60° Gemellaggio Napoli - Kagoshima: l’IIC di Osaka festeggia con un video concerto gratuito del Daniele Sepe Quintet

OSAKA\ aise\ - Quest'anno le città di Napoli e Kagoshima celebrano il 60° anniversario del loro gemellaggio, il primo stabilito tra Italia e Giappone. In questa occasione, con la collaborazione della New Age Productions e con il sostegno del Consolato Generale d’Italia a Osaka, del Comune di Napoli, del Comune di Kagoshima e della Minaminihon Broadcasting, l’Istituto Italiano di Cultura di Osaka ha organizzato un video concerto gratuito del Daniele Sepe Quintet, che sarà on line gratuitamente da oggi, 15 dicembre, e sino al 31 marzo 2021 con l’intento di consolidare il patto di amicizia e di collaborazione tra le due città.
Il leader del quintetto, Daniele Sepe, sassofonista di fama internazionale, è nato a Napoli nello stesso anno in cui fu firmato l’accordo di gemellaggio.
Nel video, oltre alla bella musica del Daniele Sepe Quintet (Daniele Sepe al sassofono, Tommy De Paola alle tastiere, Paolo Forlini alla batteria, Davide Costagliola al basso e Antonello Iannotta alle percussioni), si trovano anche suggestive immagini di Napoli e i saluti di amicizia dei sindaci delle due città.
Il video concerto della durata di circa 44 minuti è aperto dal saluto del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, seguito dall’esibizione del Daniele Sepe Quintet, registrata a Napoli. Il programma vede l’esecuzione di musiche di Nino Rota, Ennio Morricone, Piero Piccioni, Gato Barbieri, Atahualpa Yupanqui, Sonny Rollins insieme alla tradizionale canzone giapponese Sakura. Chiude il video il messaggio del sindaco di Kagoshima, Hiroyuki Mori.
DANIELE SEPE QUINTET
Daniele Sepe, sax
Difficile definire la sua musica, sempre in bilico tra reggae, folk, world music, jazz, rock, fusion, blues, musica classica… Una sua caratteristica costante è il modo quasi “zappiano” di affrontare la scrittura e l’arrangiamento. Daniele Sepe così definisce il proprio stile: “La musica è fatta di tante cose molto diverse fra di loro, è così come un regista fra loro di genere, pensa a Kubrick dall’horror alla fantascienza ad un film storico tutti fatti bene, io spero di fare cose molto diverse fra di loro e tutte fatte bene”. La carriera artistica del poliedrico artista napoletano parte nella seconda metà degli anni ’70 con il gruppo operaio E Zezi di Pomigliano D’Arco, insieme al quale incide e suona per alcuni anni. Nel frattempo gli studi sul flauto si concludono con un diploma al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli; ma il vero amore è il sassofono. La sua corrosiva forza entra in contatto con gruppi della new wave partenopea come Little Italy, Bisca e Degrado collaborando in alcuni concerti.
La passione e le capacità tecniche sono tante, i guadagni pochi e dunque Sepe si dedica dapprima alla musica barocca e poi al ruolo di turnista a fianco di musicisti quali Nino D’Angelo, Gino Paoli, Eduardo De Crescenzo e Nino Buonocore. In questo periodo s’inverte la rotta: poco entusiasmo e maggiori entrate economiche. Questi sacrifici però non sono vani perché il sassofonista riesce ad autoprodursi il primo album “Malamusica” che ottiene un buon riscontro dalla critica, così come i seguenti “L’uscita dei gladiatori” e “Play standards and more”.
È grazie a Ninni De Pascale della Polo Sud records che Daniele Sepe ottiene il suo primo contratto discografico sancito dal disco “Vite Perdite”. Forse inaspettato quanto meritato, il lavoro riceve un unanime consenso di critica e pubblico tanto che alcuni registi cinematografici (Martone – “L’amore molesto”, Ferrario – “Figli d’Annibale”, Battiato – “Cronache di un amore violato” e numerosi altri) lo scelgono per musicare le proprie pellicole. Dopo queste impegnative quanto prestigiose fatiche, che gli permettono anche di far conoscere maggiormente il proprio nome, Sepe incide dapprima “Spiritus Mundi” e poi il suo primo album per Il Manifesto “Trasmigrazioni”. La stima di questa nuova etichetta nei suoi confronti è suggellata dalla stampa dell’antologico “Viaggi fuori dai paraggi”. I primi premi arrivano con “Lavorare stanca”, libro-cd che riceve tra l’altro il premio Tenco come miglior album in dialetto e la nomination al Premio Italiano della Musica (PIM). In coda agli anni ’90 è invitato in prestigiosi festival europei come il Womad Bruxelles, “Les Allumées” di Nantes, “Beethoven Kunsthalle” di Berlino. Non è quindi un caso che grazie allo splendido “Conosci Victor Jara” entra nelle classifiche indie italiane. Nel 2000 pubblica “Truffe & Other Sturiellett” a cui segue la messa in scena al Teatro Argentina dei “Dieci comandamenti” di Raffaele Viviani, realizzato insieme a Mario Martone. Le 20.000 copie vendute del successivo “Jurnateri” rappresentano una gran bella soddisfazione per Sepe, che ritorna di nuovo a collaborare con il cinema nei film di Gabriele Salvatores “Amnésia” e “Casa di frontiera” di Massimo Costa.
Nel 2002 pubblica “Anime Candide (canzoni d’amore e di guerra)” per Il Manifesto, che vende oltre 20.000 copie (e continua a vendere). Sempre con Il Manifesto pubblica sul finire del 2004, “Nia Maro”, disco che registra il medesimo successo del precedente. Due anni dopo, nel 2006, Sepe affronta a proprio modo gli anni ’70, politicamente e musicalmente, con “Suonarne uno per educarne cento”, una sorta di summa di tutto ciò ha influenzato il Sepe musicista e militante. Dissacrante come nessun altro lavoro del musicista, ottiene grandi recensioni dalla stampa e ottime soddisfazioni di vendita.
All’inizio del 2008 Sepe torna con “Kronomakia” realizzato con Rote Jazz Fraktion e l’Ensemble Micrologus Nei tredici brani che compongono il lavoro c’è, come ormai ci ha abituati il musicista napoletano, di tutto. Dalle sonorità arabe a quelle nordeuropee, riletture che sanno di musica antica e, a chiudere, due perle: “Stayin’ Alive” dei Bee Gees e “Norvegian Wood” dei Beatles entrambe in latino. Nel 2009 l’infaticabile produzione, alternata fra dischi ufficiali e colonne sonore, si arricchisce di “Truffe & Other Sturiellett’ – (in)cumplete classical and films miusik Vol. 1, 2 & 3”, un cofanetto cui si aggiunge, ai primi due già editi, un terzo volume che fornisce tutta la retrospettiva del Sepe compositore di musiche per cinema.
Siamo al 2010 esce “Fessbuk”, un disco dirompente. Quattordici brani nati per buona parte dallo scambio di opinioni tra Daniele e i suoi amici e fan che per mesi hanno animato la “bacheca” del celebre social network, in cui è presente il suo trafficatissimo “profilo”. Brani che, come sempre, fotografano efficacemente l’Italia di oggi, attraverso l’ironica celebrazione di vizi (tanti) e virtù, in una carrellata di personaggi e temi che faranno ridere, riflettere, discutere, in cui nessuno viene risparmiato dalla tagliente penna di Sepe. Tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 Sepe mette a segno una prestigiosa collaborazione, quella con il grande regista statunitense Terry Gilliam (“Brazil”, “L’esercito delle 12 scimmie”, “Paura e delirio a Las Vegas”, “Parnassus” – solo per citarne alcuni), che rimane colpito dalla sua musica, e gli chiede di scriverne per il proprio cortometraggio “The Wholly Family”, ambientato e girato a Napoli.
“Canzoniere Illustrato” segna una nuova tappa nella carriera di questo straordinario musicista. È in realtà molto di più di un semplice album; “Canzoniere Illustrato” è un volume di grosse dimensioni (ben 106 pagine) contenente 12 fumetti per 12 canzoni. Fumetti realizzati da geniali maestri del colore (Mauro Biani, Squaz, Kanjano, Akab, Kranti, Rosaria Cefalo, Shaone, Fulvio Cozza, Giuseppe Guida, Antonino Iuorio, Marcella Brancaforte, Tony Afeltra, Enzo Troiano, Giuseppe Guida, Luigi De Michele) ed arricchito da una splendida copertina del grande Altan. La musica prevede un menù internazionale di canzoni provenienti da tutto il mondo e dal folklore italiano orchestrati nei più diversi stili, come ci ha ormai abituato Daniele Sepe, e con la partecipazione delle bellissime voci di Floriana Cangiano, Ginevra Di Marco, Florin Barbu, Marzouk Mejri, Josè Seves, Robero Argentino Lagoa e Brunella Selo oltre ad una nutritissima schiera di ottimi musicisti. Nel 2013 da alle stampe “In vino Veritas”, cd che, come sovente avviene nei suoi dischi, cela dietro la forma di canzone, suonata sempre ad altissimi livelli, qualche frecciata al perbenismo italiota. Seguono nel 2015 “A note spiegate” e nel 2016 lo splendido “Capitan Capitone e i fratelli della costa” che ha avuto un formidabile successo di pubblico e di critica.
Paolo Forlini, batteria
Paolo Forlini nasce a Napoli Inizia il suo percorso di studi con il maestro Antonio Romano, docente di percussioni al conservatorio D.Cimarosa di Avellino. All'età di 16 anni entra con la votazione di 9.50 al conservatorio di Salerno e inizia i suoi studi classici sotto la guida del maestro C.Di Blasi. Continua gli studi batteristici nella scuola di Brescia CAMBIOMUSICA diretta da uno dei piu grandi batteristi italiani Alfredo Golino. Studia alla Cambiomusica per 3 anni e a 25 anni si Diploma in percussioni e tiene, come assistente, Lezioni di Solfeggio e toeria con il M.Gianni Desidery. Nel 2008 vince una borsa di studio messa in palio dal GARY CHAFEE DEPARTEMENT (Gary Chafee è attualmente uno dei più grandi didatti viventi).
Tommy De Paola, piano e tastiere
Pianista, tastierista e clavicembalista napoletano, musicista a tutto campo, dall’elettronica alla musica barocca, Tommy De Paola inizia la sua attività di musicista collaborando con vari artisti di musica leggera e dell'ambito jazzistico napoletano. La prima collaborazione importante è con Napoli Centrale di James Senese nel 1987. Ha effettuato tournée con Tullio De Piscopo, Eugenio Bennato e Tony Esposito, incide e si esibisce dal vivo da decenni con Daniele Sepe. Ha anche registrato con James Senese, Pippo Matino, Paolo Fresu, Audio 2, Loredana Bertè, Cristiano De Andrè, Enzo Gragnaniello.
Davide Costagliola, basso
Davide Costagliola nasce a Cercola (Napoli) il 28/09/78. Diplomato in “Basso Elettrico Jazz” presso il Conservatorio “D. Cimarosa di Avellino”. Intensa la sua attività come bassista session-man con artisti di rilievo nazionale ed internazionale, da Stefano Bollani a Paolo Fresu ad Archie Shepp, Robin Eubanks, Javier Girotto Gavin Harrison e molti altri. Numerose anche le sue collaborazioni come bassista per colonne sonore cinematografiche, televisive e teatrali (Mario Monicelli, Luca Barbareschi, Giorgio Albertazzi, Michele Placido) L’intesa attività concertistica lo porta a suonare nel mondo nei più importanti club, festival jazz e teatri: Blue Note NYC, Umbria Jazz ’05, Montreal Jazz Festival 2006, Columbus Day NYC, Spoleto Jazz Festival, Charleston (South Carolina).
Antonello Iannotta, percussioni
Antonello Iannotta inizia gli studi di pianoforte al Conservatorio di Musica Lorenzo Perosi di Campobasso. Appassionato di percussioni etniche, ha sempre avuto un forte interesse per i tamburi a cornice, attraverso i quali conduce un’attività concertistica in Italia e all’estero collaborando con prestigiosi ensemble musicali e con artisti nazionali come Vinicio Capossela e lo stesso Daniele Sepe. Riesce con notevole maestria a inserire il tamburello e le percussioni in diversi generi musicali. (aise)