“Carlo Felice Trossi. Eroe incompiuto”: al MAUTO di Torino un ritratto inedito del pilota biellese

TORINO\ aise\ - “Carlo Felice Trossi fu un uomo libero, fuori dall’ordinarietà, un dandy votato alla velocità, imprevedibile negli scopi quanto impegnato in una continua ricerca di unicità tra il reale e il motoristico soffio di una rapida bellezza”.
La mostra “Carlo Felice Trossi. Eroe incompiuto” in corso sino al 28 settembre al MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino disegna un ritratto inedito del pilota biellese attingendo a un vasto patrimonio di documenti, fotografie e cimeli che ne raccontano la carriera sportiva, la cultura meccanica e la produzione progettuale.
L’esposizione è curata dallo storico e saggista Giordano Bruno Guerri, con la direzione artistica di Maurizio Cilli, il contributo di Francesco Foppiano per le sezioni dedicate alla nautica e all’aeronautica e di Ilaria Pani e Davide Lorenzone, rispettivamente responsabile del Centro di Documentazione e del Centro di Conservazione e Restauro del MAUTO.
La mostra si snoda lungo un percorso di scoperta che riunisce automobili, aerei, imbarcazioni, testimonianze fotografiche, disegni e una grande quantità di cimeli che raccontano, nel loro complesso, non solo il grande pilota ma un protagonista del suo tempo, capace di incarnare l’eleganza, la libertà e l’intelligenza in un periodo di delicati equilibri politici, sociali e culturali.
“Con una vasta selezione di materiali e vetture iconiche, la mostra si iscrive nel solco di una programmazione che ha messo l’automobile al centro di una riflessione transdiscipilinare, per raccontare le vite di uomini e donne straordinari, abbracciando la storia moderna e contemporanea”, spiega Lorenza Bravetta, direttrice del MAUTO. “Una mostra è sempre un atto di analisi e restituzione e sempre è il frutto di un lavoro corale che, in questo caso, ha visto competenze e maestranze impegnate per molti mesi nella ricerca, progettazione e realizzazione dell’impianto scenico. Un allestimento concepito su più livelli con un rigore formale pensato per valorizzare le opere esposte e restituire le imprese di un intrepido intellettuale in un ventennio complesso, attraverso un percorso che possa essere interessante ed emozionante al tempo stesso”.
Carlo Felice Trossi “ha lasciato pochissime memorie di sé oltre a quelle originate dalle corse”, sottolinea il curatore, “e bisogna ricorrere alla ricostruzione dei tempi, della sua terra e di un carattere elitario, per capirlo. Tre uomini furono determinanti per lo sviluppo automobilistico del primo novecento, per il gusto della velocità e per lo stile che influenzerà Trossi: Giovanni Agnelli, Filippo Tommaso Marinetti e Gabriele d’Annunzio”.
Nato a Biella nel 1908, conte per meriti sportivi dal 1934, Carlo Felice Trossi fu un singolare eroe del Novecento: pilota e aviatore, progettista e costruttore di automobili e barche, dirigente. Fu uno dei primi presidenti della Ferrari e lo stesso Enzo Ferrari lo descrisse come un uomo che “con estrosa e scanzonata disinvoltura faceva cose che altri avrebbero giudicato impossibili, sia nella vita sia sulla pista”. Vicino agli ambienti dell’architettura razionalista e amico personale di Pier Luigi Nervi, mostrava nei suoi interessi un gusto moderno e colto, che travalicava la pura dimensione sportiva.
Il percorso della mostra si articola in 5 capitoli – Biografia, Competizioni, Aeronautica, Nautica e Design – ciascuno dei quali mette in evidenza le svariate attitudini di Carlo Felice Trossi. Il primo capitolo presenta un’installazione ispirata agli album realizzati da Clementina Sella, madre del pilota, che nel corso degli anni ha raccolto e ordinato con cura articoli e fotografie, corredandoli di annotazioni personali. Prendendo spunto da questo straordinario archivio familiare, la parete restituisce un collage visivo che offre uno sguardo intimo e composito sulla storia sportiva e personale di Trossi. Il secondo capitolo approfondisce la carriera sportiva del pilota biellese, tra gare in salita, corse su strada e gran premi internazionali. Nel terzo capitolo, dedicato all’aeronautica, si racconta l’interesse di Trossi per gli aerei civili e militari che ha posseduto e immortalato in rarissime fotografie a colori – qui esposte per la prima volta – che ci permettono di apprezzare le molteplici tonalità di un mondo oggi conosciuto prevalentemente visto in bianco e nero. La nautica, prima passione e settore nel quale si è cimentato contribuendo alla progettazione di imbarcazioni iconiche, è il focus del quarto capitolo. Infine, il quinto capitolo è dedicato al design e all’inconfondibile stile e gusto con cui Trossi selezionava le vetture da strada e a quel segno di unicità che sapeva imprimere alle sue scelte automobilistiche.
“L’impianto espositivo è ordinato secondo la maglia dell’architettura originaria del Museo concepita da Amedeo Albertini nel 1960”, spiega Maurizio Cilli. “Il percorso di visita distingue spazialmente le diverse sezioni attraverso campi prospettici aperti, lungo i quali dimorano le creature saettanti del conte Trossi e ambienti più raccolti, camere di meraviglie che offrono al pubblico l’incontro con la grazia dei suoi oggetti. L’esperienza della visita mi auguro susciti risonanze e corrispondenze inattese dei diversi universi creativi e la giusta intensità emotiva a partire dalla scrupolosa, quanto commovente, raccolta di album di ritagli di giornale e fotografie, inequivocabile lavoro d’amore nel quale leggere il tempo di una solitudine e l’apprensione di Clementina Sella, sua madre”.
In esposizione fotografie, progetti, documenti, patenti, accessori, caschi, tute e trofei e nove iconiche vetture, da corsa e da turismo, oltre al motopattino SIMAT del 1940 – il conte Trossi fu proprietario di uno dei 30 esemplari prodotti –, un modellino d’aereo, un motore d’aeronautica, un cinemobile e un’imbarcazione.
Dalla Monaco Trossi del 1935, avveniristico prototipo progettato da Augusto Monaco in collaborazione con Carlo Felice Trossi, all’Alfa Romeo GP tipo 158 “Alfetta” del 1938; dalla Alfa Romeo 8 C 2300 Monza del 1931 alla Maserati 6 CM del 1936, monoposto da competizione rivoluzionaria; dalla Mercedes-Benz SSK del 1930 alla Alfa Romeo 6C 2500 SS del 1942, sulla quale Trossi fece inizialmente installare due proiettori dal suo aereo personale al posto dei fari centrali originali; dalla Alfa Romeo tipo B P3 del 1932 alla Cattaneo Trossi del 1934, raro esempio di automobile in miniatura perfettamente funzionante. Infine la Alfa Romeo 8C 2300 Zagato del 1932, con la quale Trossi arrivò 2° alla sua prima Mille Miglia nello stesso anno.
Nella sezione dedicata alla nautica è esposta Mio Mao: costruita dal cantiere Baglietto tra il 1929 e il 1930 su commissione della famiglia Piaggio, è un runabout in mogano lungo 7,2 metri, con struttura a doppio fasciame incrociato.
Un cinema itinerante capace di raggiungere città e villaggi è testimonianza dell’epoca nella quale Trossi ha vissuto: è il Fiat 521 Cinemobile Fiat del 1929. Il raro esemplare esposto, costruito su telaio Fiat 521 dalla Carrozzeria Fissore, fu inviato in Eritrea come cinenotiziario bellico nelle colonie italiane. Ritrovato anni dopo, conserva ancora il proiettore originale, perfettamente funzionante grazie a un accurato restauro.
“Il mondo di Carlo Felice Trossi erano i suoi sogni, la sua vita era tutta un’intima sfida con le sue stesse alte aspettative”, afferma Francesco Foppiano. “Un raro binomio di genio e regolatezza lo fece eccellere sia nella nautica, dove per primo desiderò e concepì il futuro applicato a questo tradizionalista settore, sia nel volo, ove come in pista era in grado di tenere sempre la migliore e più efficace condotta possibile. Il suo raffinato e rinascimentale gusto sapeva sempre consigliarlo al meglio su come concepire una nuova barca o scegliere un nuovo velivolo da acquistare. I traguardi tecnologici e commerciali che tagliò vittorioso furono tutti di prima grandezza, degni dei suoi sogni. Erano queste continue sfide a tenerlo in vita, regalando alla storia uno dei più affascinanti protagonisti del futurismo, forse l’ultimo, forse il più grande, purtroppo incompiuto”. (aise)