Tajani: a Gaza situazione sempre più inaccettabile

ROMA\ aise\ - “La tragedia di Gaza continua a rappresentare una ferita aperta per tutta la comunità internazionale”. Quello che accade nella Striscia “è sempre più inaccettabile”. È quanto ribadito dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani intervenuto questa mattina in Senato per un’informativa sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e Medio Oriente. Confermato che l’Italia è “fermamente contraria al piano israeliano di occupazione della città di Gaza e a ogni ipotesi di trasferimento forzato dei palestinesi dalla Striscia” e ribadita la “condanna” per “qualsiasi proposito di espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania o di sua annessione”, Tajani ha riconosciuto le “enormi responsabilità di Hamas per aver scatenato questa terribile spirale di violenza, con un insensato atto terroristico”. E se “non abbiamo esitato un solo minuto a ribadire il diritto di Israele a esistere e a tutelare la propria sicurezza”, “da tempo diciamo, però, che le scelte del Governo Netanyahu sono andate ben oltre una reazione proporzionata, violando i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario”.
Le “legittime critiche nei confronti di queste azioni”, ha aggiunto, “non devono mai alimentare un nuovo antisemitismo in Italia e in Europa, come quello che portò alla Shoah. In nome della pace, abbiamo tutti il dovere di evitare che il clima di odio, che già provoca tanti lutti in Medio Oriente, si estenda in altre parti del mondo”.
Il Governo italiano “continua a lavorare senza sosta per il cessate il fuoco nella Striscia, per la liberazione immediata degli ostaggi e il pieno accesso degli aiuti umanitari. Occorre resistere alla tentazione di forzare una conclusione della crisi con atti unilaterali, dagli effetti imprevedibili”, ha aggiunto Tajani, auspicando che l’attacco israeliano a Doha di martedì “non offra un pretesto a chi vuole far saltare il banco”. “L'attacco di martedì e la violazione della sovranità di uno Stato, il Qatar, che non è parte del conflitto e che, al contrario, è da tempo impegnato, insieme Stati Uniti ed Egitto, in una preziosa opera di mediazione, sono inaccettabili”, ha affermato Tajani.
“Il nostro obiettivo è rilanciare il processo politico per arrivare a due Stati in grado di convivere in pace e sicurezza”, ha aggiunto richiamando il suo incontro con il ministro degli esteri palestinese Varsen Aghabekian. Ma occorrono alcune “premesse”: “riconoscere uno Stato, senza prima creare le condizioni per la sua nascita non produrrebbe alcun effetto, se non quello di allontanare la pace”, ha aggiunto.
L'Italia “lavora naturalmente in sintonia con molti Paesi arabi”, ha detto ancora Tajani che al collega egiziano Abdelatty ha confermato il “pieno sostegno” dell’Italia al “piano arabo per la ricostruzione di Gaza”, aggiungendo che “siamo pronti a contribuire, con l'invio di militari italiani, ad una missione internazionale a guida araba sotto l'egida dell'ONU per il mantenimento della pace nella Striscia e per la riunificazione del futuro Stato palestinese, che dovrà ricomprendere Gaza e la Cisgiordania. Naturalmente Hamas non potrà avere alcun ruolo nel futuro Stato palestinese. Voglio ribadire qui con forza che l'Italia è a favore della nascita di uno Stato palestinese che permetta al popolo di Palestina di realizzare il proprio sogno: vivere in sicurezza a casa propria e in pace con Israele”.
Al centro dei colloqui con Abdelatty anche “l'impegno del Cairo per far ripartire il negoziato sul dossier nucleare tra Iran e Stati Uniti”, tema al centro anche dell’incontro che Tajani avrà oggi con il ministro turco Fidan. Il 22 settembre, ha anticipato, “a New York aderiremo con convinzione a una Dichiarazione nell'ambito delle Nazioni Unite, con l'obiettivo di costruire uno Stato palestinese e di far cessare le ostilità. Sostenere la soluzione a due Stati vuol dire anche salvaguardarne le premesse. Per queste ragioni abbiamo condannato con forza, insieme ai nostri partner europei e arabi, la decisione israeliana di procedere nella politica degli insediamenti a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Alla riunione dei Ministri degli esteri dell'Unione europea a Copenaghen della scorsa settimana, con la Germania abbiamo proposto di infliggere nuove severe sanzioni ai coloni violenti. Siamo disponibili a inasprire le misure restrittive contro gli assalti ai villaggi palestinesi, arrivando a colpire anche le comunità cristiane, da sempre elemento di dialogo e di pace nella regione. Siamo anche pronti a valutare, non appena verranno presentate in Consiglio, le ulteriori nuove proposte di sanzioni preannunciate dalla presidente della Commissione europea von der Leyen nel discorso di ieri a Strasburgo”.
Il Governo, ha assicurato, “segue da vicino anche la vicenda della Global Sumud Flotilla. Ai 58 cittadini italiani che partecipano all'iniziativa garantiremo - come abbiamo voluto assicurare insieme al Presidente del Consiglio - assistenza diplomatica e consolare, come abbiamo sempre fatto per i cittadini italiani fermati in Israele per iniziative analoghe. Ho chiesto all'Unità di crisi del Ministero di restare in stretto contatto con la portavoce italiana della Flotilla. La nostra ambasciata a Tel Aviv è stata attivata e, su mia istruzione, ha sensibilizzato le autorità israeliane sul rispetto dei diritti di tutti i connazionali presenti sulla Flotilla, tra cui anche alcuni parlamentari. Ho anche chiamato il ministro degli esteri Sa'ar, per sensibilizzarlo personalmente sulla questione”.
L'Italia “è in prima linea in maniera concreta e operativa per portare tutti gli aiuti umanitari possibili nella Striscia di Gaza. Il Governo si è reso disponibile con gli organizzatori a mettere a disposizione i canali istituzionali per la consegna degli aiuti a Gaza. Avvalersi di questi canali umanitari già attivi ed efficaci eviterebbe di esporre i partecipanti ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi. A differenza di tanti che parlano e basta, il Governo italiano sta aiutando il popolo palestinese con i fatti e con le azioni concrete”, ha rivendicato Tajani ricordando l’arrivo in Italia di bambini palestinesi e l’invio di aiuti alimentari nell’ambito del programma “Food for Gaza", ma anche le borse di studio per studenti palestinesi: “stiamo lavorando con i partner della regione per creare un vero e proprio "corridoio universitario"”. Tutte misure che sono “possibili solo mantenendo aperto un canale diplomatico con Israele. Proprio grazie a questo dialogo molto franco, serrato e spesso critico, possiamo continuare a sollecitare Israele a garantire la ripresa delle attività umanitarie nella Striscia e lavorare in concreto per la pace in Medio Oriente”.
L’Italia è “in prima linea anche nel sostegno al Libano e al nuovo corso inaugurato dalle elezioni del presidente Aoun” così come continua a “sostenere con convinzione anche la transizione politica in Siria”.
Sul fronte ucraino, l'attacco russo al territorio polacco “è un fatto gravissimo e inaccettabile, un'offesa alla sicurezza dell'intera area euroatlantica. Alle operazioni che hanno garantito la protezione del territorio polacco dall'attacco di droni ha partecipato, facendo parte del dispositivo di sicurezza alleata, anche un aereo radar della nostra Aeronautica militare. Queste iniziative russe sono in palese contraddizione con il percorso che sembrava avviato, invece, con il vertice in Alaska”, ha affermato Tajani ricordando il contributo dell’Italia “a una forte presa di posizione europea a sostegno dell'unità transatlantica”. L’Italia “è pronta a fare la sua parte concretamente per la sicurezza di Kyiv, in piena sintonia con i Paesi dell'Unione europea, ma per il Governo non è all'ordine del giorno l'ipotesi di inviare militari italiani in Ucraina”.
Richiamati gli incontri internazionali, Tajani ha confermato che “avere l'Occidente unito è condizione necessaria per costruire un sistema di garanzie di sicurezza e permettere all'Ucraina di poter negoziare una pace giusta e duratura. Spetterà poi a Kyiv stabilire i termini del negoziato e decidere cosa fare. Nessuna decisione sul futuro dell'Ucraina potrà essere presa senza l'Ucraina. È essenziale quindi intensificare la pressione su Putin perché sieda al tavolo dei negoziati, dove l'Europa dovrà svolgere un ruolo da protagonista, anche perché senza la posizione europea non si può risolvere la questione delle sanzioni, visto che ne abbiamo inflitte e continueremo a infliggerne alla Russia finché non finirà la guerra”.
Oltre alle sanzioni alla Russia, “stiamo anche valutando ulteriori forme di sostegno concreto all'Ucraina nel settore della difesa”, ha proseguito il Ministro. “Il Governo, con tutte le componenti del sistema Italia, è in prima linea anche nel sostegno al processo di ricostruzione”, ha ricordato citando la Conferenza sulla ripresa dell'Ucraina svolta a luglio a Roma. “Dalla Conferenza di Roma abbiamo lanciato un messaggio molto forte: L'Ucraina deve avere un futuro di pace e prosperità in Europa, un futuro che passa anche attraverso riforme, lotta alla corruzione, investimenti e sostegno concreto delle nostre imprese”.
Da Ministro “anche per il commercio internazionale”, Tajani ha confermato il “sostegno che il Governo sta assicurando alle nostre aziende esportatrici”. Un Governo “determinante nel sostenere una posizione europea costruttiva per evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti che avrebbe provocato gravi danni alle nostre imprese”.
“Il nostro lavoro continua per tutelare nel prosieguo della trattativa, che non è ancora conclusa, ci vorranno forse mesi, alcuni prodotti del made in Italy che non sono ancora salvaguardati nel quadro dell'accordo. L'intesa ci pone inoltre in una condizione di vantaggio comparato rispetto alla maggioranza dei nostri concorrenti, che sono stati colpiti da dazi più elevati”, ha detto il Ministro che, per “monitorare l'applicazione dell'intesa” ha istituito alla Farnesina la “task force dazi”.
“La nostra idea resta quella di arrivare alla creazione nel lungo periodo di un'area di libero scambio transatlantica che possa permetterci di realizzare importanti sinergie a livello industriale in settori critici e strategici. Anche in un contesto in continua evoluzione come quello attuale, le nostre imprese, grazie al valore del made in Italy e alla qualità dei loro prodotti, stanno dimostrando grande capacità di adattamento”, ha detto Tajani. “Lo confermano i dati più recenti, che ci spingono a proseguire con la strategia del Piano d'azione per l'export che ho voluto lanciare per diversificare i mercati di sbocco per i nostri prodotti”.
Nel frattempo l’Italia punta a “rafforzare la nostra posizione nei mercati a più alto potenziale, come l'India, il Canada, i Paesi dell'ASEAN, il Giappone, i Paesi del Golfo, l'America Latina, il “Messico e l'Africa, dove intendo recarmi in autunno, e a consolidarla in quelli tradizionali”.
“Sarà importante – ha sottolineato – sfruttare le opportunità offerte dagli accordi di libero scambio. Per un Paese come il nostro, che trae una consistente parte della propria prosperità dal commercio con l'estero, è prioritario che l'Unione europea abbia una politica commerciale ambiziosa. L'espansione delle reti di accordi di libero scambio è per l'Italia e l'Europa un obiettivo strategico che ci permette di garantirci catene di approvvigionamento sicure e mercati aperti alle nostre merci”, come il Mercosur, con cui l’Ue ha negoziato il suo “accordo più grande” che “porterebbe alla creazione di un'area di libero scambio di 800 milioni di persone, con un valore stimato pari a 4 volte quello concluso con il Giappone e 8 volte quello in vigore con il Canada. Prevede la liberalizzazione di oltre il 90 per cento dell'export europeo, con l'eliminazione o la sostanziale riduzione di dazi, in alcuni casi, ahimè, molto alti, in settori strategici del nostro export: quello automobilistico, quello dei macchinari industriali, quello farmaceutico e quello chimico. Continueremo ora a vigilare sulle misure a sostegno dell'agricoltura, da cui dipenderà la nostra adesione finale”.
“Sono e voglio essere ottimista”, ha aggiunto il Ministro riferendosi al “rispetto del principio di reciprocità degli standard produttivi in agricoltura”.
Da “finalizzare al più presto” anche l'accordo Ue – India “che aprirebbe enormi opportunità anche nell'ottica del corridoio logistico economico IMEC, la cosiddetta Via del cotone”, su cui verrà organizzato un incontro con le imprese a Trieste.
L'Italia “vuole essere un ponte di dialogo, un Paese che parla con tutti, senza rinunciare mai ai propri valori. Questo è il senso dell'azione di Governo sui più importanti scacchieri internazionali. Il futuro non può essere scritto con la violenza, ma con il dialogo, non con l'odio, ma con la speranza. Lavorare con pazienza e determinazione per raggiungere la pace, salvare vite, portare aiuti, costruire ponti mettendo sempre la persona al centro, con l'auspicio – ha concluso – di poter contare su questi grandi temi su un'ampia convergenza di tutti i Gruppi dell'area parlamentare”. (aise)