DAL CORRIERE CANADESE/ VERSO LA RINASCITA DEL COLUMBUS CENTRE?

TORONTO- focus/aise - ““È stata una vittoria sofferta, difficilissima, ma abbiamo fatto gruppo” è stata, grosso modo, la frase sulla bocca dei sostenitori del Columbus Centre dopo che il Toronto Catholic District School Board messo alle strette dal ministro Naidoo-Harris, ha sciolto la sua partnership con Villa Charities Inc. A tirare un sospiro di sollievo sono stati davvero in tanti: la comunità italocanadese ha dimostrato di essere viva e vegeta e pronta a fare muro contro gli attacchi sferrati dal TCDSB e VCI. Sembrava pressochè impossibile potercela fare ma grazie alla tenace e ostinata resistenza, alla decisione e compattezza nel fare opposizione, la demolizione del Columbus Centre è stata sventata”. Così scrive Mariella Policheni  sul "Corriere Canadese", che a favore di un futuro per Columbus Centre ha condotto finora una vigorosa campagna stampa.

Ora, però si guarda, appunto al futuro,  e i la realtà  di “Pavimenti della palestra sporchi, gradini delle scale riparati con del nastro adesivo, ruggine negli armadietti, soffioni delle docce arrugginiti, lampadine fulminate mai sostituite, muri sporchi, muffa e piante abbandonate" parla di un stato di degrado che ogni giorno che passa diventa più grave. "Arrestarlo e rimettere in sesto il centro comunitario è il minimo, ora che il progetto congiunto con il Toronto Catholic District School Board è stato annullato,  che il board di Villa Charities Inc. dovrebbe fare." Questo, ricorda il Corriere Canadese , è quanto si aspettano i 4.000 membri del centro comunitario italian-style che usufruiscono quotidianamente delle sue strutture”. Le ragioni possono essere tante, ma persone di comunità diverse nutrono lo stesso senso di appartenenza e affetto verso il Columbus Centre. Intanto , alla  redazione del Corriere Canadese, continuano ad arrivare sempre più lettere riguardo la sua temuta, e poi sventata, demolizione del Colombus Centre,  ognuna delle quali, sottolineano i colleghi del Corriere, testimonia in modo personale il legame con il centro comunitario nato oltre trent’anni fa, per volere proprio degli italocanadesi.  (focus/aise)