Gli italiani visti dall’Eurobarometro

BRUXELLES\ aise\ - Le misure prese da Ue e governo a sostegno dell’Ucraina e per sanzionare la Russia soddisfano gli italiani, che sono preoccupati soprattutto per l’inflazione crescente e che continuano ad avere fiducia nelle istituzioni europee, anche se quella complessiva verso l’Ue è in calo. Questi i dati raccolti dall’Eurobarometro che ha intervistato 1.026 cittadini italiani nella seconda metà di gennaio, a ridosso, dunque, del primo anniversario della guerra in Ucraina.
E proprio la guerra, con le sue ripercussioni sulla situazione economica globale è stata al centro dei quesiti posti ai connazionali.
Ne emerge che il 57% degli intervistati italiani approva le misure adottate dall’Unione europea, mentre il 55% giudica positivamente la reazione del Governo all’invasione russa dell’Ucraina. Circa nove italiani su dieci sono favorevoli a fornire aiuto umanitario alle popolazioni colpite dalla guerra e a accogliere chi fugge dal conflitto. Il 76% del campione è favorevole all’imposizione delle sanzioni contro la Russia e il 56% è d’accordo con la fornitura di armi all’Ucraina.
Quattro italiani su cinque considerano l’invasione russa una minaccia alla sicurezza dell’Ue e dell’Italia, e il 79% è favorevole al rafforzamento della cooperazione in materia di difesa a livello Ue.
Il 77% guarda con favore a una politica comune Ue su sicurezza e difesa. Forte è anche il sostegno per un migliore coordinamento tra i paesi Ue per l’acquisto di armi e per il rafforzamento della capacità di produzione militare europea.
La guerra in Ucraina ha inoltre accresciuto il sostegno per le energie rinnovabili e per la riduzione dell’import di gas e petrolio.
L’86% degli italiani ritiene che l’Unione europea debba ridurre il prima possibile la sua dipendenza energetica dalla Russia, e l’88% chiede acquisti comuni di energia da parte dei paesi Ue. Quasi nove italiani su dieci, poi, si dichiarano favorevoli a un massiccio investimento dell’Unione europea nelle fonti energetiche rinnovabili, che considerano come una garanzia per la sicurezza europea e un modo per ridurre i costi energetici nel lungo termine.
L’inflazione resta la principale preoccupazione degli italiani che lamentano anche gravi conseguenze finanziarie a causa della guerra in Ucraina.
Nel dettaglio, l’89% degli italiani ritiene che la guerra in Ucraina abbia avuto delle gravi conseguenze sull’economia nazionale e il 68% degli intervistati dice che il conflitto ha avuto un impatto negativo anche sulla situazione finanziaria personale, anche se la maggioranza del campione segnala soddisfazione per la propria situazione finanziaria. Il giudizio sull’economia nazionale e su quella europea è orientato al pessimismo.
Oltre all’inflazione – che resta di gran lunga la principale preoccupazione personale per gli italiani, percepita come il più serio problema nazionale e europeo – i connazionali sono preoccupati per tasse e salute. La fornitura di energia si conferma un problema significativo per l’Italia e l’Europa, secondo il campione italiano.
Il 75% degli italiani si dice favorevole all’euro, in aumento dal 71% del precedente sondaggio.
Forte è anche il sostegno a una politica comune europea sul commercio, che gli italiani vogliono sempre più orientata verso accordi che tutelino l’ambiente e il lavoro.
Quanto alla fiducia degli italiani nelle istituzioni europee, essa aumenta leggermente, anche se quella complessiva verso l’Ue è in calo. Il Parlamento europeo si conferma l’istituzione su cui gli italiani fanno maggiore affidamento, mentre la fiducia per le istituzioni politiche nazionali resta molto inferiore a quella per le istituzioni comunitarie.
Il 66% degli italiani si dichiara ottimista sul futuro dell’Ue e cresce la soddisfazione per come gli interessi dell’Italia sono tenuti in considerazione nell’Ue: vuole più decisioni a livello europeo, anche se la percentuale è in calo. Solo un italiano su tre ritiene che la propria voce conti nell’Ue.
Cresce, infine, l’apprezzamento per come il Governo e l’Ue hanno affrontato la pandemia di COVID-19.
Questo giudizio positivo si traduce in un vasto sostegno a una politica comune europea in materia di salute, che è vista con favore dal 70% del campione italiano e dal 67% di quello Ue. (aise)