Il 12% della popolazione toscana è migrante: l'immigrazione torna a crescere

(fonte: Scuola Superiore Sant’Anna)
PISA\ aise\ - Da 424.066 stranieri residenti a 439.789. Aumenta per il terzo anno consecutivo l’immigrazione in Toscana: dopo il +2,1% del 2022 e dell’anno successivo, infatti, nel 2024 la popolazione straniera è salita di un ulteriore 3,7%, una quota corrispondente a quasi 16mila persone, almeno stando ai dati provvisori diffusi dall’Istat nel corso dell’anno.
Il dossier statistico sull’Immigrazione, con i dati relativi alla Toscana, è stato presentato nei giorni scorsi presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il Dossier è stato realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, punto di riferimento a livello nazionale per l’analisi dei fenomeni migratori in Italia e nelle diverse regioni. Presenti il Emanuele Rossi (docente Scuola Superiore Sant’Anna), Anna Maria Romano (Segreteria Cgil Toscana) e Sara Elisabeth Heinrich (Pastora valdese della Diaconia di Pisa e Livorno), in rappresentanza dei sostenitori del Dossier, Francesco Paletti (referente del Centro Studi Idos per la Toscana), Federico Russo (docente dell’Università del Salento), e Francesca Biondi Dal Monte (docente Scuola Superiore Sant’Anna).
Diversamente dal 2023, quando l’incremento era stato determinato soprattutto dal numero limitato di stranieri che avevano lasciato la Toscana, quindi da una maggiore propensione al radicamento, la crescita del 2024 sembrerebbe, invece, la conseguenza di una ripresa della mobilità e della capacità attrattiva del territorio regionale dato che, bilancio demografico alla mano, l’aumento di quasi 16mila stranieri residenti a fine anno è assorbito pressoché interamente dal saldo migratorio con l’estero (+26.332, con 29.306 “nuovi” stranieri registrati in anagrafe), al netto delle 13.373 acquisizioni di cittadinanza italiana che, logicamente, abbassano il numero degli stranieri residenti.
L’altra novità è che, la distribuzione territoriale dei nuovi migranti non ha riguardato solo l’area fiorentino-pratese, principale e tradizionale bacino d’insediamento della popolazione straniera, ma anche e soprattutto la fascia costiera, in particolare quella centro settentrionale. In termini percentuali, infatti, l’incremento maggiore è stato realizzato dalla provincia di Massa Carrara (+6,7%), che per il secondo anno consecutivo è la prima delle province toscane per aumento percentuale di cittadini stranieri. Seguono Arezzo (+4,5%), Firenze (+4,3%) e Prato (+4,1%), ma anche Lucca ( +4,0%), non a caso territorialmente limitrofa alla provincia apuana.
In un quadro economico di crescita a dir poco timida, con un aumento del Pil regionale dello 0,6% - in linea con l’incremento medio nazionale (0,7%)- più che la capacità attrattiva dei principali settori dell’economia, l’aumento della popolazione straniera, in particolare nella fascia costiera, ha molto a che fare con le direttive del Ministero dell’Interno in materia di redistribuzione degli sbarchi che obbligano le imbarcazioni impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo meridionale, a lunghi viaggi verso i porti dell’Italia centro-settentrionale dove i migranti possono essere finalmente accolti. Al riguardo il protagonismo della provincia di Massa Carrara, molto rilevante nel 2023 con 22 sbarchi per un totale di 1.103 persone, è stato marcato anche nel 2024, nonostante il drastico calo degli arrivi sulle coste italiane, dato che al porto di Marina di Carrara sono arrivati 708 migranti in 12 diversi sbarchi. Ma una situazione simile interessa pure la provincia di Livorno: al porto della città labronica, infatti, nel corso del 2024 sono arrivate 711 persone, in aumento rispetto alle 525 dell’anno precedente.
Diversamente da ciò che ci si potrebbe attendere, però, queste tendenze non si riflettono nei dati sulle presenze di migranti nelle strutture d’accoglienza toscane: a giugno 2024, infatti, vi erano ospitati 9.985 persone (l’81.,7% delle quali nei c.d. “Cas e in altri”, i centri governativi), appena 197 in più (+2,0%) rispetto a dicembre 2023. Il motivo, verosimilmente, è che gli arrivi dell’anno precedente – +37,6% tra il 2022 e il 2023, passando da 7.1135 a 9.788 migranti ospitati – hanno pressoché esaurito i posti del sistema d’accoglienza regionale.
L’incremento dei cittadini residenti stranieri residenti ne ha ulteriormente accresciuto il peso su totale della popolazione della regione: in Toscana, infatti, è straniero il 12,0% di tutti gli iscritti in anagrafe (contro l’11,6% del 2023), un’incidenza ampiamente superiore alla media nazionale (9,2%). A spingere in alto il dato, sono soprattutto Prato, che con una percentuale del 22,9% si conferma la prima provincia d’Italia per incidenza della popolazione straniera, e Firenze (13,8%). Tutti gli altri territori, invece, si pongono al di sotto della media regionale.
La distribuzione per continenti e per principali paesi Paesi di provenienza, infine, è analoga a quella degli anni precedenti: quasi la metà (45,3%) degli stranieri “toscani” è europeo (di cui il 22,8% di un Paese Ue e il 21,3% dell’Europa centro centro-orientale), quasi un terzo asiatico (31,2%), un sesto africano (16,5%) e il 6,9% americano. La comunità più numerosa è quella della Romania (16,8% della popolazione immigrata) seguita da Cina (16,2%), Albania (13,2%), Marocco (6,7%) e Senegal e Ucraina (entrambe 3,2%).
Parlando di occupati, il Rapporto spiega che nel 2024 il numero di occupati stranieri ha sfiorato quota 214mila, il massimo storico registrato in Toscana, per un’incidenza del 12,8% sugli occupati totali. È quanto emerge dalla Rilevazione sulle forze di lavoro Istat secondo cui, complessivamente, in Toscana, il numero degli occupati è cresciuto del 2,5% arrivando a 1.668.000 occupati. L’aumento dipende sia dalla dinamica positiva della componente italiana (+19mila), sia di quella straniera (+20mila).
L’incremento dell’occupazione straniera è dovuto prevalentemente alla dinamica della componente femminile (+14mila), con un contributo che rimane comunque positivo anche per quella maschile (+6mila). I numeri sembrano indicare un andamento positivo dell’occupazione straniera, ma permangono le strutturali condizioni di svantaggio. Al riguardo, infatti, il Rapporto evidenzia che i disoccupati stranieri sono l’8,7%, un valore sì in diminuzione rispetto a 2023 (11,3%) e significativamente più basso rispetto a quello medio nazionale (10,1%), ma anche ampiamente superiore al tasso degli italiani (5,9%). Non solo, circa un terzo (33,2%) dei lavoratori immigrati è sovraistruito, ossia ha un livello di istruzione e competenze superiore a quelle richieste per la mansione che svolge, contro il 27,7% degli italiani. E il 5,8% è sottoccupato, ovvero lavora meno ore di quelle che avrebbe voluto e potuto fare, mentre per gli italiani l’incidenza si ferma all’1,7%.
Inoltre i lavoratori stranieri continuano ad essere impiegati nel lavoro manuale non specializzato in percentuale largamente maggiore agli italiani (24,6 contro 7,2%), mentre sono molto più raramente occupati come dirigenti o in professioni intellettuali e tecniche (10% contro il 37,8% degli italiani).
Parlando di scuola, invece, il Rapporto indica che per l’a.s. 2023/2024 gli studenti stranieri sono cresciuti passando dai 72.769 a 73.5784, per un incremento di appena l’1,1% nell’arco di dodici mesi. Si tratta di una crescita molto lieve, ma non irrilevante, per due motivi principali: in primo luogo perché, in uno scenario di crisi demografica, che particolarmente acuta in Toscana, il pur timido aumento della componente straniera sulla popolazione studentesca rappresenta l’unico elemento in grado di compensare, almeno parzialmente, la perdita complessiva di alunni che continua ormai da più di un decennio. Anche nel a.s. 2023/24, infatti, il numero totale degli studenti è sceso dell’1,4%. In secondo luogo perché è il secondo anno consecutivo di crescita dopo la flessione di iscritti stranieri registrata nel biennio della pandemia, motivo per cui si può immaginare che i motivi che avevano provocato tale flessione siano ormai superati.
In tal modo, la percentuale complessiva degli alunni di cittadinanza non italiana sulla popolazione studentesca complessiva sale al 15,4%, un’incidenza che è ampiamente superiore a quella media degli stranieri sul totale dei residenti (12,0%).
Resta, la criticità della sovra rappresentazione degli studenti stranieri negli istituti tecnici e professionali delle secondarie di secondo grado, per quanto più attenuata rispetto a qualche anno fa. Nell’anno scolastico 2023/2024, tra i giovani stranieri iscritti alle “superiori”, il 33,3% ha scelto un percorso liceale, mentre il 35,6% ha optato per un istituto tecnico e il 31,2% per uno professionale, contro, rispettivamente, il 55,0%, il 28,6% e il 16,4% degli italiani. (aise)