Billi (Lega): le accuse alla polizia italiana danneggiano la credibilità del Consiglio d’Europa

STRASBURGO\ aise\ - “Sostenere la nostra polizia nazionale non è una posizione ideologica: è una responsabilità nazionale. Perché riguarda due pilastri della vita democratica: la sicurezza pubblica e la coesione sociale. Coloro che accusano le nostre forze di polizia, quando tali accuse sono infondate e non supportate da prove solide, minano ogni singolo controllo di sicurezza ed erodono la fiducia vitale tra i cittadini e lo Stato”. Così Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa e capogruppo del partito in Commissione Esteri, intervenendo ieri in Plenaria a Strasburgo a nome di tutto il Gruppo Internazionale dei Conservatori al Consiglio d’Europa.
“Questo approccio ha due gravi conseguenze”, ha proseguito Billi. “In primo luogo, danneggia la credibilità dello stesso Consiglio d’Europa, la cui autorità dipende dall’imparzialità e dall’integrità istituzionale. Eccessi retorici o mancanza di prove concrete compromettono la legittimità del lavoro del Consiglio d’Europa di fronte all’opinione pubblica e ai politici nazionali. In secondo luogo, danneggia la credibilità e il morale delle polizie nazionali, alimentando sfiducia, tensioni sociali e un clima di insicurezza. Questo scoraggia la polizia dall’agire in situazioni complesse o ad alto rischio”.
“Spesso – ha detto ancora il deputato – lo sento direttamente dagli agenti di polizia: ‘Se interveniamo per fermare una rissa che coinvolge cittadini non comunitari e qualcuno si ferisce, finiamo sotto indagine. Se siamo noi poliziotti a rimanere feriti, rischiamo comunque la nostra carriera o, peggio, la nostra vita. In ogni caso, perdiamo’. Purtroppo, certe narrazioni, a volte persino provenienti dall’interno del Consiglio d’Europa, possono contribuire a questo clima pericoloso. Questo è inaccettabile. Invitiamo quindi gli organismi di monitoraggio internazionali, quando sollevano preoccupazioni sulle forze di polizia nazionali, a presentare prove chiare e solide, citando fonti affidabili e elencando in modo trasparente tutti gli incontri e le consultazioni svolte durante le loro missioni”.
“Enti come la Commissione ECRI – ha concluso Billi - devono garantire che i loro comunicati stampa e dichiarazioni pubbliche riflettano un tono imparziale e istituzionale, per non compromettere la credibilità dell’intero processo di monitoraggio”. (aise)