Gaza: Tajani in Parlamento

ROMA\ aise\ - “Il successo dell'iniziativa di pace avviata dagli Stati Uniti potrebbe davvero costituire una svolta storica che potrebbe cambiare il volto del Medio Oriente e quindi del Mediterraneo, con grandi ripercussioni anche sulla sicurezza e sugli interessi nazionali”. Così il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, che questa mattina è tornato in Parlamento per le comunicazioni del Governo dopo la firma del Piano per la pace proposto da Donald Trump firmato a Sharm el-Sheikh.
“Certo, - ha precisato – tutto è legato ancora ad un filo; ci sono tante variabili che non sono state definite, ci sono ancora tensioni per il ritorno delle salme e per la decisione di Israele di rallentare l'ingresso dei beni alimentari come reazione. Ogni giorno troveremo degli ostacoli, finché non si sarà consolidata la pace; ma noi dobbiamo fare di tutto perché tutto ciò non provochi la fine di un sogno di speranza. Dobbiamo lavorare intensamente a livello diplomatico”.
“Convinto” della “solidità di questo filo”, il Ministro ha ribadito il pieno sostegno dell’Italia al Piano di pace e al lavoro dei mediatori.
“Ci sono oggi tutte le condizioni per una Gaza liberata dall'incubo di Hamas e affidata provvisoriamente a un controllo internazionale con l'attiva partecipazione dei Paesi islamici”, ha aggiunto il Ministro. “Tutto questo nella prospettiva di giungere a uno Stato palestinese vero, democratico, pacifico, non confessionale, affidato ad una ANP (Autorità nazionale palestinese) profondamente rinnovata negli uomini e nei metodi. È ovvio – ha evidenziato – che dovrà esserci un governo palestinese in futuro, perché l'obiettivo è quello di dar vita a uno Stato palestinese che sia riconosciuto da Israele e che riconosca Israele. E, visto che le cose stanno lentamente migliorando, - ha annunciato – si avvicina anche il riconoscimento da parte dell'Italia dello Stato palestinese. Una convivenza di due popoli e due Stati in quel territorio tormentato e tuttavia così pieno di significato spirituale per gli ebrei, per gli islamici e per noi cristiani è fondamentale”.
Il conflitto in Medio Oriente, ha aggiunto, “ha suscitato un'ondata emotiva e un'attenzione mediatica senza”. Per la situazione in Palestina “si è trattato di un'attenzione sincera e di un'autentica passione per la causa della pace e della salvezza dei popoli, mentre pochi, anche se rumorosi, sono stati i casi di strumentalizzazione e di spettacolarizzazione per fini di politica interna o per pregiudizio antisemita”, ha aggiunto Tajani denunciando il riemergere dell’antisemitismo e condannando gli episodi di violenza contro la comunità ebraica e le Forze dell’ordine, come accaduto durante la partita Italia–Israele ieri a Udine.
Tajani ha quindi rivendicato “con orgoglio” l’azione del Governo italiano a sostegno del piano di pace: l’Italia ha “svolto un ruolo attivo, perché in questi mesi abbiamo preservato canali di dialogo costante con Israele e con l'Autorità nazionale palestinese. Sono pochissimi i Paesi che possono dire di aver fatto altrettanto. Noi abbiamo costruito ponti, non li abbiamo distrutti”, le parole del Ministro, secondo cui la presenza della Presidente Meloni a Sharm el-Sheikh “testimonia che il nostro Paese ha svolto un ruolo riconosciuto ed apprezzato da tutti i nostri partner, a partire dagli Stati Uniti”.
Il 7 novembre prossimo Abu Mazen sarà in visita in Italia, ha annunciato Tajani che ha deciso di nominare l'ambasciatore Bruno Archi, attuale ambasciatore presso la FAO, nuovo inviato speciale della Farnesina per la ricostruzione di Gaza, inclusi gli aspetti umanitari. Archi, ha spiegato, sarà “il punto di riferimento alla Farnesina per questo tema cruciale e farà da raccordo a livello tecnico con istituzioni, amministrazioni locali, settore privato, società civile”.
L'Italia “è pronta a fare la sua parte”, ha detto ancora una volta Tajani. “Del resto, anche di fronte all'orrore della guerra, quando ogni speranza sembrava vana, il Governo era impegnato per preparare la ricostruzione. Già dallo scorso anno abbiamo finanziato con 5 milioni la pianificazione per la ricostruzione da parte dell'Autorità nazionale palestinese, mettendo a disposizione le eccellenze della facoltà di architettura dell'Università di Venezia; una squadra di esperti è già al lavoro per gettare le fondamenta della pianificazione. Una missione tecnica della cooperazione italiana sarà a Ramallah nei prossimi giorni per proseguire, nel raccordo con l'Autorità nazionale palestinese. Già rappresentanti del mondo della sanità sia romana che piemontese si erano recati, durante la nostra missione in quei territori, a parlare con il Ministro della salute palestinese per vedere come poter intervenire in maniera ancora più concreta”.
“Lavoriamo per rafforzare e ampliare Food for Gaza, coinvolgendo tutte le migliori forze del sistema italiano che ho voluto riunire al Ministero all'indomani della cerimonia di Sharm el-Sheik”, ha aggiunto. “Stiamo lavorando anche per un nuovo invio urgente di aiuti alimentari, il più grande realizzato finora”.
Ad oggi, l’Italia cura bambini feriti e malati di Gaza nei suoi ospedali (Bambino Gesù, Gemelli, Rizzoli, Meyer), ma, ha annunciato, sono previste altre missioni sanitarie in Giordania ed Egitto per curare i casi più gravi in loco. In totale sono più di 1.100 i palestinesi accolti in Italia tra evacuati, studenti e ricongiungimenti familiari. Il 23 ottobre arriveranno in Italia altri studenti universitari palestinesi, mentre il 29, ha aggiunto Tajani, “abbiamo in programma una nuova operazione umanitaria per portare in Italia altre decine di bambini di Gaza bisognosi di cure, che saranno assistiti nei nostri migliori ospedali. Anche questo è un modo per contribuire a formare la futura classe dirigente per una Palestina libera, prospera, sovrana e pacifica. Una Palestina che, in tali condizioni, l'Italia riconoscerà senza ulteriori attese”.
Il percorso delineato dal piano Trump “potrà proseguire ovviamente solo in una situazione di calma e senza nuove violenze”. Il piano, ha ricordato, “prevede il dispiegamento a Gaza di una forza internazionale di stabilizzazione”. Come confermato da Meloni e Crosetto, l'Italia “è pronta a fare la sua parte anche in questa eventualità, forte della solida e riconosciuta esperienza maturata negli anni in tanti quadranti internazionali complessi. Naturalmente, in caso di partecipazione militare ad una missione internazionale, il Parlamento verrà coinvolto nelle decisioni e contiamo di avere il sostegno unanime delle forze politiche per queste missioni di pace”, ha detto Tajani, confermando che a novembre si terrà al Cairo una conferenza per la costruzione di Gaza che l’Italia organizzerà con l’Egitto: “è un'azione doverosa verso una popolazione stremata, ma anche una grande opportunità per le nostre imprese”, non “per speculare su una tragedia, ma per concorrere, con la qualità del lavoro svolto, ad un progetto che non può essere solo umanitario. Gaza non ha bisogno solo di assistenza, ha bisogno di sviluppo sano e come tale creatore di risorse e di benessere”.
L'accordo di Sharm el-Sheikh “segna un momento cruciale della storia recente del Medio Oriente” ma è solo “il primo grande tassello di un processo di stabilizzazione della regione”, da cui “non può più autoescludersi, come in passato, l'Autorità palestinese”. Il Medio Oriente “ha un ruolo politico ed economico fondamentale per l'Occidente, non soltanto per la grande disponibilità di combustibili fossili, ma anche in virtù di progetti come la Via del Cotone, che dall'India al Mediterraneo vede nel Medio Oriente uno snodo fondamentale; dovrà passare attraverso Israele, i Paesi del Golfo e l'Egitto per arrivare nel Mediterraneo e il nostro obiettivo è quello di fare del Porto di Trieste il terminale, per il quale abbiamo già nominato un inviato speciale responsabile, l'ambasciatore Talò”.
Ora bisogna “guardare al futuro, un futuro di pace. È con questo spirito che abbiamo lanciato l'iniziativa di una risoluzione sulla tregua olimpica nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in vista dei Giochi invernali che l'Italia ospiterà il prossimo anno a Milano e Cortina”, ha detto ancora Tajani che, assicurando che presto verranno inviati aiuti anche in Sudan, ha affermato che il Governo è “consapevole del ruolo che un grande Paese come l'Italia è chiamato a svolgere nel mondo. Dobbiamo essere crocevia di dialogo e punto di incontro tra culture e civiltà. Faremo la nostra parte anche questa volta”. (aise)