Servizi, memoria e difesa dei diritti: il Comitato Cittadino di Winterthur discute di presente e futuro

ZURIGO\ aise\ - Feste italiane, iniziative per italiani, sostegno alla comunità presente in Svizzera e anche una critica per la politica per gli italiani all'estero, specie riguardo la nuova legge sulla cittadinanza. Questi gli argomenti al centro dell'incontro che ha riunito le associazioni e le organizzazioni italiane aderenti al Comitato Cittadino di Winterthur, in Svizzera, riunitasi lo scorso lunedì, 23 giugno.
All’appello del Presidente Giuseppe Ticchio, che è anche consigliere del Comites di Zurigo, hanno risposto dieci delle dodici Associazioni e Organizzazioni aderenti. Durante la seduta, Ticchio ha presentato la relazione sull’attività svolta nel primo anno sociale appena concluso. Tra i risultati più significativi da lui spiegati figura l’organizzazione del servizio passaporti, realizzato dal Comitato grazie anche alla sensibilità del Console Generale, Ministro Mario Baldi. Sono stati 252 i passaporti rilasciati a Winterthur, rispondendo a un’esigenza urgente della comunità locale.
Ticchio ha spiegato la necessità di continuare a farsi carico delle necessità consolari della comunità e di continuare ad avere un rapporto ottimo e costruttivo con l’amministrazione comunale di Winterthur.
Tra le iniziative di rilievo sottolineata dal Presidente del Comitato Cittadino, ci sono state anche la tradizionale Festa del Bambino e della Famiglia, che si tiene da 55 anni, e diverse serate informative a carattere sociale e culturale. Il Comitato ha inoltre discusso delle visite promosse al Museum Schaffen, con l’importante mostra sull’emigrazione italiana e di altre etnie, che hanno contribuito allo sviluppo della città.
Un tema particolarmente sentito quest’anno è il ridimensionamento del Centro Parrocchiale Italiano di Winterthur, oggi con un solo parroco a fronte di una comunità di oltre 13.000 connazionali. Una situazione che il Comitato ha definito "inaccettabile" auspicando un "pronto intervento da parte delle autorità competenti".
Un altro tema centrale non poteva che essere quello della nuova legge sulla cittadinanza, che tutti i presenti hanno etichettato come "ingiusta" e "discriminatoria nei confronti dei discendenti italiani".
Secondo quanto fuoriuscito dalla riunione, la politica italiana, a prescindere da chi la gestisce, sembra seguire sempre lo stesso schema: passare da un estremo all’altro. "Un tempo estremamente permissiva - hanno spiegato dal Comitato -, oggi si presenta come eccessivamente restrittiva. Che la normativa avesse bisogno di un aggiornamento era chiaro a tutti, ma ridurre il riconoscimento della cittadinanza da sette generazioni di antenati ai soli genitori e nonni appare una scelta sproporzionata e inaccettabile".
A rendere la situazione ancora più grave a parere del Comitato è il fatto che "il Governo ha limitato i diritti di chi possiede la doppia cittadinanza, restringendo drasticamente le possibilità di accesso alla cittadinanza italiana. Una clausola che penalizza intere generazioni di italiani nati e cresciuti all’estero, e che rappresenta una grave ferita al senso di appartenenza e identità nazionale. Una normativa che, secondo molti, nasce da una politica priva di visione e sensibilità verso le comunità italiane nel mondo".
"Di fronte a una legge che ci esclude - ha spiegato il Presidente del Comitato Cittadino -, viene spontaneo chiedersi se chi ci governa sia davvero capace di comprendere il valore delle nostre comunità all’estero. Leggi prive di anima e visione non possono che suscitare amarezza. E non è un caso se, per noi italiani nel mondo, non arriva mai una norma a nostro favore: sono sempre, purtroppo, a nostro svantaggio".
Durante l’Assemblea, è stata poi accolta con favore la lettera di protesta inviata dal Comites di Zurigo alle autorità competenti, così come la risoluzione plenaria del CGIE, che ha proposto modifiche sostanziali alla legge in discussione, approvate quasi all’unanimità.
Alla luce di tutto ciò, dalla riunione è emersa la necessità di "correggere con urgenza le penalizzazioni introdotte dalla nuova normativa, per tutelare i diritti e l’identità degli italiani all’estero". (aise)