Doppia potestà impositiva di una parte delle pensioni italiane in Brasile: Porta (Pd) interroga il Governo

ROMA\ aise\ - “Porre fine al fenomeno della doppia potestà impositiva di una parte delle pensioni dei nostri pensionati in Brasile” e “valutare la possibilità di adottare iniziative volte a modificare ed adeguare la convenzione con il Brasile al modello standard Ocse”. A chiederlo è Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, in una interrogazione ai Ministri dell'economia Giorgetti, degli Affari esteri Tajani e del Lavoro Calderone.
“L'Italia ha stipulato oltre cento convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali proprio per evitare l'ingiusto e molesto fenomeno della doppia tassazione”, ricorda Porta nella premessa. “Paradossalmente però la Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali in vigore con il Brasile, ratificata dalla legge n. 884 del 1980, all'articolo 18, rubricato “Pensioni e annualità”, se da una parte prevede, per le pensioni delle gestioni previdenziali dei lavoratori privati, che esse siano tassate dal Paese di residenza, dall'altra prevede altresì una soglia di esenzione dall'imposizione di queste pensioni di valore pari a 5.000 dollari statunitensi, e, per l'eccedenza, la tassazione in via ordinaria, in base alla vigente legislazione tributaria sia brasiliana che italiana”.
“Di fatto quindi – spiega il deputato – molti pensionati italiani residenti in Brasile subiscono sulla parte delle loro pensioni eccedente i 5.000 dollari americani un doppio prelievo fiscale – dello Stato di residenza e contestualmente dello Stato erogatore – che in teoria, in virtù dell'accordo (articolo 23 «Metodo per evitare le doppie imposizioni») dovrebbe essere evitato con una deduzione o un credito di imposta accordato dal Brasile pari all'ammontare dell'imposta pagata in Italia”.
“In realtà – chiarisce Porta – la doppia imposizione non viene eliminata oramai da moltissimi anni – sembrerebbe addirittura dal 2000 – perché il Brasile si rifiuta di concedere tale deduzione o credito di imposta a causa di una interpretazione discorde da quella italiana dell'accordo”.
“In seguito alle pressanti proteste dei pensionati italiani in Brasile – ricorda il parlamentare – già alla fine del 2012 fu presentata ufficialmente dalle autorità competenti italiane alla controparte brasiliana (che non avrebbe mai risposto) una bozza di disposizioni che potrebbero essere inserite in un protocollo modificativo della convenzione in vigore; le proposte italiane riguardavano sia il trattamento delle pensioni sia lo scambio di natura fiscale; in particolare da parte italiana si propose – nell'ottica di un compromesso – che per il passato trovasse applicazione il principio della tassazione concorrente (per i pensionati italiani residenti in Brasile che hanno finora ricevuto pensioni di fonte italiana la doppia imposizione potrebbe essere eliminata attraverso il riconoscimento di un credito di imposta da parte del Brasile per le imposte versate in Italia come previsto dalla convenzione) mentre invece per il futuro si introdurrebbe il principio della tassazione esclusiva nello Stato di residenza, applicando pertanto la sola tassazione brasiliana”.
Ai Ministri, Porta chiede di sapere se “siano al corrente di questa situazione, che si protrae da molto tempo sia sotto il profilo del non rispetto da parte del Brasile e dell'Italia delle disposizioni dell'accordo contro le doppie imposizioni fiscali, che del danno erariale e dell'ingiustizia subita da molti pensionati italiani residenti in Brasile, i quali subiscono una doppia imposizione fiscale sulle loro pensioni e si vedono trattenute dal fisco dei due Paesi somme non dovute” e “se non ritengano giusto e opportuno porre fine al fenomeno della doppia potestà impositiva di una parte delle pensioni dei nostri pensionati in Brasile e quindi valutare la possibilità di adottare iniziative volte a modificare ed adeguare la convenzione con il Brasile al modello standard Ocse, che prevede la tassazione dei trattamenti pensionistici privati esclusivamente nel Paese di residenza dei pensionati, impegnandosi a riprendere al più presto i negoziati per trovare una soluzione equa e soddisfacente per tutti i soggetti coinvolti”. (aise)