23 milioni per la nuova ricerca italiana in Antartide

ROMA\ aise\ - La ricerca in Antartide può contare su un finanziamento di 23 milioni di euro per il 2025, che renderà possibile la nuova spedizione italiana in Antartide, la 41/a, a partire dal prossimo novembre: il decreto che finanzia la nuova annualità del Programma è stato firmato dalla Ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
“L’Italia è sempre stata all'avanguardia nella ricerca polare, una leadership che intendiamo consolidare e rafforzare – ha spiegato la Ministra Bernini -. Le missioni in Antartide rappresentano oggi un presidio scientifico strategico, soprattutto alla luce delle sfide poste dal cambiamento climatico: quello che accade ai poli ha effetti diretti e globali. La scienza può e deve offrire risposte concrete, e la ricerca polare è uno degli strumenti più efficaci per comprendere le trasformazioni in atto e individuare soluzioni sostenibili. Per questo – ha aggiunto la Ministra - stiamo lavorando per potenziare il nostro impegno, rinnovando le infrastrutture, sostenendo nuovi progetti e garantendo risorse adeguate a una presenza scientifica stabile e qualificata”.
“La cooperazione internazionale è fondamentale per affrontare queste sfide: siamo orgogliosi di partecipare ai più avanzati programmi di ricerca nel continente di ghiaccio, in uno sforzo condiviso che unisce competenze, tecnologie e visione. L’Antartide – ha concluso la Ministra - non è solo un laboratorio naturale unico al mondo, ma anche un banco di prova per il futuro del nostro pianeta”.
Le attività legate alla nuova spedizione italiana in Antartide si svolgeranno sia nelle due stazioni permanenti dell’Italia - la ‘Mario Zucchelli’, sulla costa della Terra Vittoria, attiva in estate, e la 'Concordia', sul plateau antartico, con la collaborazione della Francia - e sulla ‘Laura Bassi’, l’unica nave rompighiaccio italiana, un’infrastruttura strategica per le aree polari e oceanografiche e recentemente rinnovata grazie allo stanziamento MUR tramite il Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca: riguarderanno analisi sulla sensibilità della calotta glaciale antartica ai cambiamenti climatici oggi e nel passato, indagini sulla presenza di microplastiche e inquinanti, monitoraggio della biodiversità, studi sull’adattamento umano in condizioni ambientali estreme, osservazioni cosmologiche e spaziali dall’ambiente antartico e molto altro ancora.
Il Piano nazionale di ricerche in Antartide (PNRA), istituito nel 1985, è coordinato e finanziato dal MUR e si avvale del supporto della Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide (CSNA) per la definizione delle strategie e degli obiettivi scientifici. Le attività sono curate dal Cnr, mentre la logistica è affidata all’ENEA e l’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) gestisce la nave rompighiaccio ‘Laura Bassi’. (aise)