ALESSANDRO BUTTICÈ: IL PRIMO FINANZIERE EUROPEO LASCIA LA COMMISSIONE EUROPEA - di Pierpaolo Rossi

BRUXELLES\ aise\ - Alessandro Butticè ha celebrato il proprio addio alla Commissione europea dopo quasi 28 anni di servizio in varie direzioni generali dell'esecutivo dell'Unione, dove ha primeggiato sin dal suo primo giorno nell'istituzione assurgendo a posizioni sempre più impegnative e prestigiose.
Sono stati 28 anni di battaglie dalle quali Alessandro Butticè, Generale della Guardia di Finanza della riserva, esce sicuramente vincitore, come attestato dalla stima manifestatagli dai numerosi colleghi e amici in occasione del suo saluto di commiato. Attestazioni di stima sono venute dai vertici delle istituzioni dell'Unione, come il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, presente all’evento, il Professor Antonio Tizzano, Vice-Presidente della Corte di giustizia, il Presidente Guido Berardis del Tribunale dell'Unione, la Direttrice Generale della DG GROW della Commissione, Lowri Evans, la Direttrice delle Risorse della DG GROW, Valentina Superti, l’ex Direttore delle Inchieste dell’OLAF, Thierry Cretin, nonché da numerosissimi rappresentanti delle istituzioni italiane presenti a Bruxelles, sia civili che militari.
Già, perché la cifra distintiva del Generale Butticè, come ricordato dal Presidente Tajani nella sua toccante allocuzione di saluto, è rinvenibile nell'estrazione di militare e finanziere italiano “in prestito” a Bruxelles. La militarità di Alessandro Butticè, il suo senso d'intima appartenenza alle istituzioni e il suo attaccamento al Corpo della Guardia di Finanza – come ha ricordato il Presidente Tajani – sono stati il faro che lo ha guidato nel corso dei quasi 3 decenni di servizio a Bruxelles, spronandolo a non recedere di fronte a numerose sfide, nella certezza di battersi sempre per l'interesse comune della Patria e dell'Unione, e dei suoi cittadini.
Il Generale Butticè entra nei servizi della Commissione nel 1990, in seno all'unità antifrode della Direzione Generale Bilancio della Commissione. È all'epoca il professor Tizzano, consigliere giuridico pro-tempore alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea, che stimola il suo distacco a Bruxelles intuendo come la sua provenienza dalla Guardia di Finanza possa essere di ausilio alla nascita di un servizio antifrode europeo.
La fiducia in Butticè si rivela presto ben riposta. Essa è propiziata dalla presenza nello Stato Maggiore della Guardia di Finanza di personalità di caratura internazionale come l'allora Colonnello Nicolò Pollari, responsabile dell'impiego degli ufficiali del Corpo, il quale intuisce le potenzialità di un distacco dell’allora Capitano Butticè presso la Commissione europea.
Da quel lungimirante distacco nasce una leggenda. Butticè non è solo il pioniere della Guardia di Finanza nelle istituzioni europee, ma è il vero stratega del coordinamento europeo delle azioni antifrode dei servizi di polizia economico-finanziaria nell'Unione, quello che diventerà alla fine degli anni '90 l'Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode – OLAF. La visione strategica di Butticè deve fare i conti con numerosi ostacoli e resistenze, non ultime quelle poste da certe amministrazioni nord-europee che temono l'ingombrante coordinamento sovranazionale, e si rifugiano dietro facili luoghi comuni dei paesi mediterranei: spendaccioni e propensi alle frodi. La Guardia di Finanza è l'esempio che Butticè porta per vincere le divisioni e la diffidenza ed imporre un modello di condivisione dell'azione antifrode a livello europeo.
Con tenacia e duro lavoro, avrà la meglio. La sua idea fondante di un servizio di polizia economico-finanziaria con larghe competenze, sia di organo tecnico-amministrativo che di polizia giudiziaria, si afferma. È la nascita della Direzione Generale OLAF della Commissione, un servizio che è al tempo stesso parte dell'esecutivo europeo, e quindi si appoggia sul primato e l'effetto diretto del diritto dell'Unione, e servizio d'investigazione indipendente dalla Commissione, capace di diffondere le migliori pratiche antifrode nell'intero continente.
Butticè diviene braccio destro del primo Direttore Generale dell'OLAF, il Procuratore tedesco Franz-Hermann Bruener che difenderà fino alla fine, fedele alla visione di un'OLAF quale servizio coniato ad immagine della Guardia di Finanza, paladino della legalità nell'Unione. Grazie al suo ruolo direttivo all'interno dell'OLAF, la Guardia di Finanza raggiunge l'apice del prestigio presso le istituzioni europee. Numerosi finanzieri vengono distaccati presso l'OLAF, altre Direzioni Generali e istituzioni, anche in servizi chiave come il Servizio Giuridico che dà consulenza giuridica al Presidente della Commissione. La sua visione diventa una tangibile realtà. L'OLAF è un servizio strutturato che protegge le finanze dell'Unione con elevata efficienza e competenza, coordinando le azioni antifrode sia sul piano tecnico amministrativo che giudiziario repressivo.
Quale portavoce e primo collaboratore di Bruener, Butticè lavora incessantemente alla sua prossima idea; la creazione di una Rete europea dei comunicatori dei servizi di lotta antifrode, che presiede dal 2001 al 2009, quando viene premiato portavoce dell'anno, devolvendo il premio in denaro ricevuto alla Federazione Internazionale dei Giornalisti, a beneficio dei giornalisti vittime di atti di violenza. Lavora incessantemente per l'OLAF (rinunciando persino, nel 2006, per non privare il suo Direttore Generale del suo sostegno, a ricoprire la carica di Portavoce Aggiunto della Commissione Europea, e capo dell’Unità dei suoi portavoce, su richiesta del Presidente Barroso e del Vicepresidente Frattini) per la trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche e la lotta alla corruzione in Europa, anche nei momenti meno brillanti per il servizio, quelli che seguono all'inaspettato decesso di Bruener, a causa di una improvvisa grave malattia.
Nel 2012, viene scelto da Antonio Tajani, all’epoca Vicepresidente della Commissione Europea, quale Consigliere responsabile per la lotta alla contraffazione presso la formidabile Direzione Generale ENTR (Industria e Impresa) della Commissione. Si tratta di una nuova sfida che Butticè affronta sempre con grande passione e spirito di servizio. Contribuisce a gettare le basi della creazione di un coordinamento delle politiche industriali nazionali nell'Unione, e in modo particolare nella lotta alla contraffazione dei prodotti industriali, anche attraverso una campagna d’informazione del pubblico.
Un'idea promossa da Antonio Tajani, che trae spunto da quanto Butticè aveva già realizzato nel campo della lotta alla frode ai danni degli interessi finanziari dell’UE.
Con la fine del mandato di Tajani e la sua nomina a parlamentare europeo, Butticè assume nuove responsabilità quale Capo del Personale presso la rinnovata Direzione Generale GROW, assieme ad una nuova missione: la riduzione del personale della DG del 20%, a seguito della fusione tra le Direzioni Generali ENTR (Industria e Impresa) e MARKT(Mercato Interno), che Butticè porta a segno nel 2017. La sua capacità creativa è inarrestabile. Quando nel 2013 si congeda dalla Guardia di Finanza, scegliendo di proseguire la sua carriera presso l’esecutivo dell’UE, è solo un nuovo inizio nelle relazioni tra lui ed il Corpo.
Fonda la sezione di Bruxelles/Unione europea dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia di cui diventa Presidente, associando i numerosi talenti che il Corpo ha saputo esprimere e mettere a disposizione delle istituzioni europee.
È difficile valutare quanto Butticè abbia contribuito alla costruzione europea. È indubbiamente tanto. La sua lungimiranza e talento comunicativo sono apprezzati e riconosciuti da coloro che lo conoscono ed hanno avuto la fortuna di lavorare con lui o solo forse di conoscerlo socialmente. A questo si aggiunga il lascito forse più importante, e cioè l'esempio che ha dato di uomo delle istituzioni.
Un personaggio che ha sempre posto il proprio tratto militare e la fedeltà agli ideali dell'Unione europea davanti all'interesse personale. Il suo esempio prova anche plasticamente il valore dell'idea che ha sempre promosso: e cioè che la difesa dei valori nazionali non si oppone ma si fonde e esalta l'interesse europeo. E di questo esempio i tanti colleghi della Guardia di Finanza e i funzionari italiani che operano a vario titolo nelle istituzioni non possono che essere grati al Generale Alessandro Butticè. (pierpaolo rossi*\aise)
* generale Gdf e consigliere giuridico della Commissione Europea