La Croce Rossa Italiana ricorda Hiroshima e Nagasaki: non può succedere di nuovo

ROMA\ aise\ - “Gli Stati si trovano oggi ad affrontare sfide complesse in materia di sicurezza. Ciò nonostante, è necessario che si impegnino, senza riserve, a contrastare la proliferazione di armi nucleari e giungere alla loro completa eliminazione”. Questo è quanto dichiarato dal Presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, oggi, 6 agosto, giorno dell'80° anniversario del bombardamento su Hiroshima, che provocò circa 140.000 vittime e la distruzione di oltre metà della città.
Fra tre giorni, poi, ricorrerà anche l'80° anniversario del bombardamento di Nagasaki, che uccise circa 74.000 persone e rase al suolo un’area di 6 km quadrati. Le conseguenze di questi bombardamenti furono nefaste e si protraggono ancora oggi, a causa degli effetti a lungo termine dell'esposizione alle radiazioni derivanti dalle esplosioni nucleari.
Ma nonostante questo, a distanza di anni da questi tragici avvenimenti, il rischio che si verifichi una detonazione nucleare intenzionale o accidentale “è più alto che mai”.
“L'uso di queste armi – ha spiegato Valastro -, oltre a causare morti e feriti, genera pesanti conseguenze a lungo termine sulla popolazione, mette in serio pericolo interi sistemi sanitari, provoca danni all’ambiente e instabilità socio-economica”.
Sin da quando la Croce Rossa Giapponese e il Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno assistito agli effetti devastanti dell'impiego di queste armi ad Hiroshima e Nagasaki nell'agosto 1945, il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa nel suo complesso ha chiesto la loro proibizione ed eliminazione.
“Abbiamo ripetutamente affermato che non esiste una risposta umanitaria adeguata all'uso delle armi nucleari e che è altamente improbabile che queste possano mai essere utilizzate in conformità con il Diritto internazionale umanitario – ha aggiunto il Presidente della CRI -. Quello che è successo ad Hiroshima e Nagasaki non può e non deve accadere di nuovo. Proteggiamo la nostra Umanità”. (aise)