Il 26,5% delle donne italiane ha subito violenza fisica o sessuale

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ROMA\ aise\ - In base alle stime preliminari realizzate dallo studio dell’Istituto Nazionale di Statistica - Istat, il 26,5% delle donne italiane ha subito violenza fisica o sessuale da parenti, amici, colleghi, conoscenti o sconosciuti.
Considerando le donne che hanno un partner o lo hanno avuto in passato, sono il 12,6% le donne vittime di violenza fisica o sessuale nell’ambito della coppia. Dai partner si subisce anche violenza psicologica (17,9%) e violenza economica (6,6%).
Le violenze subite variano per livello di gravità: per quelle fisiche si va dalle minacce ai tentativi di strangolamento o soffocamento, mentre per quelle sessuali si passa dalle molestie con contatto fisico non voluto (19,2%) fino agli stupri o ai tentati stupri (5,7%).
Le donne subiscono violenza sia nella coppia (12,6% delle donne che hanno o hanno avuto partner) sia al di fuori della coppia (26,5% delle donne) da altri uomini – parenti, amici, colleghi, conoscenti o sconosciuti.
Sono soprattutto gli ex partner a risultare responsabili delle violenze fisiche o sessuali: ciò accade per il 18,9% delle donne che al momento dell’intervista avevano un ex partner.
Le donne attualmente in coppia hanno subito la violenza dal marito, convivente o fidanzato nel 2,8% di chi ha un partner. Inoltre considerando le donne che hanno sia ex sia un partner attuale, lo 0,3% le ha subite da entrambi.
Secondo quanto riportato dall’indagine sulla violenza contro le donne, denominata “Sicurezza delle donne”, circa 2 milioni 441mila donne hanno subito nel corso della vita violenze fisiche o minacce da parte di parenti, amici, colleghi, conoscenti o sconosciuti, il 12,2% delle donne dai 16 ai 75 anni di età. Il 20,8% delle donne ha subito anche almeno una forma di violenza sessuale, circa 4milioni 174mila. Tra queste le molestie fisiche di natura sessuale sono più di 3milioni 800mila, ricevute dal 19,2% delle donne. Le forme più gravi, gli stupri e i tentativi di stupro, circa 705mila 500, sono state subite dal 3,5% delle donne.
All’interno della coppia, 323mila 530donne vivono situazioni legate ai maltrattamenti fisici (il 2,2% delle donne attualmente con un partner), 146.271 alle violenze sessuali (l’1%), che sono stupri o tentati stupri in quasi 39mila casi.
Sono circa 1milione 720mila le donne che hanno subito violenza fisica da parte dell’ex partner, pari al 15,9% delle donne con un ex. Le violenze sessuali subite dagli ex sono quasi 950mila, pari all’8,7% delle donne che hanno avuto partner in passato.
Per la violenza sessuale, emergono al primo posto le molestie con contatto, seguite dai rapporti sessuali non desiderati (4,5%), lo stupro (3,9%), il tentato stupro (3,1%), i rapporti sessuali degradanti e umilianti (1,6%). In misura più ridotta le donne hanno subito rapporti sessuali quando non erano in grado di rifiutarsi e opporsi (1%), sono state costrette o si è tentato di costringerle ad avere attività sessuali con altre persone (0,4%) o hanno subito altre forme di violenze sessuali (0,2%).
Alle violenze fisiche e sessuali si aggiungono gli atti persecutori, lo stalking, prevalentemente attuati al momento o dopo la separazione dagli ex partner (14,7%) sia al di fuori della coppia, da parte di altri autori (9%).
Per le donne che sono o sono state in coppia va aggiunta la violenza psicologica (17,9%) e la violenza economica (6,6%). In particolare il 3,5% delle donne che sono attualmente in coppia vivono situazioni di violenza psicologica da parte del loro partner, mentre il 27,9% delle donne l’ha subita da parte di ex partner.
Per quanto riguarda la violenza sul luogo di lavoro, sono circa 1 milione 895mila le donne, tra i 15 e i 70 anni, che hanno subito una forma di molestia sul lavoro nel corso della vita, il 13,5% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni. Nei tre anni precedenti all’indagine del 2022-2023, hanno subito questi episodi il 4,2% delle donne e negli ultimi 12 mesi lo 2,1%.
Le molestie sul lavoro colpiscono prevalentemente il 21,2% delle donne nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, e il 18,9% delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.
Nel corso della vita il 12,1% delle donne subisce offese attraverso sguardi inappropriati e lascivi, la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale, scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata, in altri casi subiscono avances inappropriate, umilianti o offensive sui social, o ricevono email o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati. Mentre il 5,9% delle donne riceve proposte inappropriate di uscire insieme che offendono, umiliano intimidiscono o si spingono a richieste di qualche attività sessuale, anche attraverso regali indesiderati di natura sessuale. Una percentuale pari al 2,6% delle donne è invece vittima di molestie di natura fisica.
Si stima che negli ultimi tre anni precedenti la rilevazione del 2022-2023 le donne tra i 15 e i 70 anni sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un lavoro, mantenerlo o ottenere progressioni nella loro carriera siano state circa 65mila, lo 0,5% delle donne che lavorano o hanno lavorato; fra le donne più giovani 2,9% in età 15 – 24 anni, 1,1% tra le 25-34enni.
Negli ultimi tre anni è risultato più frequente per una donna subire un ricatto sessuale per mantenere il suo posto di lavoro oppure ottenere avanzamenti di carriera o per essere assunta, se è una professionista che lavora nelle attività commerciali o nei servizi oppure se è un’impiegata. La maggior parte delle donne non denuncia i ricatti subiti (87,7%).
La punta dell’iceberg della violenza è rappresentata dagli omicidi, che sono stabili nel tempo per le donne.
La diminuzione generalizzata degli omicidi volontari consumati ha riguardato in misura decisamente maggiore il genere maschile (Grafico 1), che ha beneficiato negli ultimi venti anni della forte contrazione dei livelli di vittimizzazione e degli omicidi da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, le cui vittime sono quasi esclusivamente uomini.
Per gli omicidi, la Direzione centrale della Polizia criminale del Ministero Interno ha istituito una banca dati dedicata, dal 2002, che consente di conoscere anche il movente presunto, distinguere tra gli omicidi di criminalità comune e organizzata, e soprattutto di studiare, per gli omicidi di cui si conosce l’autore, la relazione tra quest’ultimo e la vittima dell’omicidio, permettendo così di conoscere quante donne sono uccise da partner o da parenti, o quanti uomini sono uccisi da sconosciuti, e così via. (aise)