UNHCR: in Sud Sudan migliaia in fuga per l'escalation del conflitto, mentre gli aiuti umanitari diminuiscono

© UNHCR/Yonna Tukundane
GINEVRA\ aise\ - Negli ultimi tre mesi, 165.000 persone sono fuggite dalle crescenti tensioni e dal conflitto nel Sud Sudan, cercando rifugio sia all'interno del Paese che oltre confine, aggravando una situazione umanitaria già disastrosa in tutta la regione. Questi l’allarme lanciato dall’UNHCR, l'Agenzia ONU per i rifugiati.
Dalla fine di febbraio, l'instabilità politica e le crescenti ostilità tra gruppi armati hanno portato a nuovi scontri, in particolare nello Stato dell'Upper Nile, ma anche in altri punti nevralgici, causando la perdita di vite umane e il danneggiamento di servizi essenziali, costringendo molte persone già costrette a fuggire, e alle prese con le malattie e l'insicurezza alimentare, a spostarsi ancora una volta.
Circa 100.000 persone in cerca di sicurezza nei paesi confinanti, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Etiopia, Sudan e Uganda, hanno menzionato come motivi principali della fuga l'insicurezza, le violenze intercomunitarie e il deterioramento delle condizioni umanitarie.
“Il Sud Sudan non può permettersi un'altra crisi. Il Paese più giovane del mondo ha accolto più di un milione di persone fuggite dalla guerra in corso in Sudan, mentre milioni di suoi cittadini continuano a riprendersi da anni di conflitti e crisi nel proprio Paese”, ha dichiarato Mamadou Dian Balde, direttore regionale dell'UNHCR per l'Africa orientale, il Corno d'Africa e la regione dei Grandi Laghi.
A causa dei combattimenti e delle restrizioni alla circolazione nello Stato dell'Upper Nile e in altre zone, l'accesso umanitario a circa 65.000 nuovi sfollati interni nelle comunità colpite rimane fortemente limitato. Gli aiuti di cui c'è disperato bisogno, compresi i medicinali e l'assistenza sanitaria per far fronte all'aumento dei casi di colera, sono stati interrotti. Le piogge imminenti rischiano di aggravare la situazione, rendendo i trasporti difficili e costosi a causa delle inondazioni.
Mentre continuano ad accogliere nuovi arrivati, i paesi confinanti faticano a far fronte alla situazione, poiché risorse quali cibo, acqua, servizi igienico-sanitari, alloggi e assistenza sanitaria stanno esaurendosi.
Circa 41.000 persone – riporta l’Agenzia Onu – hanno attraversato il confine con il Sudan negli Stati del White Nile, del Blue Nile, del Kordofan e del Darfur. Di questi, oltre 26.000 sono giunti nello Stato del White Nile, che già ospita circa 410.000 rifugiati sudsudanesi, compresi quelli fuggiti per la seconda volta a causa della guerra in corso nel loro Paese d'origine. L'afflusso ha aumentato la necessità di spazio aggiuntivo per accogliere i nuovi arrivati, mentre i servizi essenziali rimangono gravemente compromessi a causa delle epidemie di colera e della fragile situazione della sicurezza.
In Etiopia, i nuovi arrivati erano stati accolti in condizioni precarie in rifugi di fortuna lungo le rive del fiume nella città di confine di Burbiey, nella regione di Gambella, ma ora stanno ricevendo assistenza lontano dal confine, a Matar e Moun. L'UNHCR, il PAM e i partner hanno già fornito assistenza a circa 21.000 nuovi arrivati con cibo e beni di prima necessità, ma migliaia di persone hanno ancora bisogno di aiuto. Le infrastrutture e i servizi nella regione di Gambella sono già sovraccarichi a causa di un'epidemia di colera.
L'Uganda ospita la più grande popolazione di rifugiati sudsudanesi in Africa, con circa un milione di persone. Da marzo ha accolto quasi 18.000 sudsudanesi, con un aumento del 135% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Quasi il 70% dei nuovi arrivati sono bambini. Questo gruppo di giovani rifugiati sta percorrendo rotte sempre più lunghe e pericolose per raggiungere la salvezza.
La Repubblica Democratica del Congo ha accolto circa 23.000 nuovi arrivati dal Sud Sudan a causa delle recenti violenze e tensioni, nonostante il Paese sia alle prese con un conflitto interno e una grave crisi di sfollamento.
In tutti i paesi di asilo, l'UNHCR e i suoi partner stanno fornendo ai nuovi arrivati beni di prima necessità, come materiale per dormire, secchi e sapone. Stiamo inoltre fornendo ai rifugiati documenti e assistenza specializzata alle vittime di violenza di genere. Il monitoraggio delle frontiere e il coinvolgimento delle comunità locali sono in corso.
Per fornire protezione e assistenza di primo soccorso e migliorare la preparazione, l'UNHCR ha bisogno di 36 milioni di dollari per sostenere fino a 343.000 sfollati interni in Sud Sudan e i rifugiati che arriveranno nei paesi vicini nei prossimi sei mesi. Questi fondi consentiranno all'UNHCR e ai suoi partner di potenziare e creare centri di accoglienza e transito e di fornire alloggi, acqua, assistenza sanitaria e nutrizionale e assistenza in denaro ai nuovi arrivati.
“Questa emergenza non poteva verificarsi in un momento peggiore. Molti rifugiati cercano sicurezza in paesi che hanno già problemi propri o stanno già affrontando emergenze a causa dei continui tagli ai finanziamenti, mettendo a dura prova la nostra capacità di fornire anche l'assistenza di base”, ha aggiunto Balde. “Ribadiamo l'appello per la cessazione immediata delle ostilità ed esortiamo tutte le parti a risparmiare ulteriori sofferenze ai civili e a trovare una soluzione pacifica”.
Il Sud Sudan rimane una delle più gravi crisi di rifugiati della regione, con oltre 2,3 milioni di sudsudanesi che vivono come rifugiati nella Repubblica Democratica del Congo, in Etiopia, Kenya, Uganda e Sudan. (aise)