Cittadinanza: sollevata questione di legittimità costituzionale davanti al Tribunale di Napoli

ROMA\ aise\ - Si apre il fronte giudiziario contro la recente riforma che restringe l’accesso alla cittadinanza italiana per discendenza.
L’avvocato Claudio Falleti, del Foro di Alessandria, ha infatti depositato presso la XXIII Sezione Specializzata in materia di immigrazione del Tribunale di Napoli un ricorso nell’interesse di un cittadino venezuelano, discendente da italiani originari di Sessa Aurunca (Caserta), con il quale si chiede il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis e, contestualmente, si solleva una formale questione di legittimità costituzionale della norma (Legge 23 maggio 2025, n. 74) che ha modificato la Legge n. 91/1992.
Secondo quanto sostiene il legale, la riforma introduce una significativa restrizione alla trasmissione della cittadinanza italiana per i discendenti, prevedendo che per le domande presentate dopo l'entrata in vigore, il riconoscimento sia limitato ai soli soggetti entro la seconda generazione dall’avo emigrato.
“La nuova disciplina – spiega Falleti – lede i diritti soggettivi perfetti dei discendenti italiani, viola il principio di non retroattività delle norme peggiorative e presenta evidenti profili di illegittimità costituzionale, in contrasto con gli articoli 3, 24, 25, 77, 97, 111 e 117 della Costituzione”.
Il ricorso evidenzia inoltre che la decretazione d’urgenza, con cui il Governo ha introdotto la riforma, si basa su presupposti di necessità e urgenza che – secondo la difesa – non risultano giustificati né adeguatamente motivati. A rafforzare la posizione giuridica dei ricorrenti vi è anche il recente intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 17 giugno scorso ha richiamato l'attenzione sugli effetti della riforma, parlando di “spaesamento” e “preoccupazione” tra le comunità italiane all'estero, auspicando una “meditata considerazione” da parte del legislatore e una possibile revisione delle nuove restrizioni.
Secondo Falleti, la legge, approvata in tempi ristrettissimi e senza un adeguato confronto parlamentare, rischia di compromettere i diritti di milioni di cittadini di origine italiana residenti all’estero. Per questo motivo, nel ricorso si invita il Tribunale a sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale, con l'obiettivo di ottenere un intervento chiarificatore e ripristinare un quadro normativo rispettoso dei diritti fondamentali e delle aspettative delle comunità italiane nel mondo.
Il procedimento si inserisce in un contesto già caratterizzato da forte mobilitazione da parte di associazioni e gruppi di italiani all’estero, che nei mesi scorsi avevano espresso contrarietà alla riforma, evidenziando il rischio di una discriminazione tra discendenti in base a meri criteri temporali e generazionali. (aise)