A BASTIA MONDOVÌ IL RICORDO DELLA FIVL PER I PARTIGIANI CADUTI NELLE LANGHE

TORINO\ aise\ - Partecipata cerimonia la mattina di sabato 25 maggio, nel ricordo dei mille partigiani caduti nelle Alpi del Monregalese e nelle Langhe, appartenenti ai reparti autonomi di Enrico Martini Mauri.
Presente una folta delegazione dell’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli e i componenti della Giunta della F.I.V.L. guidati dal presidente Francesco Tessarolo.
La Cerimonia ha avuto inizio con il saluto del sindaco, Paolo Crosetti, e la santa messa. L’orazione ufficiale è stata tenuta da Carlo Scotti, vice presidente della F.I.V.L., che si è soffermato sul significato della libertà e sulle figure di giovani e giovanissimi che hanno partecipato alla Resistenza, in particolare la Medaglia d’Oro al V.M. Franco Centro, nato a Bastia Mondovì (Cuneo) il 9 novembre 1930 e fucilato a Benevello (Cuneo) il 15 febbraio 1945.
Sono stati ricordati anche il combattente per la Libertà, di recente scomparso, Carluccio Dalmasso e la staffetta partigiana Maria Manzone Beccaria, vedova del partigiano Vittorio Beccaria e molto legata alla figura del Mario Bogliolo, il Vice Comandante delle formazioni autonome del maggiore Mauri, di cui era stata collaboratrice. Entrambi hanno animato per anni le cerimonie al Sacrario di San Bernardo, di recente restaurato dal Comune, anche con l’aiuto della F.I.V.L.
A conclusione della cerimonia, si è tenuta la premiazione del concorso studentesco sulla Resistenza, promosso dal Comune di Bastia, dalla Fivl, da Onor Caduti, dall’onlus “Cordero di Montezemolo”, e sostenuto da Enti, Associazioni, studiosi. Nel ricordo dei mille partigiani caduti in Langa, sono stati premiati elaborati di grande qualità.
Nel suo discorso ufficiale, Scotti ha ricordato la figura di Franco Centro: “All’ingresso della scuola di Bastia Mondovì c’è un busto. E dietro una lapide ci invita: “Giovinetti, onoratene la memoria ed imparate da lui ad amare l’indipendenza della patria e la libertà”. “Lui” è un ragazzino, di una famiglia semplice di via della Fontana qui a Bastia, si chiamava Franco Centro, lo chiamavano Topolino, aveva quattordici anni. Ed è medaglia d’oro al valor militare”.
“Franco”, ricorda Carlo Scotti, “era un partigiano. Ed era un partigiano assai speciale. Non solo perché aveva quattordici anni. Franco muore ucciso il 15 febbraio 1945 a Càstino, qui nelle Langhe, dopo esser stato catturato e interrogato prima dai nazisti e poi dai fascisti perché non rivela chi sono i suoi compagni e dove son nascosti. A dire il vero, Franco fa ben di più. Ha con sé documenti importanti, compromettenti, che, se scoperti, metterebbero in pericolo molti suoi compagni, i loro familiari, i loro amici. E cosa fa? Li straccia a piccoli pezzetti. E li inghiotte. Nessuno se n’avvede. I fascisti lo picchiano, lo maltrattano. Ma Topolino resta zitto. Allora i fascisti gli sparano. Sì, sparano su un ragazzino pesto e indifeso di quattordici anni”.
A seguire, il vice presidente FIVL ha ricordato altri giovani partigiani caduti per la libertà: “Fra i nomi incisi sulle lapidi di questo sacrario troverete anche quello di Gimmi, Giacomino Curreno di Santa Maria, sedicenne torinese figlio del colonnello di cavalleria Giuseppe, comandante partigiano in valle Ossola. Anche Gimmi viene ucciso, fucilato a S. Rocco Castagneretta, alle porte di Cuneo. Anche Gimmi è medaglia d’oro al valor militare. E tra i nomi sulle lapidi dovreste trovare anche quello di Felice Cenacchio, di Carrù, che in realtà è poco più anziano, ha diciotto anni, e viene ucciso appena più in alto qui sopra, a Rocca Cigliè. Anche Felice è medaglia d’oro al valor militare. Invece, dato che è rimasto vivo, non trovate il diciassette torinese Giuseppe "Beppe" Anacar che è medaglia di bronzo al valor militare. Però di persona potete chiederne memoria a suo fratello Mario che è tra noi qui presente”. Un’orazione toccante e coinvolgente, cui tutti gli studenti presenti hanno prestato grande attenzione. (aise)