IL PD VISTO DA BOLOGNA NELLA NEWSLETTER DI ANGELA SCHIRÒ

ROMA\ aise\ - “Siamo certamente in un passaggio politico delicato, quello dell’approvazione del bilancio dello Stato per il 2020 e per il prossimo triennio. Si tratterà di tenere insieme i bisogni più urgenti delle persone e degli attori della nostra vita economica, gli equilibri finanziari, messi a dura prova dalle spensierate politiche populistiche del precedente governo, e il dialogo con le autorità europee, da fare a testa alta, ma senza rischi di rotture o isolamento. Non sarà facile, ma ci dobbiamo provare con convinzione. Un buon viatico per questo cammino difficile è venuto dall'intenso e coinvolgente evento che il PD ha tenuto a Bologna lo scorso fine settimana”. A scriverne è Angela Schirò, deputata Pd eletta in Europa, che all’evento del partito, terminato con l’assemblea nazionale, a Bologna dedica l’ultimo numero della sua newsletter, che qui riportiamo.
“Inteso e coinvolgente – dicevo – perché ci siamo ritrovati in tanti e, soprattutto, ci siamo parlati con uno spirito di comunità, di dialogo. Con l’intenzione di ritrovare una strada da percorrere con idealità e coraggio, non per noi soltanto ma per aiutare chi sta soffrendo la crisi di questi anni e per il Paese, perché l’Italia torni ad essere una protagonista dinamica al suo interno e rispettata nel concerto internazionale.
Ve ne parlo, cari amici all’estero, non per piantare una bandierina di parte, ma per una mia precisa convinzione.
Il PD è nei sondaggi, nonostante la scissione di Italia Viva, la maggiore forza che sostiene questo governo e tra gli italiani all’estero è di gran lunga e da tempo il primo partito. Se si mette a fare sul serio e si rafforza, è una buona notizia per la stabilità del governo e della situazione politica, per tutti gli italiani, qualunque sia la loro personale convinzione, e per gli stessi italiani all’estero.
Tra le altre, due buone idee mi sono riportata da Bologna.
La prima è il rilancio dello ius soli e dello ius culturae per gli stranieri regolarmente residenti in Italia.
Un atto di giustizia e di civiltà che la maggioranza degli italiani vorrebbe vedere realizzato, nonostante le ossessive e strumentali campagne salviniane contro i migranti. Ripeto, regolarmente residenti in Italia, da anni o, se si tratta di giovani, nati in Italia e/o che abbiano compiuto in Italia un intero corso di studi.
In queste ore dal Sottosegretario Merlo, dal quale per la verità restiamo in attesa di proposte e di fatti per gli italiani all’estero, non di messaggi propagandistici, è venuto un fragoroso altolà. “Noi siamo per lo ius sanguinis!”, ha tuonato il senatore, dimenticando tra l’altro che se egli stesso ha ereditato la cittadinanza argentina perché ai suoi progenitori gli era stata concessa in base allo ius soli.
Francamente, a me pare un modo di stare sulla scena senza pagare il biglietto. Lo ius sanguinis? Ma chi lo tocca!!! Riconoscere a chi risiede regolarmente in Italia, lavora, paga le tasse e ne rispetta le leggi il diritto di chiedere la cittadinanza, cosa per altro già possibile, non significa toglierla a chi la richiede all’estero per diritto di sangue. Significa, semmai, ricongiungersi finalmente ai paesi più civili in Europa che questa possibilità l’hanno da tempo riconosciuta e regolamentata.
Un secondo motivo di certezza che riporto da Bologna è che il più grande partito di centro-sinistra ha ormai imboccato irreversibilmente la strada di un’Italia sempre più verde ed ecologica, dimostrando di aprirsi realmente e sinceramente agli impulsi che provengono, a livello mondiale, soprattutto dai giovani. Non a parole o per slogan, ma con atti concreti di governo, come stanno a dimostrare i 7 miliardi di euro di investimenti per il New Green Deal e i sei miliardi di esenzioni per tutti quelli che si vogliono mettere su questa strada. Impegnare risorse non banali con i tempi che corrono, a me sembra una scelta di buona politica e un atto di speranza. Ecco, speriamo di avere il tempo di fare queste cose, di aprire e consolidare queste prospettive.
Servirebbe – ne sono certa – anche a riconciliare tante persone deluse con la politica e le istituzioni. Per la crisi che attraversiamo idealità, concretezza e innovazione credo siano realmente buoni rimedi”. (aise)