Corriere della Sera/ Il ministro Abodi: lo sport nella Costituzione, ora portiamolo ai ragazzi

ROMA\ aise\ - “Nella Costituzione, della quale stiamo celebrando i 75 anni di vita, non era ancora presente alcun riferimento esplicito all’attività sportiva. Il suo inserimento all’articolo 33, approvato definitivamente ieri dalla Camera dei Deputati, va considerato un traguardo storico, lungamente atteso dal mondo dello sport, raggiunto grazie all’impegno e al consenso unanime dei parlamentari. Elemento da valorizzare”. Inizia così la lettera che il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, ha pubblicato in queste ore sul “Corriere della Sera”.
“Questo obiettivo appena raggiunto rappresenta, al tempo stesso, un punto di partenza di rinnovate responsabilità delle Istituzioni pubbliche, perché, riconoscendo il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva, in tutte le sue forme, ne favoriscano la diffusione della pratica, per allargarne il beneficio ad ampio spettro, attraversando le generazioni e superando i limiti della condizione economica delle persone e delle famiglie, in ogni angolo d’Italia, a partire dai territori più disagiati.
Lo sport italiano, ai massimi livelli, rappresenta oggettivamente una delle nostre eccellenze, un motivo di orgoglio e di vanto a livello internazionale, grazie al merito di atlete e atleti, olimpici e paralimpici, con il prezioso supporto di tecnici, allenatori e maestri, che da anni ci portano ai vertici mondiali in molte discipline. Ma la base dello sport, la sua dimensione sociale, offre ancora spunti di opportune riflessioni e margini di necessario miglioramento, evidenziando limiti che impattano negativamente sulla qualità della vita, individuale e comunitaria.
Le analisi dei dati, a partire da quelli dell’Istat e dell’Istituto Superiore di Sanità, ci offrono preziose indicazioni per elaborare una condivisa agenda delle priorità e pianificare adeguatamente la relativa operatività, in chiave interdisciplinare, iniziando dal miglioramento quali-quantitativo della presenza dello sport a scuola e del rapporto tra scuola e sport, ma anche considerando l’attività fisico-motoria come strumento di contrasto alla sedentarietà, al disagio sociale, alle devianze, a vecchie e nuove dipendenze, e, al tempo stesso, di prevenzione e cura di molte patologie non trasmissibili.
Per rafforzare lo Sport, parte attiva e indispensabile delle “difese immunitarie sociali”, dobbiamo poter garantire il “diritto allo sport per tutti e di tutti”, con investimenti pubblici finalizzati e una crescente consapevolezza dei doveri della quale mi faccio carico in prima persona, da condividere in primo luogo con le altre istituzioni, anche sportive, auspicando che, insieme, ognuno nel proprio ruolo, ci si impegni per dare, attraverso l’attività sportiva, gli adeguati supporti alle persone e alle comunità più in difficoltà, nelle periferie urbane e sociali della Nazione nelle quali si avverte maggior bisogno dello sport, della sua cultura e dei suoi Valori.
Il diritto di fare sport si deve poter esercitare in un ambiente sano e sicuro, con un’offerta adeguata e accessibile a tutti, che possa garantire socializzazione e divertimento, inclusione e coesione, benessere e rispetto, in tutte le sue declinazioni. Alla base di questo diritto ci sono, senza dubbio, anche i “luoghi”: le infrastrutture sportive tradizionali, gli impianti naturali, ai quali si stanno sempre più aggiungendo i playground urbani e i percorsi, a partire da quelli ciclabili e dai cammini, dovranno contribuire a comporre un affascinante ecosistema nel quale possano coesistere, in modo “mappato” e coordinato, aree attrezzate con finalità comuni, destinate ad attività diverse, ognuna con le proprie specificità e le proprie caratteristiche.
Il percorso sarà lungo, ma solo costruendo un “modello Italia”, ispirato da una visione, organica e sistemica, saremo in grado di dare piena attuazione alla presenza dello Sport in Costituzione, perché non si esaurisca nella enunciazione dei principi, ma viva e si sviluppi, nobilitandosi, attraverso il miglioramento dell’offerta di opportunità, diffusa, diversificata, aperta e accessibile, che può essere perseguita solo con una sistematica e generosa collaborazione tra le istituzioni pubbliche, a livello nazionale e territoriale, e il mondo dello sport, in tutte le sue articolazioni, con obiettivi comuni e condivisi. Questo è il cuore della “sfida” alla quale siamo chiamati, da oggi con rinnovato impegno, dall’articolo 33 della nostra Costituzione””. (aise)