“Fortuny y su círculo artístico en Roma”: due conferenze al Cervantes

Mariano Fortuny, Spiaggia di Portici, 1874, Olio su tela, Meadows Museum Dallas

ROMA\ aise\ - Nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della morte del pittore spagnolo Mariano Fortuny Marsal (1838-1874) l’Instituto Cervantes di Roma organizza presso la Sala Dalì un colloquio con Carlos González López, Dottore in Storia dell'Arte Università Centrale di Barcellona, su “Fortuny. Balance de una pasión historiográfica” martedì 20 maggio alle ore 18.00 e un incontro con Gianluca Berardi, Storico dell’Arte, Galleria d’Arte Berardi, Roma, e Helena Pérez Gallardo, Professore Ordinario di Storia dell’Arte, Università Complutense di Madrid, su “Fortuny y su círculo artístico en Roma” giovedì 22 maggio alle ore 18.00. Entrambi gli incontri sono ad ingresso gratuito.
Nonostante la sua breve esistenza, Fortuny ha lasciato una straordinaria eredità che comprova il celebre motto classico, Ars longa vita brevis. Con queste conferenze, il Cervantes vuole valorizzare il grande contributo del pittore alla vita artistica europea, riconoscendone il merito, il talento e l'originalità. Davanti agli occhi di Fortuny sfilarono le strade, le piazze, le genti che gli servirono da nutrimento per alimentare un immaginario molto fecondo che seppe trascendere la rappresentazione realista e superare le caratteristiche di un'opera percepita in termini virtuosi e di preziosismo. Lungi dall'adagiarsi al luogo comune pittoresco, alle immagini iconiche di questi spazi emblematici o alle citazioni retoriche di tipo monumentale, Fortuny convertì la pittura nell'unico tema della sua vita.
Con questo esercizio metapittorico, oltre a canalizzare le pulsioni creative, l'autore guidò una corrente di rinnovamento plastico che pose le basi di un processo di emancipazione dell'universo pittorico. Con la sua proposta estetica, l'artista di Reus seppe anticipare i suoi tempi e consolidò il modello dell'artista itinerante, cosmopolita, transfrontaliero e internazionalista.
Fortuny nacque nel 1838 a Reus, in Catalogna, da una famiglia di modeste origini. All'età di dodici anni rimase orfano di madre e venne assegnato alla tutela del nonno. Quest'ultimo riconobbe immediatamente le capacità artistiche del nipote e gli fece frequentare la scuola del pittore Domènec Soberano (1825–1909). Due anni dopo, nel 1852, quando si trasferì a Barcellona, Fortuny fu subito notato per la propria abilità manuale e ottenne così una borsa di studio che gli permise di frequentare la Scuola di Belle Arti. Grazie ad un ulteriore finanziamento poté terminare gli studi a Roma, dove giunse nel 1858. Qui strinse amicizia con il pittore romano Attilio Simonetti (1843–1925) con il quale viaggiò a Napoli ed entrò in contatto con l'ambiente pittorico napoletano. Quando nel 1860 scoppiò la guerra ispano-marocchina, le autorità di Barcellona incaricarono Fortuny di recarsi in Marocco per immortalare le scene delle battaglie; la predilezione per i soggetti orientaleggianti lo avrebbe accompagnato per tutto il resto della sua vita.
Di ritorno dall'Africa Fortuny fece poi tappa a Parigi, dove trasse ispirazione dalle opere di Delacroix, e quindi a Roma. A questo secondo soggiorno romano risale la sua opera più celebre, La Vicaría, nonché una serie di piccoli olii e acquerelli che dimostrano il suo valore di miniaturista così come la sua eccezionale maestrìa nella tecnica e nella modulazione del colore. Gli entusiastici commenti di Théophile Gautier - "Fortuny come acquafortista eguaglia Goya e si avvicina a Rembrandt" - gli procurarono in breve tempo fama internazionale.
Fortuny sposò Cecilia de Madrazo, figlia di Federico de Madrazo, direttore del Museo del Prado, e negli anni successivi si spostò per mezza Europa, vivendo prima a Parigi, poi due anni a Granada e infine a Roma. Dopo alcuni brevi viaggi a Parigi, Londra e Napoli, Fortuny morì a Roma il 21 novembre 1874 all'età di 36 anni. (aise)