Erbil: successo per il seminario del Consolato sulle Missioni archeologiche italiane

ERBIL\ aise\ - A seguito dell’inaugurazione della mostra sulle missioni archeologiche italiane nel Kurdistan iracheno, che ha registrato una straordinaria partecipazione di pubblico e media, il 29 e 30 aprile, si è svolto ad Erbil un seminario che ha visto la partecipazione di tutti gli 11 Direttori delle missioni italiane e dei Direttorati delle Antichità e Patrimonio della Regione curda.
In apertura, dopo i saluti del Console Michele Camerota, il Ministro del Turismo e delle Municipalità Sasan Awmi e il Direttore Generale delle Antichità e del Patrimonio Kaifi Ali hanno sottolineato l’importanza della stretta cooperazione in essere e lodato l’eccellenza degli archeologi italiani.
È poi intervenuto da Baghdad l’Ambasciatore Maurizio Greganti, che ha già visitato sul campo la quasi totalità delle missioni presenti in Iraq e si distingue anche per la sua nota passione in materia di archeologia. Greganti ha offerto un excursus ad ampio raggio della presenza italiana, dagli esordi di due decadi fa con La Sapienza di Roma che, anche con fondi della cooperazione, ha curato l’ampliamento del museo di Sulaiymaniyah, arricchito dai reperti rinvenuti nel sito di Paikuli; per proseguire con i numerosi progetti dell’Università di Udine, tra cui quello che ha portato all’istituzione del Parco Archeologico di Faida e Khinis; passando per le attività dell’Università di Milano nella piana di Erbil, fino ai più recenti progetti nel Jebel Zawa della Sapienza e a Tell Zeyd della Ca’ Foscari di Venezia, le ricerche dell’Università di Palermo nei pressi della diga di Mosul, dell’Università di Pisa a Gird-i Matrab e sulla piana di Rania, per concludere con le attività dell’ISMEO a Kalar e Sarqala.
In collegamento dalla Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del MAECI, dove un apposito Ufficio supporta le missioni archeologiche italiane nel mondo, è intervenuto Federico Di Giovanni, a conferma della crescente attenzione che la Farnesina dedica alla diplomazia culturale.
La due giorni di lavori è proseguita con la presentazione dei progetti da parte di tutti i Direttori delle missioni italiane, alternati dagli interventi delle controparti dei Direttorati delle Antichità, evidenziando come le nostre missioni siano presenti in tutte le province della Regione. A margine, alcune Università hanno firmato accordi di estensione delle rispettive licenze di scavo e ricerca, rilasciate dalle autorità curde.
Il Console Camerota ha chiuso i lavori esprimendo soddisfazione per la riuscita dell’evento che ha ripagato il notevole sforzo organizzativo profuso dal Consolato e auspicato futuri momenti di scambio tra addetti ai lavori che incentivano le cooperazioni a vari livelli e contribuiscono a rinsaldare le già eccellenti relazioni dell’Italia con il Kurdistan iracheno.
Tutte le informazioni sulle missioni archeologiche italiane in Kurdistan iracheno, oltre che un catalogo illustrativo della mostra e dei progetti, sono disponibili sul sito dedicato www.archeokri.it. (aise)