JR fa breccia nel cuore di Roma alla Galleria Continua

JR - Ferita, veduta della mostra - Galleria Continua, The St. Regis, Rome - Courtesy: the artist and GALLERIA CONTINUA - Photo by: Giorgio Benni
ROMA\ aise\ - JR è uno degli artisti più affermati al mondo. Autodidatta, è cresciuto nella periferia di Parigi come street artist e da sempre ha usato il semi-anonimato: ha infatti per nome l’acronimo delle sue iniziali. Come dice egli stesso, si è trovato nel posto giusto al momento giusto: ha realizzato una delle sue più celebri installazioni di street art durante uno dei momenti più tesi nella storia sociale recente della Francia, i moti di rivolta proprio nelle periferie, nel 2005.
JR ha cercato di comprendere i meccanismi attraverso cui un artista può non solo sopravvivere ma vivere del suo lavoro e ha soprattutto creato un modo di fare arte che mette in relazione la gente, restituendo i luoghi alle persone, se non altro dal punto di vista artistico. Sue sono infatti le gigantografie, scatti di persone comuni che vengono poi stampati, che occupano luoghi simbolici in quasi ogni parte del mondo. JR ha realizzato un’operazione straordinaria di dare voce a chi non ne ha e lo ha fatto con una apparente disarmante semplicità, con la forza delle sue idee, “occupando lo spazio che la pubblicità non può occupare”, come egli stesso afferma. Con un modo di agire che ricorda molto il détournement di Debord, ha utilizzato gli stessi mezzi che utilizza la pubblicità ma con finalità opposte. Mentre in pubblicità vengono mossi ingenti energie creative ed economiche per creare campagne finalizzate a vendere prodotti, JR usa la creatività e investe quel che guadagna attraverso la vendita delle sue opere per creare grandi campagne di sensibilizzazione su problemi sociali, ingiustizie, raccontando le persone che troppo spesso vengono ignorate. Rende visibili gli invisibili. Crea relazioni, risonanza, comunità. Ed è questo un concetto veramente interessante.
Lavora con un gruppo affiatato che lo segue ovunque e la sua energia è davvero incontenibile. Il suo libro che raccoglie le sue opere, che sono principalmente atti performativi, sembra un’enciclopedia. Color verde speranza ha come titolo: “Artist until I find a Real Job”, artista finché non troverò un vero lavoro. E sembra fare il verso al celeberrimo libro di Séguela “Non dite a mia madre che faccio il pubblicitario… Lei mi crede pianista in un bordello”. Il volume di 1.472 pagine illustra il suo lavoro ormai ventennale. JR ha appena 40 anni (ne dimostra anche di meno) e la sua carriera artistica ha avuto una traiettoria straordinaria.
Alla conferenza stampa nel bel giardino interno dell’Hotel St. Regis di Roma, JR parla in italiano. E già sentire un parigino che ha l’accortezza di usare un buon italiano è alquanto insolito. Parla in modo affabile, non ha nulla di supponente, racconta con semplicità i suoi esordi, gesticola, indossa un cappello nero, occhiali scuri, come la sua camicia e pantaloni. È a metà tra un esistenzialista e un funambolo. Funamboliche sono le sue “ferite”, dei luoghi non luoghi che crea attraverso le stampe cosiddette anamorfiche, illusorie ma in grado di creare un sorprendente realismo soprattutto quando sono fotografate. Dal vero l’effetto è meno potente che in fotografia ma la loro forza attraverso gli scatti fotografici che ognuno può realizzare è in grado, attraverso l’immediatezza dei social network, di fare il giro del mondo in un istante e dare l’illusione che ci siano davvero degli squarci in luoghi simbolici e in apparenza intoccabili come i Musei e le istituzioni artistiche.
Nella sede della Galleria Continua è allestita sino al 4 novembre la prima mostra personale romana di JR. Ci si trova nello stesso momento a osservare immagini di Firenze, Roma e Parigi. Sono infatti presenti in mostra le fotografie delle “Ferite” monumentali che JR ha realizzato sulle facciate di Palazzo Strozzi di Firenze, di Palazzo Farnese di Roma (chiamata “Punto di Fuga”) e l’illusione ottica realizzata al Trocadero di Parigi: un gigantesco trompe l’oeil che dava l’impressione di osservare la Tour Eiffel sul bordo di un enorme precipizio. Presente in mostra anche una anamorfosi proprio all’interno della Galleria Continua, una “ferita” che viene illusoriamente squarciata non dall’esterno ma questa volta dall’interno, come se si aprisse un varco che lascia intravedere i monumenti iconici romani e che pare un simbolo anche dell’apertura della Galleria sulla città, ampliandone idealmente lo spazio e la visione.
“Roma è una città dove ho iniziato a lavorare da giovane”, afferma JR in conferenza stampa. “La città non è mia, ma è una città dove mi sento bene. Oggi girando con la bicicletta pensavo cosa potrei fare a Roma: c’è sempre una possibilità”. A Roma JR ha realizzato la mastodontica installazione anamorfica di Palazzo Farnese durante i suoi lavori di ristrutturazione, aprendo così simbolicamente un luogo generalmente chiuso al pubblico.
Quest’operazione sulle facciate è cominciata durante il periodo della pandemia, quando tutti i Musei erano stati chiusi al pubblico. L’artista ha realizzato in quel periodo l’apertura illusoria di Palazzo Strozzi a Firenze ed è molto interessante vedere in mostra il suo work in progress: stampa a getto d’inchiostro a rilievo, cartone tagliato al laser, acciaio e plexiglas, una sorta di bozzetto preparatorio realizzato nei minimi particolari.
JR ha quasi sempre lavorato nelle strade con le sue installazioni e alla domanda sulla sua relazione con le gallerie, risponde: “io non ho studiato arte e volevo vedere come vive un artista. Per me la galleria e il museo è una parte importante”; e racconta che ai suoi esordi la sua prima galleria era in Inghilterra dove Banksy vendeva le sue opere. Non a caso JR viene spesso chiamato “Il Banksy francese”. JR afferma, con una frase a effetto che fa molto riflettere, che “i collezionisti sono i guardiani della storia dell’arte e della memoria” e il Cabinet de Curiosités della Galleria Continua espone per l’occasione delle piccole opere di JR che sembrano realizzate proprio per essere collezionate e sono simboli dei suoi progetti più iconici.
Nel frattempo, proprio in questi giorni, a Parigi, sulla facciata del Palais Garnier JR è protagonista con un’altra opera colossale: ha trasformato la facciata del teatro parigino in una enorme caverna. Sono ormai le grandi istituzioni che chiedono il suo intervento artistico soprattutto durante i lavori di restauro delle facciate. Anche in questo caso JR non manca di coinvolgere la gente chiedendo di trasformarsi in artisti che completano l’opera.
Sia che si tratti di operazioni artistiche realizzate nelle periferie delle grandi città o del mondo sia che siano nel centro pulsante delle metropoli e nei loro simboli più istituzionali, la caratteristica principale di JR sembra essere sempre quella di cercare e di mostrare l’umanità nelle persone, ricucendo la ferita forse ancora aperta tra strade e salotti. (g.cat.\aise)