Elba Book: 11° festival isolano sull'editoria indipendente e la difesa della bibliodiversità

ELBA\ aise\ - Se le parole portassero a dei fatti edificanti e non solo a delle pose intellettuali da spargere sui social: è questo il proposito di Elba Book sin dal principio, il primo festival isolano dedicato all’editoria indipendente e alla difesa della “bibliodiversità” in Italia. Da martedì 15 a venerdì 18 luglio, nel borgo medievale di Rio nell’Elba, piazza del Popolo sarà letteralmente occupata da una ventina di case editrici coi loro stand, tra cui Marcos y Marcos, Mimesis, Exòrma, La Vita Felice, Le Plurali e Momo Edizioni. Dal tramonto, invece, piazza Matteotti diventerà il “salotto buono” della quattro giorni, ospitando scrittori, giornalisti, artisti, attori teatrali e professionisti del settore librario, senza tralasciare il murale “Mago Chiò”, un laboratorio di identità popolare affinché gli studenti dell’istituto tecnico “Cerboni” di Portoferraio raccontino l’isola attraverso un suo personaggio chiave in collaborazione con l’artista Giulia Bernini, in arte “Oblo Creature”, e gli “Elbakids” per i lettori in erba organizzati da Maria Lodi in tutto il centro storico.
Situato nell’ex versante minerario dell’isola nel Tirreno, il Comune di Rio ha maturato un approccio alla cultura lento e meditativo, investendo sul turismo letterario. Non a caso, lo scorso dicembre lo staff di Elba Book ha firmato il Patto per la Lettura del suo territorio e il concetto portante di questa undicesima edizione è proprio “chiavi di volta”, un concetto plurimo e condiviso con le altre manifestazioni appartenenti alla Rete Pym.
“Un’espressione architettonica, certo, ma anche profondamente simbolica”, ha esordito il direttore artistico Marco Belli, presentando la manifestazione. “Nella struttura di un arco, la chiave di volta è quella pietra centrale che tiene insieme tutte le altre. Senza di essa, l’intera costruzione crollerebbe. È un punto di equilibrio e di sostegno, ma anche un passaggio: il culmine di un arco, l’inizio di una nuova apertura. In un presente che cambia rapidamente tra crisi ambientali, conflitti, rivoluzioni tecnologiche e profonde trasformazioni sociali, ci siamo interrogati su quali siano oggi le nostre chiavi di volta, le narrazioni e i valori capaci di tenere insieme le nostre comunità, la nostra stessa identità”.
DISINNESCARE IL PENSIERO CONFLITTUALE
Per un lascito intellettuale che non sia solo memoria dei conflitti e dell’attitudine alla violenza dell’essere umano, la locandina concepita da Andrea Lunghi e Marco Barretta è volutamente provocatoria, avendo fatto indossare a un bambino la casacca militare e l’elmetto della seconda guerra mondiale ereditato dal nonno; quasi l’indole bellicosa fosse oggi egemone su qualsiasi altro pensiero volto alla collettività.
“I bambini dovrebbero avere la possibilità di giocare liberi e sicuri tra le vie delle proprie città e non su cumuli di macerie. Quello che noi adulti dovremmo fare è lasciargli in eredità i nostri giochi d’infanzia e i nostri sogni”, ha affermato il presidente del festival Lunghi, “aiutandoli al contempo a realizzare i propri. Invece cosa stiamo lasciando ai nostri figli e nipoti? Un futuro restio a ogni forma di confronto e in cui regna l’assoluta incapacità diplomatica. E come se tutto questo non fosse già grave, stiamo lasciando loro un pianeta malato, dove gli eventi eccezionali sono diventati la normalità”.
Questo il contesto con cui va messa a fuoco l’immagine di Elba Book Festival 2025, vivendo un momento storico che indiscutibilmente è giunto a un punto di svolta, a una chiave di volta che fornisce il pungolo per rispondere all’interrogativo più ingombrate: “Vogliamo davvero lasciare ai nostri bimbi soltanto le divise da guerra di chi è venuto al mondo prima di loro?”.
IN MEMORIA DI LORENZO CLARIS APPIANI
A vincere la decima edizione del premio Appiani per la traduzione dal turco è Fulvio Bertuccelli con la traduzione di Zamir, il romanzo di Hakan Günday, edito da Marcos y Marcos. A dieci anni dalla scomparsa del giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani, ucciso nel Palazzo di Giustizia di Milano, ricorre il premio letterario che celebra la sua memoria e il legame con la terra d’origine. Concepito dai genitori Alberta Brambilla Pisoni e Aldo Claris Appiani con la direzione scientifica dell’Università per Stranieri di Siena, il riconoscimento intende trasformare una tragedia e le sue ombre indicibili in un’occasione valoriale e comunicativa attraverso un momento d’incontro umanistico. Martedì 15 luglio, alle 18:45, la cerimonia di premiazione inaugurerà il festival con la conduzione di Ilide Carmignani.
“Il Premio Appiani ha saputo dimostrare, ormai lungo dieci intensi e bellissimi anni, come si possa far sgorgare una cura anche dal peggiore dei mali”, ha osservato il rettore di Unistrasi Tomaso Montanari, che ha tenuto a battesimo diverse edizioni di Elba Book. “Non è umanamente possibile dare un senso all’uccisione di Lorenzo Claris Appiani; ma ciò che il Premio ha saputo costruire in suo nome ha, invece, un senso profondo e duraturo. In un mondo sempre più dominato da una idea violenta e impositiva di “identità”, finalizzata al primato e al possesso, lo studio della traduzione ha offerto una pratica di ascolto, meditazione, appropriazione pacifica e negoziata. Uno strumento di dialogo tra culture e lingue diverse, in nome della nostra comune umanità. L’arte, insomma, di comprendere l’altro, il diverso, lo straniero: la migliore, la più lungimirante, delle cure”.
Il premio “Lorenzo Claris Appiani” ha l’obiettivo di dare luce alle figure spesso invisibili di traduttori e traduttrici, attori insostituibili e necessari nel delicato processo di mediazione culturale. Per la decima edizione, la famiglia Appiani, in accordo con la giuria presieduta da Giulia Marcucci, ordinaria di lingua e traduzione russa dell’Unistrasi e direttrice del Centro Studi sulla Traduzione (CeST), ha scelto di indagare la letteratura turca tradotta in italiano.
UN PROGRAMMA “PASOLINIANO”
Sempre martedì sera, alle 21:30, si passerà al dibattito “50 anni senza Pasolini” con Dacia Maraini, Loredana Lipperini, Aldo Nove e Giorgiomaria Cornelio, moderati dallo scrittore e conduttore radiofonico Graziano Graziani. Mercoledì 16, alle 21:30, l’attenzione si sposterà sull’essere magister, diventando sé stessi attraverso gli altri, con la lectio dell’esperta in psicologia dello sviluppo e dell’educazione Daniela Lucangeli: “Uno studio recente in psicologia sociale dimostra che tutti, da adulti a ragazzi, hanno una debolezza accentuata nello scegliere, poiché la maggioranza delle cose che viviamo sono condizionate dalle decisioni altrui. Perché? Una capacità straordinaria della nostra identità è che sa preferire. E il verbo “scegliere” significa proprio questo, dal latino ex-eligere, ossia preferire rispetto a ciò che è “ex”, che non è più scelto”.
Giovedì 17, alle 18:45, si andrà oltre “la pelle del libro” e le apparenze commerciali con una tavola rotonda che coinvolgerà Valentina Torrini (Le Plurali), Marco Zapparoli (Marcos y Marcos), Sabrina Camporini (Finis Terrae) e Mattia Tombolini (Momo). A ogni calar del sole, ancora in piazza Matteotti, sarà l’attore Marco Manfredi a interpretare i Comizi d’amore pasoliniani; mentre, alle 21:30, “da Vigata a Makari”, Gaetano Savatteri si addentrerà nel genere poliziesco fino a omaggiare la produzione di Andrea Camilleri, affiancato dalla noirista Eleonora Carta.
Venerdì 18, alle 20, si terrà la cerimonia di premiazione del quinto Premio Demetra, dedicato alla letteratura ambientale indipendente. Le cinque sezioni in concorso testimoniano l’attenzione del riconoscimento nazionale promosso da Comieco e patrocinato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano verso forme di racconto capaci di appassionare pubblici diversi e di dialogare con generi e linguaggi molteplici. Centrale, come ogni anno, il coinvolgimento delle nuove generazioni: la sezione dedicata ai libri per ragazzi è stata anche valutata da una giuria esterna composta dagli studenti dell’istituto tecnico “Cerboni”, testimoni diretti della crescente sensibilità ambientale tra i più giovani. Per la sezione graphic novel italiana e tradotta, inoltre, sono stati coinvolti nella giuria i detenuti della Casa di Reclusione di Porto Azzurro, mentre per la sezione narrativa il circolo di lettura Tisana letteraria dell’Isola d’Elba. Una rete sociale concreta, sensibilizzata durante il corso dell’anno dallo staff del festival.
I FINALISTI DEL PREMIO DEMETRA, PER UN FUTURO ECOLOGICO
Il Premio Demetra vuole essere non solo un’occasione di riconoscimento, ma anche uno spazio di osservazione e confronto: un laboratorio che prova a leggere, attraverso i libri, i mutamenti ambientali, sociali e culturali del nostro presente. A emergere è un’idea di ecologia che non riguarda soltanto l’ambiente, ma la relazione tra ecosistemi, tecnologie ed esseri viventi. Per immaginare un futuro sostenibile serve ripensare il modo stesso in cui abitiamo il mondo.
Tra circa un centinaio di opere in gara, la giuria presieduta da Ermete Realacci ne ha selezionate diciassette invitate a presenziare. Per la categoria Saggistica sono: Giulio Betti con Ha sempre fatto caldo! E altre comode bugie sul cambiamento climatico (Aboca); Luigi Ciotti e Mirta Da Pra con Dalla transizione alla conversione ecologica (La Via Libera); Giulio Ferroni con Natura vicina e lontana. Umanesimo e ambiente dagli antichi greci all’intelligenza artificiale (La nave di Teseo); e Massimo Lapucci e Stefano Lucchini con Ritrovare l’umano. Perché non c’è sostenibilità senza Health, Human and Happiness (Baldini+Castoldi). Per la Saggistica straniera tradotta in italiano: Kristoffer Hatteland Endresen con Un po’ come noi. Storia naturale del maiale (e perché lo mangiamo) (Codice); Adriana Petryna con Lavoro d’orizzonte. Ai confini della conoscenza nel vortice del cambiamento climatico (DeriveApprodi); e John Vaillant con L’età del fuoco (Iperborea). Per la Narrativa: Patrizia Carrano con Il cuore infranto della quercia (Aboca); Piero Malenotti con Per l’ultima goccia (Sensibili alle foglie); e Beatrice Peruffo con Segreti di ghiaccio. La deriva di Larsen B(LINEA). Per la sezione Libri per ragazzi: Paolina Baruchello con Jeanne (Sinnos); Stefano Mancuso e Philip Giordano con Il favoloso viaggio delle piante (Aboca); Walter Obert con Animali (Sabìr); e Cinzia Scaffidi, Lucio Carraro e Francesco Donadini con Ecoscuola. L’album della transizione ecologica (Arcari). Per la Graphic novel italiana e tradotta: Alice Berti con Un poema per le piccole cose (Bao Publishing); Andrea Ferraris con Temporale (Oblomov); e Roberto Grossi con La grande rimozione (Coconino).
Alle 21:30, “le chiavi di volta del clima” saranno il fulcro del gran finale: insieme ai vincitori del Demetra, il divulgatore scientifico Giulio Betti ed Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, si confronteranno incalzati dal giornalista e autore televisivo Stefano Lamorgese. (aise)