Visti: Tajani esenta cittadini USA, G7 e NATO dall’obbligo di rilevazione delle impronte digitali

ROMA\ aise\ - Da gennaio di quest’anno, l’Italia ha esteso la necessità di acquisire i dati biometrici ai visti per soggiorni di lunga durata, in linea con gli sforzi per rafforzare il nostro sistema migratorio e la sicurezza dell’Italia e dell’area Schengen. Tuttavia, si legge in una nota della Farnesina, “questo requisito non vuole essere un peso per i Paesi alleati, in particolare G7, e per i loro cittadini che vengono in Italia per motivi di studio, di cooperazione militare o nell’ambito delle nostre relazioni diplomatiche”.
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha firmato dunque un Decreto ministeriale che esenta alcune categorie di cittadini di Stati Uniti e degli altri Paesi G7 dall’obbligo di rilevazione delle impronte digitali per la domanda di visti nazionali. Il Decreto prevede l’esenzione per: persone di nazionalità di uno Stato membro del G7 che richiedono un visto per studio; personale militare e civile di Stati G7 e NATO inviati a prestare servizio presso strutture militari situate nel territorio italiano; persone che richiedono un visto diplomatico o un visto per missione.
Si tratta di un “provvedimento fortemente voluto” dal ministro Tajani innanzitutto, spiega la nota, “per semplificare il percorso con cui ricercatori e studenti dei Paesi del G7 possono venire a vivere e lavorare in Italia, garantendo la continuità degli attuali flussi di mobilità studentesca ed assicurando il regolare andamento dei programmi di scambio con i Paesi interessati. Questo vale soprattutto per gli Stati Uniti”, dove, “in poco più di un anno (gennaio 2024 – marzo 2025), le sedi consolari italiane hanno rilasciato oltre 20.000 visti per studio a cittadini statunitensi”.
Il decreto firmato ieri, conclude la nota, “permetterà di mantenere la possibilità di inviare per posta la documentazione necessaria per il visto per studio, semplificando le procedure di raccolta delle domande e riducendo il sovraccarico per le sedi consolari”. (aise)