“La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 - 1915”: le mostre del percorso diffuso

BOLOGNA\ aise\ - Numerose e interessanti mostre si affiancano a quelle delle tre sedi espositive principali dei Musei Civici di Bologna - Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte e Galleria Davide Bargellini e Museo Civico del Rinascimento - in occasione della grande mostra diffusa “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 - 1915”, inaugurata il 19 marzo scorso e in programma sino alla fine di giugno.
L’Antichità Barberia ospita la mostra di Antonio Basoli “Alfabeto pittorico ossia raccolta di pensieri pittorici...”. Del geniale ideatore di luoghi esotici e paesaggi di Bologna, viene presentata l’edizione integrale dell’Alfabeto (1839) e una grande veduta dipinta della Cattedrale di San Pietro. Grazie alla collaborazione con il Museo Tattile Anteros dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, si vuole dare forma plastica alla lettera “A” dell’Alfabeto, ai fini della lettura tattile per ipovedenti e non vedenti.
Il Comitato per Bologna Storica e Artistica espone la propria collezione di dipinti, svelando la propria storia con i progetti dei restauri di Alfonso Rubbiani e i bellissimi disegni del Salone del Palazzo del Podestà per il concorso vinto da Adolfo De Carolis. Grazie a recenti donazioni sono presentati per la prima volta opere di Dina Pagan de’ Paganis, Alfredo Protti, Garzia Fioresi (pseudonimo di Alfredo Grandi) e Giuseppe Rivani.
“Lo sviluppo del talento” è la mostra a cura di Dante Mazza sino al 15 giugno alla Fondazione Collegio Artistico Venturoli. Il progetto espositivo ed editoriale riunisce opere eseguite nel corso dell’Ottocento dagli artisti bolognesi Cesare Bacchi, Ettore Buttazzoni, Filippo Buriani, Luigi Busi, Cleto Capri, Raffaele Faccioli, Ermenegildo Giorgi, Giovanni Masotti, Giuseppe Romagnoli e Luigi Serra, durante il loro periodo di residenza presso il Collegio Venturoli, istituito nel 1825 grazie al lascito dell’architetto Angelo Venturoli (1749-1821) per accogliere e assistere giovani bolognesi inclini alle arti che, a causa del loro stato sociale, non avrebbero potuto intraprendere studi artistici. La mostra comprende circa 150 tra disegni e dipinti e si suddivide in due sezioni. La prima, allestita nella sala affrescata del Collegio, include i disegni e le iniziali esercitazioni di pittura dei giovani artisti con indicata l’età di esecuzione. La seconda, all’interno della nuova galleria espositiva, riunisce le opere della maturità donate al Collegio dagli stessi artisti in segno di gratitudine, tradizione proseguita fino ai giorni nostri, che ha permesso la creazione di una collezione che conta attualmente oltre 300 opere. L’esposizione intende evidenziare e seguire il percorso evolutivo della formazione dei dieci artisti selezionati, sottolineando la precocità nell’apprendimento e le conquiste conseguite, che data la loro giovane età risultano spesso sorprendenti.
“Alessandro Guardassoni (1819-1888). Dalle volte al cavalletto“, alla Fondazione Gualandi a favore dei sordi, presenta una selezione di disegni preparatori per le chiese e quadri presentati da Alessandro Guardassoni alle esposizioni d’arte per mostrare gli esiti illusivi della sua tecnica pittorica. Altre opere sono dedicate a momenti di vita quotidiana, paesaggi e scorci, soggetti prediletti dai committenti privati.
La Galleria Artifigurative di Crespellano (Valsamoggia) ospita “Paesaggi dipinti della Valsamoggia. Dieci vedute dell’Ottocento da Pragatto Alto a Vignola”, per la riscoperta di otto grandi splendidi paesaggi - dalla Rocca di Bazzano al Castello di Vignola passando dal Castello di Serravalle – realizzati da Ugo Gheduzzi (1853-1925), scenografo del Teatro Regio di Torino, paesaggista di successo sempre affezionato alla sua Crespellano. Opere che sono anche documenti unici del territorio.
Una selezione di rarità è quella esposta alla Galleria de’ Fusari con “Anche Bologna! Quaranta dipinti dell’Ottocento bolognese”: di Luigi Bertelli una straordinaria veduta di Villa Malvezzi; tra i quattro dipinti di Luigi Serra uno era considerato perduto, mentre di Lugi Busi, Raffaele Faccioli, Paolo Bedini e Alfonso Savini sono presenti otto creazioni; del raro Carlo Legnani sono proposte opere che sorprenderanno anche i conoscitori più attenti; infine Leopoldo Bersani e Luigi Folli arricchiscono il percorso con dipinti di grandi dimensioni.
“L'800 ritrovato: dipinti, disegni e sculture bolognesi dalla Restaurazione al primo '900” è l’esposizione presentata alla Galleria del Caminetto | Galleria Falcone e Borsellino. 27 opere che attraversano l’arte, dai paesaggi romantici di Giacomo Savini alle esperienze del Novecento di Carlo Corsi. Luigi Serra, Giovanni Paolo Bedini, Mario De Maria “Marius Pictor” e Alfredo Protti sono solo alcuni dei pittori selezionati. Tra le opere inedite il capolavoro giovanile di Cleto Capri, Alla finestra , del 1895. Un dialogo d’arte ancora più ricco grazie a una selezione di sculture bolognesi.
Sino al 5 maggio alla Galleria Fondantico è possibile visitare “L’Ottocento prezioso“, a cura di Edoardo Battistini. Un percorso dal romanticismo al ‘900 con più di 80 opere. Si parte dal periodo Goupil con Giovanni Paolo Bedini e Alfonso Savini. Si continua con Luigi Busi e si approda a Luigi Bertelli. L’Orientalismo dei fratelli Fabbi apre visioni verso gli artisti della Secessione: Alfredo Protti e Giovanni Romagnoli. Di Alessandro Scorzoni si presenta un quadro rivoluzionario, Paesaggio nella nebbia del 1910. Il dipinto di Giuliano Amadori L’Ottocento prezioso dona il titolo della mostra.
A cent’anni dalla morte, il Museo Ottocento Bologna celebra la figura del pittore Mario De Maria, noto anche come “Marius Pictor”, con la mostra “Mario De Maria detto “Marius Pictor” (1852 - 1924). Ombra cara”, a cura di Francesca Sinigaglia. L’esposizione presenta 70 dipinti - tra capolavori, inediti e opere ritrovate e appositamente restaurate dal Museo Ottocento Bologna - provenienti da prestigiose istituzioni museali italiane (Gallerie degli Uffizi di Firenze, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Galleria d’Arte Moderna di Milano) e da collezioni private nazionali e internazionali. Una mostra antologica significativa - la prima che tenta di organizzare una disamina della produzione di De Maria - per conoscere e approfondire il singolare percorso dell’artista, uomo complesso e tormentato, sodale di Gabriele D’Annunzio, padre del “Simbolismo italiano” o “Naturalismo spiritualista”, e tra i pionieristici fondatori della Biennale di Venezia.
Con l’esposizione del dipinto di Enrico Romolo Un’eroina della sfortunata Carini in Sicilia (1860) prosegue il progetto voluto dall’Amministrazione Comunale di Bologna per ospitare nella Sala del Consiglio in Palazzo d’Accursio opere d’arte volte ad attribuire rilievo e visibilità a figure femminili che hanno contribuito alla storia della pittura felsinea e del Paese. Il soggetto ritrae a mezzo busto una giovane e avvenente donna che indossa gli abiti tradizionali siciliani ornati da una coccarda tricolore, intenta a caricare un moschetto. L’inequivocabile figura, insieme al titolo - che rimanda alle vicine a ancora vive vicende del Risorgimento italiano e in particolare alle sanguinose repressioni che colpirono la cittadina siciliana che aveva osato ribellarsi ai Borboni -, colloca il dipinto in quel filone di pittura di storia contemporanea che in quegli anni riscuoteva un notevole successo in tutte le maggiori esposizioni nazionali. L'iniziativa è resa possibile da una convenzione sottoscritta nel 2023 dal Settore Musei Civici di Bologna con la Pinacoteca Nazionale di Bologna, che ha concesso in prestito l’opera di Enrico Romolo nell’ambito di una progettualità condivisa tra le due istituzioni per la valorizzazione dei rispettivi patrimoni museali.
“Da Felice Giani a Luigi Serra. L'Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna”, a cura di Angelo Mazza, è la mostra esposta in Palazzo Fava | Palazzo delle Esposizioni. La Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, in collaborazione con Genus Bononiae, presenta per la prima volta al pubblico una mostra con le principali opere dell’Ottocento bolognese presenti nelle proprie Collezioni d’arte e di storia. A Palazzo Fava è possibile ammirare, con il grande gesso della Maddalena di Antonio Canova posto al centro del salone affrescato dai Carracci, opere di Felice Giani e di Pelagio Palagi, di Clemente Alberi e di Pietro Fancelli, di Antonio Basoli e Giacomo De Maria; proseguendo con Luigi Busi, Alessandro Guardassoni, Giovanni Masotti e Luigi Serra. Circa 30 artisti rappresentati da oltre 100 opere, tra dipinti, disegni, acquerelli e sculture, per concludere con le maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier.
Infine in vari luoghi di San Giovanni in Persiceto la città espone il suo patrimonio nella mostra diffusa “La pittura dell’Ottocento a Persiceto tra storia e costume”: il Teatro storico comunale, la Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista, l’adiacente Museo d’Arte Sacra e, nel Coro della Chiesa della Cintura, la Quadreria civica. Un’occasione unica per ammirare ritratti, paesaggi, soggetti religiosi e storici poco noti agli studiosi e agli stessi cittadini persicetani. (aise)