Cittadinanza: per il Maie una legge ingiusta che discrimina gli italiani all’estero

TORONTO\ aise\ - “L’ultimo decreto-legge sulla cittadinanza, emanato il 28 marzo 2025, rappresenta un attacco diretto ai diritti degli italiani all’estero e un pericoloso passo indietro nella tutela dell’italianità nel mondo”. Così, in una nota congiunta, Francesco Sanci e Luigi Demartino, rispettivamente coordinatore MAIE Toronto e coordinatore MAIE Ontario, che si dicono “profondamente preoccupati per le gravi lacune legislative contenute in questa normativa, che introduce criteri arbitrari e discriminatori nei processi di riconoscimento della cittadinanza italiana”.
“Questa legge colpisce milioni di discendenti italiani, limita i loro diritti e mina i principi fondamentali della Costituzione italiana”, incalzano Sanci e Demartino parlando di “una legge discriminatoria e incostituzionale”.
Tra le disposizioni contenute nel decreto che i due coordinatori Maie più contestano vi sono le “restrizioni ingiustificate alla cittadinanza iure sanguinis: il provvedimento complica il percorso per il riconoscimento della cittadinanza agli italiani di origine, imponendo nuovi ostacoli burocratici e limitazioni arbitrarie. Questo”, osservano, “contraddice il principio della continuità della cittadinanza italiana, sancito dalla legge n. 91/1992”.
Altro vulnus per il Maie i “tempi di attesa spropositati per chi vive all’estero: il decreto”, spiegano Sanci e Demartino, “impone ulteriori dilazioni procedurali per chi presenta domanda di cittadinanza attraverso i consolati. Mentre in Italia il riconoscimento avviene in tempi relativamente brevi, gli italiani all’estero subiscono attese che possono durare anche più di dieci anni”.
C’è poi la “revoca della cittadinanza senza garanzie adeguate”, continuano, sottolineando che “alcune disposizioni introducono la possibilità di revocare la cittadinanza italiana per motivi discrezionali, un principio che va contro l’art. 22 della Costituzione, che vieta la privazione della cittadinanza per un cittadino italiano”.
E infine i due coordinatori Maie segnalano il “doppio standard per la naturalizzazione: mentre da un lato vengono irrigiditi i requisiti per i discendenti di italiani, dall’altro non vengono previste tutele adeguate per gli stranieri che da anni risiedono in Italia e contribuiscono alla società italiana”.
“Questo decreto è un attacco senza precedenti alla nostra comunità all’estero”, accusano Sanci e Demartino. ”Gli italiani nel mondo sono una risorsa, non un problema e non possiamo accettare che vengano trattati come cittadini di serie B”.
Ricordando poi che “milioni di discendenti italiani, soprattutto in Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile e Australia, portano avanti con orgoglio la cultura e i valori italiani, investendo nei rapporti economici e culturali con la madrepatria”, i due coordinatori Maie aggiungono: “imporre barriere alla cittadinanza significa allontanare queste persone dall’Italia, privandola di una rete internazionale fondamentale per la sua crescita economica e diplomatica”.
Al Governo il MAIE chiede dunque “con forza”: “l’immediata revisione del decreto per eliminare le norme discriminatorie e incostituzionali; un processo più rapido e trasparente per il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis attraverso una digitalizzazione delle pratiche consolari e una riduzione dei tempi di attesa; l’abolizione delle nuove restrizioni discriminatorie che penalizzano gli italiani all’estero; il rispetto della Costituzione e delle convenzioni internazionali per evitare abusi nei processi di revoca della cittadinanza”.
In qualità di rappresentanti del MAIE, Francesco Sanci e Luigi Demartino assicurano che si impegneranno “a portare avanti questa battaglia in ogni sede, coinvolgendo parlamentari, istituzioni e comunità italiane all’estero per contrastare questa legge ingiusta. L’Italia”, concludono, “deve tutelare i suoi figli nel mondo, non escluderli”. (aise)