Quando la scienza incontra la musica: “Nature and Space are bigger than us” a Francoforte con il Consolato

FRANCOFORTE\ aise\ - Due linguaggi universali, quello della scienza e quello della musica, due personalità italiane molto apprezzate e conosciute sia in Italia che in Germania, quali Telmo Pievani - filosofo della scienza e biologo evoluzionista – e Paolo Ferri - fisico, responsabile per circa 40 anni all’ESA di moltissime importanti missioni robotiche interplanetarie - entrambi accomunati da una passione per la divulgazione di temi attuali e complessi che riguardano la ricerca e la cultura scientifica nei rispettivi settori, incontrano due giovani e talentuosi artisti come la pianista Marta Cametti e l’art director Donato Lospalluto e decidono di portare in scena un confronto-colloquio-recital con musiche e scenografie originali.
Titolo dello spettacolo è “Nature and Space are bigger than us – Six Memos for Humankind" (La natura e lo spazio sono più grande di noi – Sei brevi lezioni per l’umanità). Uno show in lingua inglese adatto anche ad un pubblico non solo italiano ma anche internazionale, quale quello della città di Francoforte, così come per gli studenti delle scuole e dell’università.
Tutto questo all’ Internationales Theater (teatro internazionale) di Francoforte (Hanauer Landstr 7 – Zoo Passage) domenica 26 maggio, con inizio alle ore 19.00, nell’ambito, e a chiusura, della quarta edizione del Galileo Galilei Science and Space Festival, festival ideato e organizzato dall’ufficio culturale del Consolato Generale d’Italia a Francoforte.
Uno spettacolo costruito come una lettura scenica-dialogo col pubblico, con intermezzi musicali che spaziano dalla musica classica, al jazz, alla musica contemporanea, ed una scenografia che ci porterà con suggestive immagini e giochi di luce dalle origini del nostro pianeta al presente della nostra attuale situazione connotata dal cambiamento climatico e dalla riduzione della biodiversità, per proiettarci in un futuro più co-evolutivo, saggio e rispettoso sia della madre terra che della nostra prossima presenza stabile nell’universo.
Un recital teatrale che prendendo le mosse da semplici domande su cosa e come l’homo sapiens sia riuscito a inserirsi, adattarsi e coesistere nell’ecosistema del nostro pianeta, che forse non ci prevedeva - siamo infatti l’unica specie umana sopravvissuta nel gioco dell’evoluzione e che per contingenza evolutiva domina da migliaia di anni la Terra - e fin dagli albori ha osservato il cielo sia per orientarsi che per proiettare le proprie mitologie fondative, oppure realizzare le prime osservazioni ed ipotesi scientifiche o forse anche come luogo di autoconsapevolezza della propria solitudine e finitudine.
I due relatori proporranno infatti riflessioni profonde ed originali sul rapporto degli esseri viventi con la Terra, che pazientemente ci ospita da 200 millenni, e ci parleranno inoltre di quali sfide bisognerà affrontare per l’avventura nello spazio profondo nella consapevolezza che entrambi gli habitat hanno proprie dinamiche evolutive e specificità che vanno lette, interpretate e conosciute con attenzione e rispetto.
Di certo è che l’essere umano rimane connotato da innata ed immensa curiosità, da una capacità di adattamento e sopravvivenza in diversi ambienti, anche ostili, di ideazione e realizzazione di imprese e sfide con forte spirito di scoperta ed avventura, non solo sul nostro pianeta, ma negli ultimi 70 anni parimenti affrontando affascinanti missioni spaziali nel sistema solare.
Tuttavia la natura e lo spazio sono veramente più grandi di noi e sulla base delle nostre attuali conoscenze scientifiche, il dialogo tra Telmo Pievani e Paolo Ferri, fatto da sei brevi note per l’umanità, si incentrerà su alcune importanti e rilevanti questioni sollevate dalla scienza.
Insomma, sei quadri o finestre che si apriranno ed inviteranno il pubblico presente in sala alla riflessione su chi siamo, come interagiamo, pensiamo e modifichiamo, nel bene e nel male, gli ecosistemi o lo spazio dove lasciamo la nostra impronta ecologica, luoghi nei quali, in fin dei conti, siamo solo una specie, una parte, e non i dominatori, di questi immensi e complessi habitat con i quali continuamente ci relazioniamo e siamo connessi.
Uno spettacolo che si realizza grazie al supporto e la collaborazione del Circolo culturale italiano ESOC – EUMETSAT di Darmstadt e del Consolato Generale d’Italia a Francoforte e che concluderà, con questa novità, l’edizione 2024 dell’atteso festival della scienza e dello spazio anche quest’anno presente nelle città di Francoforte e Darmstadt. (aise)