“Birth of a Fashion”: omaggio dell’IIC di Sydney al cinema muto e alla nascita della moda Made in Italy

SYDNEY\ aise\ - “Birth of a Fashion” è il titolo della serie di eventi sulla relazione fra cinema e moda nel primo decennio del 20esimo secolo, promossi e organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di Sydney in collaborazione con il Cinema Dendy.
L’iniziativa di aprirà giovedì 6 marzo, quando la costumista Eva Coen presenterà in Istituto un intervento intitolato “Il vestito è la casa. Rosa Genoni e le Dive del cinema muto italiano”, seguito dalla proiezione di “Rapsodia Satanica” (1915). Sabato 8 marzo verranno proiettati altri due film muti al Cinema Dendy di Newtown: “Ma l’amor mio non muore” (Love Everlasting, 1913) alle 16:00, presentato da Susan Potter, e “Malombra” (1917) alle 18:15, presentato da Eva Coen e con accompagnamento dal vivo del pianista Mauro Colombis.
La protagonista di tutti e tre i film è Lyda Borelli, attrice considerata la prima vera star del cinema italiano. La sua carriera cinematografica è stata breve, è durata cinque anni, e con soli 14 film, ma Borelli “è riuscita a istituire l’archetipo della diva cinematografica, una donna con carisma ed intense passioni, voluttuosa e offesa, sempre attraente anche in circostanze restrittive” (Connelly, 2023).
In questa occasione sarà celebrata anche un’altra star: la stilista milanese Rosa Genoni, che confezionava abiti per Borelli e oggi considerata una delle pioniere del Made in Italy. Attingendo all'arte classica e alla sartorialità artigianale, Genoni portò alla ribalta lo stile italiano promuovendo una radicale trasformazione del lavoro femminile e della produzione della moda. I suoi più famosi modelli erano ispirati da alcuni capolavori della storia dell'arte, tra cui dipinti rinascimentali e le statue dell'antica Grecia. Una delle sue creazione, il cosiddetto “Abito Tanagra” verrà messo in mostra in esclusiva prima di ogni presentazione, indossato in una passerella pop-up dalla modella Aurora Giordano.
Nella sua discussione su Genoni e Borelli, Eva Coen parlerà dei punti di contatto delle loro carriere parallele – una nella moda e una nel cinema - delineando come la società le ha influenzate e come loro hanno influenzato la cultura.
“Ma l’amor mio non muore” (M. Caserini, 1913) e “Malombra” (C. Gallone, 1917) sono tra i migliori esempi del cinema muto italiano e definiscono inequivocabilmente il primo decennio del 20imo secolo. Entrambi i film arrivano dalla Cineteca di Bologna, dove sono stati recentemente restaurati dal famoso Festival Cinema Ritrovato.
Nata a Milano nel 1867, Rosa Genoni era un influente stilista italiana, femminista e riformatrice sociale. Ha giocato un ruolo fondamentale nel promuovere la moda italiana come bene culturale ed economico nei tempi in cui l’alta moda francese dominava l’industria. Al di là del suo contributo alla moda, è stata anche un’attivista dedicata a sostenere i diritti dei lavoratori, delle donne e della pace. Diverse mostre dedicate alla vita e al lavoro di Genoni sono state recentemente presentate in Italia, grazie in particolare alle iniziative della nipote, Raffaella Podreider, che è la curatrice dell’archivio di Genoni.
Lyda Borelli è nata nel 1884 vicino a Genova. Era già una celebrata attrice teatrale e icona della moda quando nel 1913 ha fatto irruzione nel cinema con il fortemente influente Ma l’amor mio non muore! La sua carriera cinematografica fu relativamente sparsa, ma di enorme successo. La sua eleganza e unica presenza sullo schermo era ampiamente ammirata, e diede origine all’espressione borellismo (un'emulazione dell'aspetto e delle pose di Borelli). Nel 1918, Lydia Borelli sposo’ l’industriale e aristocratico Conte Vittorio Cini e si ritirò completamente dalla recitazione.
Eva Coen è una costumista italiana, storica dell'arte e attualmente docente di Costume e Moda presso la NABA (Nuova Accademia di Belle Arti). Nata a Roma, si e’ laureata in Storia dell'Arte presso l'Università La Sapienza di Roma e l'Università di Siena. Ha approfondito gli studi negli Stati Uniti presso l'Università di Harvard e in Francia presso l'Università della Sorbona. La sua carriera come costumista è iniziata con compagnie di danza contemporanea, collaborando con coreagrafi come Carolyn Carlson, Nina Watt, Wayne Mc Gregor, Ismael Ivo, Robyn Orlin, e Pina Bausch. Per l’industria cinematografica, i suoi migliori lavori come costumista includono: Respiro and Terraferma di Emanuele Crialese; Notturno Bus e Lithium Conspiracy di Davide Marengo; Things from Another World di Francesco Patierno.
Susan Potter è docente di studi cinematografici all’Università di Sydney. Si occupa di storia dei media queer e della relazione tra il film come mezzo di comunicazione di massa e l'intensificazione della sessualità dalla fine del diciannovesimo secolo. È l’autrice di Queer Timing: The Emergence of Lesbian Sexuality in Early Cinema (University of Illinois Press, 2019). (aise)