Vita da ambasciatore/ambasciatrice (2)

ROMA – focus/ aise – L’ambasciatore d’Italia in Germania, Fabrizio Bucci, si è recato il 21 maggio in missione a Wolfsburg per una significativa visita istituzionale, all’insegna dei legami storici e culturali tra Italia e Germania, e per incontrare la vivace comunità italiana che da decenni contribuisce in modo straordinario allo sviluppo non soltanto della città di Wolfsburg, ma dell’intera regione e all’economia tedesca.
La giornata dell’ambasciatore è iniziata con un incontro con il personale dell’Agenzia Consolare. A seguire, accompagnato dall’agente consolare Chiara Felicelli, ha visitato lo storico stabilimento e la “Autostadt” della Volkswagen e incontrato numerosi rappresentanti e membri della collettività italiana. La visita si è conclusa al municipio, dove l’ambasciatore è stato ricevuto dal sindaco Dennis Weilmann e ha firmato il Libro d’Onore della città.
“Wolfsburg non è solo la città dell’industria automobilistica, ma è un esempio e un modello di integrazione riuscita”, ha commentato Bucci. “Abbiamo comunità italiane in tante parti del mondo, ma in poche altre città l’impegno civico è stato e continua ad essere così profondo e sentito. L’affetto e il senso di riconoscenza che uniscono Wolfsburg e l’Italia sono davvero esemplari”, ha aggiunto, ringraziando il sindaco Weilmann “non solo per la calorosa accoglienza di oggi, ma anche per l’impegno che ogni giorno l’amministrazione cittadina dimostra nei confronti della comunità italiana“.
Wolfsburg, simbolo dell’emigrazione italiana in Germania, ha visto arrivare i primi “Gastarbeiter” italiani nei primi anni ’60, molti dei quali trovarono impiego alla Volkswagen, contribuendo in modo determinante allo sviluppo economico della città e diventando protagonisti attivi della sua vita sociale, sindacale e istituzionale.
La visita si inserisce anche nel contesto delle celebrazioni per il 50° anniversario del gemellaggio tra Wolfsburg e la città di Pesaro, un legame che sarà celebrato ufficialmente il 19 settembre con una serata di grande prestigio: l’esecuzione dell’opera di Giacomo Rossini “Il viaggio a Reims”, a cura dell’ensemble del Rossini Opera Festival di Pesaro, presso il rinomato Teatro Sharoun di Wolfsburg, alla presenza di una delegazione ufficiale guidata dal sindaco di Pesaro.
L’ambasciatrice d’Italia in Francia, Emanuela D’Alessandro, ha partecipato nella serata del 21 maggio, all’inaugurazione della settima edizione di Révélations – Biennale Internazionale Métiers d’Art et de Création, di cui l’Italia è quest’anno Paese ospite d’onore.
Presenti alla cerimonia del prestigioso evento internazionale, dedicato all’eccellenza artigiana e alla creazione contemporanea, la ministra delegata al commercio, all’Artigianato e alla PMI, Veronique Louwagie, il presidente di Ateliers d’Art de France, Stephane Galerneau, il presidente della Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais, Didier Fusilier, e il direttore dell’Ufficio ICE di Parigi, Luigi Ferrelli.
L’edizione 2025, in programma presso il Grand Palais di Parigi dal 21 al 25 maggio, rappresenta una vetrina di eccellenza che consentirà all’Italia di presentare al pubblico francese e internazionale il meglio della propria tradizione e capacità innovativa nei mestieri d’arte.
La partecipazione italiana, coordinata dall’Ufficio ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane di Parigi e curata da Elisa Guidi, presidente di Artex, vede la partecipazione di una collettiva di 22 artisti-artigiani, mettendo in luce la ricchezza territoriale, tecnica e creativa del nostro Paese.
Nel suo intervento, l’ambasciatrice D’Alessandro ha posto l’accento sul valore culturale ed economico dell’artigianato italiano, che rappresenta un settore vitale con oltre 1,2 milioni di imprese, una produzione annua di 113 miliardi di euro e un export che ha raggiunto i 35 miliardi di euro.
“I mestieri d’arte”, ha sottolineato l’ambasciatrice, “sono un patrimonio vivo che custodisce la memoria del passato e, al tempo stesso, si proietta verso il futuro, generando innovazione e bellezza. Sostenere e valorizzare l’artigianato significa investire nella cultura, nell’economia e nell’anima stessa del nostro Paese”.
L’ambasciatore d’Italia ad Atene, Paolo Cuculi, ha inaugurato la prima edizione delle “Giornate della Moda Italiana nel Mondo” - rassegna lanciata dal ministro degli Affari Esteri Tajani d’intesa con le principali associazioni nazionali del settore -, presentando nella suggestiva cornice del Museo Bizantino e Cristiano la mostra “Bisanzio – Ravenna. Icone della Moda Italiana”. Ideata e curata dal direttore di Polimoda Massimiliano Giornetti, con la collaborazione di Angelo Caroli, tra i più importanti collezionisti internazionali di moda, la mostra gode del patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana.
Con una mirata selezione di 20 look arricchiti da accessori unici, la mostra illumina l’influenza dell’arte e dell’estetica bizantina sulle collezioni create tra gli anni ’60 e il 2020 dai più influenti designer italiani quali Armani, Ferré, Prada, Valentino, Versace, Capucci, Dolce e Gabbana, Krizia, Gucci e Romeo Gigli.
“La magia dell’arte e dell’opulenza bizantina, le luminose tessere d’oro zecchino dei mosaici fusi dal tempo, le pietre colorate e il porpora imperiale, si materializzano nelle silhouette degli stilisti italiani, trasformandosi in veri gioielli pensati come ornamento del corpo”, spiega il curatore della mostra, Massimiliano Giornetti.
Inaugurando l’evento alla presenza di 250 qualificati esponenti di istituzioni elleniche, tra cui il ministro della Digitalizzazione Papasterghiou, del corpo diplomatico e del mondo della cultura, l’ambasciatore Cuculi si è soffermato sull’affascinante gioco di richiami che articola un originale dialogo tra moda e patrimonio culturale, rinnovando plurisecolari vincoli e contaminazioni tra Italia e Grecia.
“La mostra funge da ponte culturale che unisce l’Adriatico all’Egeo”, ha detto l’ambasciatore. “Il Museo Bizantino di Atene, custode di una collezione unica, è la cornice ideale per un racconto storico che culmina a Ravenna, la capitale bizantina italiana. Nella consapevolezza che la moda non è solo espressione di eleganza e bellezza, ma è anche volano di sviluppo economico e sociale per entrambi i Paesi”. (focus\aise)