Papa Francesco: Gesù è la via da seguire per vivere nella verità

ROMA\ aise\ - “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). “Gesù stesso è la via da seguire per vivere nella verità e avere la vita in abbondanza. Lui è la via e dunque la fede in Lui non è un “pacchetto di idee” da credere, ma una strada da percorrere, un viaggio da compiere, un cammino con Lui. È seguire Gesù, perché Egli è la via che conduce alla felicità che non tramonta. Seguire Gesù e imitarlo, specialmente con gesti di vicinanza e misericordia verso gli altri. Ecco la bussola per raggiungere il Cielo: amare Gesù, la via, diventando segni del suo amore in terra”. Questo il messaggio che Papa Francesco ha affidato a fedeli e pellegrini giunti ieri, 7 maggio, in piazza San Pietro per assistere alla recita del Regina Caeli.
“Il Vangelo della Liturgia odierna (Gv 14,1-12) è tratto dall’ultimo discorso di Gesù prima della sua morte”, ha esordito Bergoglio. “Il cuore dei discepoli è turbato, ma il Signore rivolge loro parole rassicuranti, invitandoli a non avere paura, non abbiate paura: Egli, infatti, non li sta abbandonando, ma va a preparare un posto per loro e a guidarli verso quella meta. Il Signore oggi indica così a tutti noi il meraviglioso luogo dove andare e, allo stesso tempo, ci dice come andarci, ci mostra la via da percorrere. Ci dice dove andare e come andarci”.
“Anzitutto, dove andare. Gesù”, ha spiegato il Pontefice, “vede il turbamento dei discepoli, vede la loro paura di essere abbandonati, proprio come capita a noi quando siamo costretti a separarci da qualcuno a cui vogliamo bene. E allora dice: “Vado a prepararvi un posto […], perché dove sono io siate anche voi” (vv. 2-3). Gesù usa l’immagine familiare della casa, luogo delle relazioni e dell’intimità. Nella casa del Padre – dice ai suoi amici e ad ognuno di noi – c’è spazio per te, tu sei il benvenuto, sarai accolto per sempre dal calore di un abbraccio e io sono in Cielo a prepararti un posto! Ci prepara quell’abbraccio col Padre, il posto per tutta l’eternità”.
“Fratelli e sorelle”, ha continuato Papa Francesco, “questa Parola è fonte di consolazione, è fonte di speranza per noi. Gesù non si è separato da noi, ma ci ha aperto la strada, anticipando la nostra destinazione finale: l’incontro con Dio Padre, nel cui cuore c’è un posto per ognuno di noi. Allora, quando sperimentiamo la fatica, lo smarrimento e persino il fallimento, ricordiamo dove è diretta la nostra vita. Non dobbiamo perdere di vista la meta, anche se oggi corriamo il rischio di scordarcelo, di dimenticare le domande finali, quelle importanti: dove andiamo? Verso dove camminiamo? Per cosa vale la pena vivere? Senza queste domande, schiacciamo la vita solo sul presente, pensiamo che dobbiamo goderla il più possibile e finiamo per vivere alla giornata, senza uno scopo, senza un traguardo. La nostra patria, invece, è in cielo (cfr Fil 3,20), non dimentichiamo la grandezza e la bellezza della meta! Una volta scoperta la meta, anche noi, come l’apostolo Tommaso nel Vangelo di oggi, ci chiediamo: come andarci, qual è la strada? A volte, soprattutto quando ci sono grandi problemi da affrontare e c’è la sensazione che il male sia più forte e viene da chiedersi: che cosa devo fare, quale via devo seguire? Ascoltiamo la risposta di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). “Io sono la via”. Gesù stesso è la via da seguire per vivere nella verità e avere la vita in abbondanza. Lui è la via e dunque la fede in Lui non è un “pacchetto di idee” da credere, ma una strada da percorrere, un viaggio da compiere, un cammino con Lui. È seguire Gesù, perché Egli è la via che conduce alla felicità che non tramonta. Seguire Gesù e imitarlo, specialmente con gesti di vicinanza e misericordia verso gli altri. Ecco la bussola per raggiungere il Cielo: amare Gesù, la via, diventando segni del suo amore in terra”.
“Fratelli e sorelle”, si è avviato a concludere Bergoglio, “viviamo il presente, prendiamo in mano il presente ma non lasciamoci travolgere: guardiamo in alto, guardiamo al Cielo, ricordiamoci la meta, pensiamo che siamo chiamati all’eternità, all’incontro con Dio. E, dal Cielo al cuore, rinnoviamo oggi la scelta di Gesù, la scelta di amarlo e di camminare dietro a Lui. La Vergine Maria, che seguendo Gesù è già arrivata alla meta, sostenga la nostra speranza”.
Al termine del Regina Caeli, come ormai consuetudine il Santo Padre ha rivolto il proprio pensiero alla “martoriata Ucraina”. Ricordando che oggi a Pompei, “in quel Santuario che il Beato Bartolo Longo volle dedicare alla pace”, sarebbe stata elevata la tradizionale Supplica alla Madonna del Rosario, il Papa ha concluso invitando alla preghiera: “in questo mese di maggio preghiamo il Rosario chiedendo alla Vergine Santa il dono della pace, in particolare per la martoriata Ucraina. Possano i responsabili delle Nazioni ascoltare il desiderio della gente che soffre e vuole la pace!”. (aise)