Papa Leone: non perdiamo nessuna occasione per amare

ROMA\ aise\ - "In famiglia, in parrocchia, a scuola e nei luoghi di lavoro, ovunque siamo, cerchiamo di non perdere nessuna occasione per amare. Questa è la vigilanza che ci chiede Gesù: abituarci ad essere attenti, pronti, sensibili gli uni verso gli altri come Lui lo è con noi in ogni istante". Così Papa Leone nell'introdurre la preghiera dell'Angelus ieri in Piazza San Pietro. Richiamando la pagina del Vangelo di Luca, con Gesù che esorta gli apostoli - e i fedeli tutti - a "vigilare" e a vendere ciò che si possiede per darlo in elemosina, il Papa ha spiegato che si tratta di un invito a "riflettere su come investire il tesoro della nostra vita".
Gesù, ha aggiunto il Santo Padre, "ci esorta a non tenere per noi i doni che Dio ci ha fatto, ma a impiegarli con generosità per il bene degli altri, specialmente di chi ha più bisogno del nostro aiuto. Si tratta non solo di condividere le cose materiali di cui disponiamo, ma di mettere in gioco le nostre capacità, il nostro tempo, il nostro affetto, la nostra presenza, la nostra empatia. Insomma, tutto ciò che fa di ciascuno di noi, nei disegni di Dio, un bene unico, senza prezzo, un capitale vivo, pulsante, che per crescere chiede di essere coltivato e investito, altrimenti si inaridisce e si svaluta. Oppure finisce perduto, in balìa di chi, come un ladro, se ne appropria per farne semplicemente un oggetto di consumo".
"Il dono di Dio che siamo non è fatto per esaurirsi così", ha osservato Leone. "Ha bisogno di spazio, di libertà, di relazione, per realizzarsi ed esprimersi: ha bisogno dell’amore, che solo trasforma e nobilita ogni aspetto della nostra esistenza, rendendoci sempre più simili a Dio. Non a caso Gesù pronuncia queste parole mentre è in cammino verso Gerusalemme, dove sulla croce offrirà sé stesso per la nostra salvezza. Le opere di misericordia sono la banca più sicura e redditizia dove affidare il tesoro della nostra esistenza, perché lì, come ci insegna il Vangelo, con “due spiccioli” anche una povera vedova diventa la persona più ricca del mondo".
Il Papa ha quindi citato Sant’Agostino che, in proposito, dice: "Uno sarebbe già contento se da una libbra di bronzo ne ricavasse una d’argento, o da una d’argento una d’oro; ma da quello che si dà si riceve qualcosa di realmente diverso, non oro o argento, ma la vita eterna". E spiega perché: "Sarà mutata la cosa data perché sarà mutato colui che dà".
Per capire cosa vuol dire, ha spiegato il Papa, "possiamo pensare a una mamma che stringe a sé i suoi bambini: non è la persona più bella e più ricca del mondo? Oppure a due fidanzati, quando sono insieme: non si sentono un re e una regina? E potremmo fare tanti altri esempi. Perciò, in famiglia, in parrocchia, a scuola e nei luoghi di lavoro, ovunque siamo, cerchiamo di non perdere nessuna occasione per amare. Questa è la vigilanza che ci chiede Gesù: abituarci ad essere attenti, pronti, sensibili gli uni verso gli altri come Lui lo è con noi in ogni istante".
"Sorelle e fratelli, - ha concluso il Papa - affidiamo a Maria questo desiderio e questo impegno: ci aiuti Lei, la Stella del mattino, ad essere, in un mondo segnato da tante divisioni, “sentinelle” di misericordia e di pace, come ci ha insegnato San Giovanni Paolo II e come ci hanno mostrato in modo così bello i giovani venuti a Roma per il Giubileo".
Dopo l'Angelus, Leone ha invitato tutti a "continuare a pregare perché si ponga fine alle guerre. L’80° anniversario dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki ha risvegliato in tutto il mondo il doveroso rifiuto della guerra come via per la risoluzione dei conflitti. Quanti prendono le decisioni tengano sempre presenti le loro responsabilità per le conseguenze delle loro scelte sulle popolazioni. Non ignorino le necessità dei più deboli e il desiderio universale di pace. In questo senso, - ha evidenziato - mi congratulo con l’Armenia e l’Azerbaigian, che hanno raggiunto la firma della Dichiarazione congiunta di pace. Auspico che questo evento possa contribuire a una pace stabile e duratura nel Caucaso meridionale".
"Invece - ha aggiunto - la situazione della popolazione di Haiti è sempre più disperata. Si susseguono notizie di omicidi, violenze di ogni genere, tratta di esseri umani, esili forzati e sequestri. Rivolgo un accorato appello a tutti i responsabili affinché gli ostaggi siano liberati immediatamente, e - ha concluso - chiedo il sostegno concreto della comunità internazionale per creare le condizioni sociali e istituzionali che permettano agli haitiani di vivere in pace". (aise)