“I colori del Novecento”: l’Accademia nazionale di Santa Cecilia alla Alte Oper di Francoforte

FRANCOFORTE\ aise\ - Sarà un gioco di elementi classici, rococò e jazzistici contrapposti alle profondità e sonorità nordiche, ma soprattutto un incontro di mondi musicali e sinfonici diversi quello che si potrà ascoltare venerdì 27 gennaio, alle ore 20, nella prestigiosa sala di concerti dell’Alte Oper di Francoforte, quando l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, in tournée in Germania dal 25 gennaio fino all’1 febbraio, con il suo direttore musicale Sir Antonio Pappano presenterà al pubblico della città sul Meno il concerto “I colori del Novecento”, suddiviso in tre parti, con musiche di Prokofiev, Ravel e Sibelius.
Se da una parte il concerto si chiuderà con "La Quinta Sinfonia" del compositore finlandese Sibelius, sinfonia di rara esecuzione, epico-sinfonica, con squarci naturalistici e screziature malinconiche, tuttavia fortemente coinvolgente, al contrario l’inizio della serata si aprirà con un tono gioioso, leggero e umoristico, ovverosia con la prima sinfonia di Prokofiev, la "Sinfonia classica", composta quasi contemporaneamente a quella di Sibelius nella seconda decade del ‘900.
In effetti, in questo breve, intenso e brillante brano di Prokofjev, il compositore russo ha saputo mirabilmente conciliare la tradizione con l'innovazione del suo tempo, unendo un'armonia e un'orchestrazione semplificata nella quale la struttura della base tonale è evidentissima. La sinfonia riflette perfettamente l'elegante stile settecentesco, ma il tessuto tonale di Prokofiev è molto più ricco, spazia e si declina in maniera più ariosa. Il suo classicismo è sì stilizzato, ma anche estremamente raffinato, sempre intriso di leggera ironia e sostenuto costantemente da una varietà ritmica che è una delle principali connotazioni della musica di Prokofiev.
Anche la seconda parte concertistica della serata, ovvero il concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore di Maurice Ravel, mostrerà elementi classici abilmente costruiti con elementi sonori coloristici tipici della musica francese nonché citazioni di armonie jazz della fine degli anni Venti del Novecento, questi ultimi soprattutto nel primo e terzo movimento.
Invece, il secondo movimento sarà un dolcissimo e onirico adagio, condotto quasi esclusivamente dal pianoforte, dove i pochi interventi orchestrali successivi saranno affidati alle brillantezze degli archi e ai giochi di flauto, oboe, corno inglese, clarinetto e fagotto in un'alternanza musicale post-impressionista e pienamente novecentesca.
Ravel dichiarò già a suo tempo di aver realizzato un "concerto nel senso più esatto e letterale di quelli di Mozart e Saint-Saëns", affermando: "Sono infatti dell'opinione che la musica di un concerto possa essere allegra e brillante, e che non sia necessario sforzarsi per ottenere profondità ed effetti drammatici".
Il pianista coreano Seong-Jin Cho, solista al piano della serata francofortese, conosce da molti anni la quanto mai tecnicamente difficile ed intensa esecuzione del brano di Ravel ed ha eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore con diverse orchestre rinomate. Tra queste l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, una delle principali orchestre internazionali con cui il pianista coreano ha già lavorato, esibendosi anche nel suo paese d'origine, dove è celebrato come una vera e propria pop star.
Insomma sarà un programma affascinante, una serata all’insegna di una tavolozza di colori musicali molto variegata e ricca di sonorità novecentesche quella che l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia saprà superbamente eseguire nonché regalare al quanto mai esigente e preparato pubblico della Alte Oper di Francoforte. (michele santoriello*\aise)
* Ufficio culturale del Consolato Generale d’Italia a Francoforte sul Meno