Italoamericano/ A colloquio con Elisabetta Valentini, console onoraria a Seattle – di Rita Cipalla


SAN FRANCISCO\ aise\ - “Creare una vita a cavallo tra due nazioni non è un compito facile. Eppure Elisabetta Valentini, Console onorario d’Italia a Seattle, ci riesce senza problemi. Nata a Perugia, Valentini si è trasferita negli Stati Uniti con la famiglia nel 1998, stabilendosi a Los Angeles per un anno, dove ha collaborato come volontaria alla riorganizzazione della biblioteca del Centro culturale italiano. Si è poi trasferita a Seattle per quattro anni, dove ha insegnato italiano. Nel 2002 la famiglia è tornata a Perugia, per poi tornare a Seattle nel 2010. A quel punto, ha collaborato con l’amica Roberta Torgerson per insegnare l’italiano a PercorsoItaliano, dove ha portato un mix speciale di gioia, entusiasmo e abilità nelle lezioni settimanali di lingua”. Ad intervistarla è stata Rita Cipalla per “l’ItaloAmericano”, magazine diretto a San Francisco da Simone Schiavinato.
“Alla fine del 2018, Valentini è stata nominata Console onorario d’Italia, per servire Washington, Idaho e Montana sotto la giurisdizione del Consolato Generale di San Francisco. Sebbene si tratti di una nomina relativamente recente, è un ruolo per il quale si è preparata fin da ragazza.
Suo padre, Mario Valentini, è stato sindaco di Perugia negli anni ’90 e uno dei principali sostenitori del gemellaggio tra Seattle e Perugia. Nel 1993 Elisabetta si recò a Seattle con il padre e Bepi Vicarelli per partecipare alla cerimonia ufficiale di firma con il sindaco di Seattle Norm Rice.
La sua passione per il servizio e il volontariato è continuata senza sosta negli ultimi trent’anni. Valentini fa parte del consiglio di amministrazione dell’Associazione Seattle Perugia Sister City e della controparte italiana, Perugia Committee. È stata coordinatrice del programma di relazioni internazionali dell’Università di Perugia e ha sviluppato molti scambi culturali e artistici tra le due città.
L’Italo-Americano ha recentemente parlato con Valentini dei suoi compiti da Console onorario, del suo amore per l’Italia e del suo impegno sia per la città di nascita che per quella di adozione, Seattle.
D. Quali sono i suoi compiti quale Console onorario?
R. Si tratta di una carica volontaria creata per sostenere le comunità italiane, americane e italoamericane in tre Stati: Washington, Idaho e Montana. Lo faccio fornendo una serie di servizi. Rispondo a domande su molti argomenti, come ad esempio su come richiedere o rinnovare un passaporto o su cosa si deve fare per vivere o lavorare in Italia. Raccolgo i dati biometrici dei cittadini che richiedono il passaporto e aiuto i cittadini italiani che si trovano in situazioni di pericolo e hanno bisogno di assistenza immediata. Sostengo anche le organizzazioni e le attività italiane nella regione dei tre Stati e assisto il Consolato di San Francisco.
D. In che modo assiste il Consolato Generale di San Francisco?
R. Il Consolato di San Francisco serve la più grande regione geografica degli Stati Uniti per quanto riguarda l’Italia. Comprende i tre Stati della costa occidentale e anche Idaho, Montana e Utah, oltre a Hawaii e Alaska. Cerco opportunità di networking e modi per estendere l’amicizia e la collaborazione che esistono tra i nostri Paesi, cercando di creare più attività culturali e di stringere relazioni più forti. Con sede in una delle città in più rapida crescita degli Stati Uniti e in stretta collaborazione con il Consolato Generale, sosteniamo iniziative che aumentano le opportunità per le aziende italiane nel Nord-Ovest dal punto di vista commerciale e come prospettive di investimento per le aziende di Seattle e Washington in Italia. Partecipo anche all’Associazione Consolare di Washington, che conta membri provenienti da circa 45 Paesi. Ci riuniamo ogni mese per fare rete e conoscere meglio i leader governativi, comunitari e commerciali del nostro Stato.
D. Cosa ha comportato il processo di nomina?
R. Il Console onorario precedente, Franco Tesorieri, stava pensando di ritirarsi dall’incarico. Ha proposto il mio nome. Ho presentato il mio curriculum e poi ho dovuto ottenere l’approvazione delle autorità italiane e americane.
D. Quali sue qualità esprime In questo incarico?
R. Innanzitutto, amo il mio Paese e sono orgogliosa di promuovere opportunità che aiutino il mio Paese e i cittadini italiani a realizzare un potenziale maggiore. Seattle è una città importante negli Stati Uniti, rispettata all’estero in quanto sede di importanti società globali. Mi piace anche fare rete e far incontrare le persone. Quando le persone lavorano insieme, aumentano le loro potenzialità e possono ottenere molto di più.
D. Dove la si può trovare?
R. Sono ospite nella nuova Casa Italiana/Centro culturale italiano di Burien. Quando sono stata nominata per la prima volta, ero ospitata da Il Punto a nord di Seattle, ma mi sono trasferita quando Casa Italiana ha aperto nel 2021. Mi piace la sinergia che si crea quando il mio ufficio è ospitato da uno dei gruppi italiani locali.
D. Cosa le piace di più dell’essere Console onorario?
R. A Casa Italiana interagisco non solo con i cittadini italiani, ma anche con la comunità italoamericana locale. Una delle cose che preferisco è ascoltare le storie che le persone portano nel mio ufficio: il motivo per cui i loro nonni sono immigrati, le fatiche che hanno affrontato, l’importanza di conservare il loro patrimonio italiano. Sono molto orgogliosa della nostra comunità locale e del suo entusiastico sostegno a tanti progetti italiani e italoamericani. Il più recente è stato Migration Project, una mostra d’arte al Museo Civico di Perugia. La mostra ha visto la partecipazione di artisti di Seattle e di Perugia che hanno interpretato il tema della migrazione. È stata accolta molto bene a Perugia.
D. Quando non promuove la cultura italiana, cosa le piace fare?
R. Mi piace passare il tempo con la mia famiglia. Mi piace cenare con gli amici, leggere e andare al cinema, soprattutto in autunno quando il SIFF ospita Cinema Italian Style. Un’altra meravigliosa settimana di cultura italiana!”. (aise)