poi insigniti dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
La commemorazione è stata organizzata con il contributo di personale militare italiano in servizio presso la Missione EUFOR-Althea. Tra i partecipanti, un’alta delegazione del Ministero della Difesa della Bosnia Erzegovina – guidata dal Generale Mirsad Ahmic, in diretta rappresentanza del Ministro Helez – il Comandante del Quartier Generale NATO, Gen. Matthew Valas, il Vice Comandante di EUFOR, Gen. Lorenzo Dal Maso, Addetti Militari qui accreditati, rappresentanti del Comune di Fojnica, la locale Comunità francescana e l’Associazione dei cittadini di origine italiana “Rino Zandonai” di Tuzla.
Come da consuetudine, il Nunzio Apostolico, Mons. Francis Assisi Chullikatt, ha benedetto il Monumento eretto a memoria dei nostri militari nel 1998 (sul quale campeggia l’iscrizione “Caduti perché vivano gli altri”) e condotto la preghiera in loro suffragio. Ai piedi della lapide commemorativa, l’Ambasciatore ha deposto una corona floreale ed analoghi omaggi sono stati resi dal Ministero della Difesa della Bosnia Erzegovina e dalle altre istituzioni civili e militari partecipanti.
Anche in questa occasione, l’Ambasciatore – nel sottolineare come il sacrificio dei militari caduti nell’assolvimento di una missione umanitaria configuri un fulgido esempio di altruismo, generosità ed alta dedizione al servizio – ha voluto riecheggiare parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “lo slancio e l’altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune devono essere fonte di riflessione per tutti i cittadini che nel loro agire quotidiano sono chiamati ad un contributo egualmente prezioso per la civile convivenza e il progresso della comunità nazionale e internazionale”.
Nel suo intervento, Di Ruzza ha anche ricordato lo straordinario movimento di solidarietà che partì dall’Italia per soccorrere le popolazioni della ex Jugoslavia durante le guerre interetniche che ne segnarono la dissoluzione: iniziative che coinvolsero sia attori istituzionali che espressioni della società civile e che tuttora sono alla radice dei sentimenti di vicinanza ed amicizia che legano l’Italia alla Bosnia Erzegovina.
Ha concluso la celebrazione la “Preghiera dell’Aviatore”, recitata da personale militare italiano di EUFOR. (focus\aise)