L'Italia a Los Angeles fra radici, storia e cultura: Mucci (We the Italians) intervista Marianna Gatto

ROMA\ aise\ - "La storia degli italiani a Los Angeles è sempre stata molto affascinante, perché è diversa in molte cose da quella di chi emigrò dall’Italia e si fermò sulla costa est degli Stati Uniti. Certamente ci sono similitudini, ma sono le differenze che incuriosiscono. Oltre a ciò, c’è per me una persona che incarna perfettamente la bellezza della comunità italoamericana a Los Angeles: un’amica una italoamericana molto orgogliosa delle sue radici, un’imprenditrice ma anche un’educatrice, una scrittrice, una instancabile organizzatrice di eventi, una magnifica persona. Si chiama Marianna Gatto". Inizia così l'intervista che Umberto Mucci, fondatore e direttore del portale bilingue "We the Italians", ha realizzato a Marianna Gatto, Direttrice e cofondatrice dell'Italian American Museum di Los Angeles, negli Stati Uniti.
"D. Per iniziare raccontaci, per favore, le origini italiane della tua famiglia e la tua esperienza su com’è stato crescere come italoamericana a Los Angeles.
R. Come molti italoamericani, la mia famiglia proviene da piccoli paesi del Sud Italia, in particolare da Lago (Cosenza) in Calabria e da Lucca Sicula (Agrigento), in Sicilia. Lo scorso anno ho fatto una scoperta entusiasmante quando ho trovato il registro di nascita della mia bisnonna; nacque nel 1864 a Burgio, un paese vicino a Lucca Sicula, famoso per le sue ceramiche e le campane di bronzo.
La mia famiglia siciliana arrivò negli Stati Uniti nel 1897, durante la grande immigrazione, entrando dal porto della Louisiana. Erano tra coloro che furono attratti nel sud degli Stati Uniti per colmare la carenza di manodopera successiva alla guerra civile. Il mio bisnonno siciliano, Giuseppe Cortese, e suo figlio quattordicenne lavorarono come braccianti agricoli nell’area di New Orleans prima di chiamare il resto della famiglia dalla Sicilia e proseguire verso ovest fino a Pueblo, in Colorado, allora conosciuta come “Pittsburgh dell’Ovest,” dove l’industria dell’acciaio era in espansione. Fu lì che mia nonna e omonima, Maria Antonia Cortese, nacque nel 1901.
D. Raccontaci di più sull’Italian American Museum di Los Angeles (IAMLA)
R. Lo IAMLA è un museo che esplora la storia e la cultura italoamericana. Presenta una mostra permanente che ha ricevuto diversi riconoscimenti, che è anche accessibile online. Lo IAMLA organizza anche nuove e originali mostre temporanee che ogni anno si concentrano su storia, arte e cultura. Le mostre passate hanno incluso "The Sicilian Cart: History in Movement," presentata in collaborazione con il Museo Musca della Sicilia e Dolce & Gabbana, e "Woven Lives: Exploring Women's Needlework from the Italian Diaspora," che ha vinto il Premio di Eccellenza dall’Associazione Americana per la Storia e la Cultura Locali. "A Real Boy: The Many Lives of Pinocchio" esplora Pinocchio come uno degli icone più riconoscibili al mondo e ha attratto un numero record di visitatori. La nostra attuale mostra temporanea, "Creative Minds," esamina gli inventori e innovatori italoamericani e le loro creazioni, dal reattore nucleare al microchip, dal Big Mac al carretto Radio Flyer.
Lo IAMLA offre anche programmi educativi, visite guidate da docenti, e una varietà di attività per tutte le età, oltre a stage. L’ingresso è gratuito, così come la maggior parte dei programmi.
D. Recentemente hai pubblicato il libro "The Italian Americans of Los Angeles: A History". Consiglio sicuramente ai nostri lettori di acquistarlo: puoi darci qualche anticipazione sul suo contenuto?
R. Gli italiani iniziarono a stabilirsi a Los Angeles 200 anni fa - prima che ci fosse la California e prima che ci fosse l’Italia! Scrivendo questo libro, speravo di documentare una comunità che ha plasmato la regione in modi inimmaginabili, ma che è stata largamente trascurata".
L'intervista completa è disponibile a questo link. (aise)